Breve commento a “In memoria dell’area dell’Ernesto” di G. Azzarrà

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da Angelo Ruggeri

I nuovi mostriDa Vendola a Giannini altro esemplare dei tanti creati e cresciuti “dalla” ed “a sinistra “.

Prendiamo spunto per un breve commento, dallo scritto sul blog di Stefano G. Azzarà- “In memoria dell’area dell’Ernesto”(http://materialismostorico.blogspot.it/2012/07/in-memoria-dellarea-dellernesto.html  

Anche “Fosco Giannini implora il PD affinché si ponga alla testa della rivoluzione antiliberista. O quantomeno affinché guidi un’alternativa… a se stesso”. 

Quel che colpisce, non da oggi, é che dopo l’emarginazione dal Parlamento della cosiddetta sinistra “radicale”, é la sua chiusura in una affannosa diatriba tra micro-personaggi, micro-partiti, micro-correnti, che come nell’ultimo congresso di RC del 2008, vedeva Giannini veramente Fosco (come anche tale Grassi), rimpallarsi le responsabilità di un prolungato “tatticismo” senza principi, a cui non accennano minimamente di voler rinunciare. Non già per un c.d. “realismo” (di cui allora bisognerebbe saper distinguere tra quelli che Gramsci chiama i due tipi di realismo: “il realismo regressivo” e “il realismo progressivo), ma per le insane ambizioni  di un professionismo politico – come quello dei Pds-Ds-PD che, infatti, li insegue – di coloro che,passati dall’utopia al nulla, annullano la distinzione tra culture politiche e tra quelle “pre-moderne” e “moderne”, non avendo più né ideali né cultura politica.

Si che con e come il PD, inseguono  ambizioni governativistiche ed elettoralistiche, quando quello che urge é l’approfondimento delle carenze “culturali” all’origine di una “prassi” politico-sociale divenuta sempre più subalterna ai poteri dominanti: incline all’apologia del “nuovo”, del “post-moderno”, della “globalizzazione” capitalistica e SCISSA da UNA “FILOSOFIA”CRITICA, delle nuove forme della contraddizioneche continua ad attraversare il capitalismo in forme sempre più accentuatesi e accentuate maggiormente oggi ed in questo nuovo “ventennio”. 

Per quanto ci riguarda avevamo già battezzato Fosco Giannini, così come avevamo battezzato Vendola (di cui prima o poi riproporremo  i vari  smascheramenti che abbiamo fatto nel tempo) un pidiessino di complemento (figlio spurio dell’ occhettismo e del D’Alema “grande” elettore di Monti a favore del quale e con la regia di Napolitano – come già nel PCI contro Berlinguer – ha tessuto la trama a favore – o per conto? – dei potenti del Bilderberg ); Vendola che – ricordiamolo – pur di eliminare dall’orizzonte politico la centralità delle  fabbrica vera e la concezione di classe dellafunzione del lavoro nei rapporti tra la società e lo stato, quasi come il Veltroni del Lingotto,  aveva evocato foneticamente una “fabbrica del programma” (sic!), col suo specifico “vuotismo di un parlare inteso come puro assemblaggio di parole che segna il suo “animalesco individualismo antipartitico“. (Gramsci)

Si che anche con padre Pirola, abbiamo detto di Vendola come “il visionario di un uomo ideologico (quale quello della cultura borghese)” e dunque IDEOLOGICAMENTE SCHIERATO contro “l’uomo in carne ed ossa” di Marx e Gramsci di cui si riconoscere essere un pensiero che si fa mondo” – ora scrivono anche giornali come Le Monde – dove Gramsci e Marx – a parte Italia e la pseudo sinistra italiana – sono usaticome interpreti e per interpretare analiticamente e concettualmente sia la globalizzazione che le specifiche realtà nazionali dei Paesi di tutti i Continenti. 

In particolare avevamo battezzato il “chi è Fosco Giannini” anche successivamente a quel congresso, quando Giovanni Caggiati aveva polemizzato con lui e noi avevamo fatto altrettanto, rispetto a suoi articoli (anche uno sul Manifesto) indicando che concettualmente contenevano i prodromi di un pidiessismo di ritorno, si che quanto oggi Fosco conclama, è solo ammissione del retro pensiero che aveva “mascherato” ma identificabile e identificato dai “concetti” (si fa per dire)che esprimeva. 

Dal blog di Stefano G. Azzarà

http://materialismostorico.blogspot.it/2012/07/in-memoria-dellarea-dellernesto.html

 

In memoria dell’area dell’Ernesto 

Il sen. Fosco Giannini è notoriamente uno dei massimi campioni nazionali della frase scarlatta. Ed è anche uno dei più cinici, in quanto egli stesso non crede ormai ad una sola parola di ciò che dice, avendo sostenuto ripetutamente, nel corso della sua carriera politica, tutto e il contrario di tutto e avendolo fatto sempre con la stessa enfasi.

Bene, quando il sen. Giannini esordisce dicendo di voler evitare ogni retorica, si salvi chi può: si può star certi che sta per spanderne a piene mani…

E in effetti non difetta di retorica l’ultimo suo intervento diffuso in rete. Le rituali circonlocuzioni verbali, tipiche del codice minore del gergo piccista, e il consueto crescendo rossiniano sulle sofferenze del proletariato, per andare poi al sodo della questione politica. E da qualche anno a questa parte il sodo è sempre quello: “è evidente” – come ama dire lui stesso – che il sen. Giannini ha tanta voglia di rientrare in Parlamento alleandosi con il PD per poi votare nuove missioni militari e nuovi tagli al Welfare, come già fece (ma “con la morte nel cuore”, sia chiaro…) negli anni ruggenti 2006-08. Non si spiega diversamente una supercazzola così gigantesca come questo discorso, ad un tempo prolisso e demenziale, nel quale si implora il PD affinché si ponga alla testa della rivoluzione antiliberista. O quantomeno affinché guidi un’alternativa… a se stesso.

Che il sen. Giannini, come detto, non creda affatto alle sue stesse parole, è certo. Che egli pensi in tal modo di “fare egemonia” e che qualcuno possa convincersi a votare il suo partito grazie ai formidabili “cunei” da lui inseriti nelle “contraddizioni” del PD, dimostra che un’esperienza è giunta al capolinea.

Se ne valesse la pena, bisognerebbe raccogliere le migliori frasi del sen. Giannini 1, quando era all’opposizione contro Bertinotti all’interno del PRC e cercava di occupare l’ala sinistra di questo partito guidando l’area dell’Ernesto su posizioni antigoverniste e antimoderate. E bisognerebbe metterle a confronto con le migliori frasi del sen. Giannini 2, il quale, entrato nel PdCI, riesce a farsi scavalcare a sinistra persino da Nichi Vendola, da Di Pietro e forse anche da qualche nipote dell’on. Cariglia. Purtroppo non ne vale la pena.

L’unica considerazione che viene da fare è questa: venti anni ci sono voluti per costruire un’area politico-culturale con un minimo di serietà; pochi mesi sono bastati per distruggere quest’area e dare una mano a chiudere la questione comunista in Italia. Non c’è che dire: dopo aver allegramente scherzato con decine di compagni, promettendo loro che avrebbero rifondato il PCI e imbarcandoli in un’inutile scissione, il sen. Giannini è riuscito nel vero capolavoro politico della sua vita: da quando sono entrati quelli dell’Ernesto, il PdCI si è spostato ancora più a destra di quanto già non fosse. E non era un obiettivo facile da raggiungere [SGA].

“… unirci, unire la sinistra, chiedendo al PD di non farsi irretire nella trappola del montismo, ma di assumere la responsabilità che gli compete nel delineare e costruire un progetto alternativo al liberismo dell’Ue e alle politiche antioperaie del governo Monti… unire – partendo dalle piazze e dalle lotte, – la FIOM, l’intera CGIL, SEL, l’IDV, i movimenti di lotta, impegnandoci allo spasimo, lottando, affinché il PD non venga sussunto nella nefasta mitologia della Grossa Coalizione, non venga fatto prigioniero da Passera o da Casini, dal montismo o dal berlusconismo “unitario” di ritorno; ma, ricordandogli da dove proviene, quali attese ancora suscita nei suoi iscritti e nel suo elettorato, dia il suo contributo essenziale per voltare pagina… chiamiamo a discutere i dirigenti stessi della FIOM e della CGIL, gli operai, i lavoratori, gli esponenti nazionali, i quadri territoriali e i militanti di SEL, dell’IDV, del PD, dei movimenti di lotta, delle associazioni. Costruendo così, sul campo, dalla base territoriale, quell’unità e quella partecipazione di sinistra e democratica che oggi serve come il pane…”.


L’intervento completo di Fosco Giannini alla pagina:

http://www.comunisti-italiani.it/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=8471

 

 

Breve commento a “In memoria dell’area dell’Ernesto” di G. Azzarràultima modifica: 2012-09-23T08:13:00+02:00da iskra2010
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