SCHEDE, MATERIALI PER IL SEMINARIO DEL COMITATO NO DEBITO 21-22 SETTEMBRE 2012

SCHEDA N° 6 – COSTRUIRE UN PROGRAMMA RAPPRESENTATIVO

L’avvio di una riflessione approfondita sulla questione del programma non può che fare riferimento ai cinque punti originari della piattaforma comune, cioè il punto di sintesi raggiunto all’inizio dell’ esperienza del comitato NO Debito con l’assemblea del 1° Ottobre 2011, presupposto per mantenere l’unitarietà del comitato stesso. Si tratta perciò di aprire un confronto interno per andare ad una loro elaborazione più puntuale ed ad un completamento della funzione rappresentativa del programma stesso.

Questa necessità emerge con ancora più forza dal quadro politico e sociale che si sta sempre più chiaramente delineando. Sul piano politico l’avvio del confronto sulla legge elettorale mostra con chiarezza il carattere autoritario che si intende dare al futuro sistema, questo contribuirà e definire con più nettezza i “confini” tra chi sta fuori e chi è interno il consorzio istituzionale in quanto la legge in elaborazione dovrà garantire il massimo della governance e dunque applicare senza compromessi tutte quelle politiche sociali ed economiche che conosciamo. Naturalmente non si può escludere nel futuro sistema quel “diritto di tribuna” che si può lasciare a chi non potrà o non vorrà costruire alleanze spurie, ma questo confermerà il carattere antidemocratico della svolta in atto e non avrà nulla in comune con l’idea di opposizione che abbiamo storicamente acquisito.   

E’, dunque, dentro l’onda lunga della crisi internazionale, non certo conclusa e soggetta ad altre più drammatiche evoluzioni, che va concepito il lavoro di elaborazione sul programma. In tal senso i punti  discussione cercano di individuare un asse politicamente coerente anche se non ripercorrono le sequenzialità dei cinque punti della piattaforma, ovviamente pongo questioni di merito che potranno poi essere rappresentante nel modo più funzionale alla tenuta unitaria del comitato NO Debito.

Il ruolo dello Stato

Indubbiamente rifiutare di pagare il debito, chiedere di controllare la speculazione finanziaria e le politiche delle banche, introdurre la tassazione sui grandi capitali e patrimoni, insomma poter attuare tutto quello che abbiamo scritto nella piattaforma, implica una ragionamento sul ruolo dello Stato (italiano o europeo che sia). In positivo questo significa nazionalizzare le Banche come condizione preliminare, ma anche settori strategici dell’economia (energia, telecomunicazioni, trasporti, etc.) oggi privatizzati e sottoposti a loro volta alle dinamiche speculative del mercato. Inoltre si tratta di invertire la tendenza alla privatizzazione a partire dai servizi sociali. Insomma si tratta di ridare una funzione “sociale” allo Stato non tanto perché questo sia oggi concretamente possibile, in questo senso contano solo i rapporti di forza tra le classi, ma perché è un obiettivo che produce identità ed una idea diversa e antagonista delle relazioni sociali.

Parlare di Stato significa parlare anche delle sue entrate e qui si innesta la questione fiscale, con la patrimoniale, la tassazione delle transazioni finanziarie, evasione, elusione, etc., che pone obiettivamente anche il problema delle alleanze. Nei decenni passati il blocco sociale berlusconiano si è basato proprio sulla questione fiscale per indebolire politicamente il lavoro dipendente, favorendo lavoro autonomo e categorie corporative nel non pagamento delle tasse. Le iniziative del governo Monti, fatte in nome e per conto dell’ UE, fanno capire che la situazione è cambiata e che quel blocco sociale è in via di disgregazione (con i rischi di movimento reazionario di massa che è stato citato prima). Elaborare una piattaforma che possa essere attrattiva verso parti di quei settori sociali è un impegno che non possiamo rimuovere nella discussione per quanto difficile questo possa essere anche nella individuazione di proposte concrete adeguate.

Nella ridefinizione del ruolo dello Stato vanno perciò individuate quelle proposte che possano fargli riacquisire quel ruolo di progresso sociale che ormai il capitale finanziario nega nel perseguire i propri “spiriti animali”. La questione degli investimenti e della loro qualità sociale e ambientale, il ripristino delle tutele, la salvaguardia dei diritti sociali ed altro ancora devono essere gli elementi che vanno a supportare una concezione dello Stato che rappresentativo della società reale e non solo dei cosiddetti poteri forti.

Si innesta a questo punto la questione del rapporto tra Stato nazionale ed Unione Europea che diventa sempre più presente come dimostra l’accordo sul piano fiscale europeo che interviene direttamente sui diversi sistemi nazionali e li stravolge spostando nella dimensione continentale la controparte dei settori sociali e di classe.

Lo Stato e la Democrazia

La questione dello Stato non può essere scisso dalla questione democratica in quanto la tendenza autoritaria del capitalismo odierno manifesta sempre più chiaramente i propri caratteri. Il dato eclatante, da cui siamo partiti nella iniziativa, è che si sta costruendo una nuova entità statuale senza che i suoi cittadini vengano minimamente consultati ne sull’impianto istituzionale complessivo ne sui singoli provvedimenti, sempre più pesanti, che vengono presi.

Questa impostazione non può che essere il punto di partenza per un ragionamento più generale sulla questione di una democrazia partecipata ed effettiva che riguarda gli assetti istituzionali, il rapporto tra cittadini e cittadine ed istituzioni ma anche il mondo del lavoro nelle sue relazioni sindacali e di rappresentanza effettiva dei lavoratori e delle lavoratrici.

la modifica dell’articolo 81 della Costituzione deve aprire una fase di elaborazione più precisa e mirata del comitato NO Debito al fine di avere un impianto più organico possibile su un terreno di sicuro conflitto politico per i prossimi anni.

La redistribuzione della ricchezza

Su questo punto la contraddizione è talmente grande e palese che avremmo, in teoria, gioco facile; la difficoltà che esiste su questo piano non è quella di individuare le rivendicazioni ma di saper costruire e sedimentare forze e conflitto sociale dunque i punti di programma sono anche il presupposto per un intervento dentro la classe, cioè nel nostro diretto ambito di riferimento sociale. Occorre evitare che la possibile costruzione di un “blocco storico” antagonista sia inibita dalla creazione strumentale di contrapposizioni intergenerazionali. È per queste ragioni che il Comitato No Debito si è schierato sia contro la modifica dell’articolo 18 che con le battaglie per il reddito minimo garantito. La lotta per la stabilità del lavoro, per un salario dignitoso, per un labor standard europeo,  per la difesa del contratto nazionale e dei diritti del lavoro; per la riduzione dell’orario; la lotta contro la precarietà e per il reddito minimo garantito e per un nuovo welfare;  per il riconoscimento pieno dei diritti dei migranti; per la redistribuzione e il riconoscimento del lavoro di cura; per la difesa e l’estensione dei beni comuni e contro la svendita e la privatizzazione del patrimonio pubblico; la questione del sistema pensionistico del dopo Monti e molto altro ancora, che abbiamo già elencato nel materiale prodotto dal Comitato NO Debito, sono cose facili da individuare ma complicate da praticare.

Ovviamente oggi non siamo in condizione di rilanciare in modo organico su tutti questi terreni in quanto ci sono molti problemi obiettivi rispetto alle forze a nostra disposizione, a cominciare da quelli della individuazione degli strumenti di organizzazione del conflitto, ma si può cominciare ad orientare la discussione sul merito dei punti specifici e dentro una prospettiva di organizzazione di classe. Comunque l’accordo sull’articolo 18 e sul mercato del lavoro o l’eventuale intervento legislativo d’autorità di Monti  richiede di  passare dai momenti di denuncia a forme di lotta che dovranno essere certamente più incisive.

Sui punti della piattaforma relativi a “NO ALLE SPESE MILITARI E CESSAZIONE DI OGNI MISSIONE DI GUERRA”  ed a quello su “I BENI COMUNI PER UN NUOVO MODELLO DI SVILUPPO” va bene l’impostazione data nei cinque punti della piattaforma ma si tratta, anche qui, di articolarli meglio rispetto agli interlocutori ed alle realtà territoriali in lotta, trovando il comune denominatore di situazioni che sono già date dalle risposte spontanee alle contraddizioni che si manifestano in quei contesti. 

Formazione, Scienza e giovani

Rifiutando ogni ideologia giovanilista e di divisione va detto che esiste in Italia, ma anche  in tutto il mondo capitalistico sviluppato, una contraddizione che va trattata nella sua specificità e che è in sostanza un “punto” in più da aggiungere alla nostra piattaforma. La contraddizione è quella tra le aspettative, che produce l’ideologia mercatista, e la realtà, con la quale hanno a che fare concretamente masse di giovani che si affacciano al mercato del lavoro. 

La flessibilità come possibilità positiva di cambiamento, lo studiare per trovare lavoro ai livelli sempre più specialistici della produzione attuale devono fare, poi, i conti con i rapporti di classe reali che esistono. Se hai studiato da ingegnere specializzato alla fine sei comunque costretto a lavorare con contratti precari, senza tutele e con uno stipendio miserabile ben lontano dalle favole che l’ideologia egemone racconta (ma molto più vicino alla crudezza delle “esternazioni” dei vari rappresentanti del governo Monti).

La questione della formazione scolastica ed universitaria, il rapporto tra questa e la società, lo sviluppo del livello scientifico e della produzione intellettuale di massa, i movimenti giovanili e studenteschi forse sarebbe utile affrontarli a parte per dare a questo blocco di problemi non un carattere “vertenziale”, forma che oggi prevale in questi movimenti, ma politico sull’idea generale che bisogna avere dell’attuale assetto sociale, delle sue prospettive e mostrare il nesso con il resto dei punti di programma che ci siamo dati (lo Stato, la democrazia, etc.).

SCHEDE, MATERIALI PER IL SEMINARIO DEL COMITATO NO DEBITO 21-22 SETTEMBRE 2012ultima modifica: 2012-09-22T12:50:00+02:00da iskra2010
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