Flagranza di reato di Napolitano ed anche del Manifesto e del Fatto Quotidiano

 

IMG_3623+logoMOWA.jpg foto MOWA

da Angelo Ruggeri

SILENZI E COMPLICITA’ CON IL “COLLE” FOLLE

Se per il Manifesto e Il Fatto e gli “ASINIstra”  è ammissibile non informare su una grave deriva autoritaria e antiparlamentare come quella denunciata in “IN DIFESA DEL PARLAMENTO”  e che vanifica il referendum del 2006 riproponendo la c.d. “fiducia costruttiva”,  il ” governo direttorio del Parlamento e la “riduzione dei parlamentari“, cioè dei rappresentanti della sovranità popolare e la riduzione della funzione legislativa del Parlamento , allora fanno bene a tenere all’oscuro i propri lettori e l’opinione pubblica ed è inutile che se la prendano con Napolitano e critichino Monti che in tal modo diventano anche i rappresentanti degli ASINIstra, del Manifesto e del Fattoper i quali è troppo persino chiedergli di discutere nel Paese e sui giornalidi tali e così gravi manomissioni. Credono  che la garanzia della libertà di opinione del primo capoverso dell’articolo 21 non sia collegato al secondo capoverso sulla libertà di stampa da loro evidentemente intesa come libertà propria di chi     possiede la stampa, e non già libertà di tutti a “manifestare liberamente il proprio pensiero “con e attraverso ogni mezzo”  come recita l’articolo 21 che , nel caso, Il Manifesto e Il Fatto violanoe per questo possono e devono essere denunciati

ATTENTATO CONTRO LA COSTITUZIONE.

DALL’ILVA ALLE INCHIESTE MAFIA-STATO: LA MAGISTRATURA UNICA “CASAMATTA” DELLA DEMOCRAZIA E DELLA COSTITUZIONE

MENTRE SONO “MANZONIANE” LE GRIDA DEL MANIFESTO E DEL FATTO CHE TACENDO SU E “IN DIFESA DEL PARLAMENTO”  SONO COMPLICI di MONTI e di CHI VUOLE UN ESECUTIVODI GOVERNO DIRETTORIO E AUTONOMO DAL PARLAMENTO (che hanno criticato per un-giorno-uno

INDIGNAZIONE SI’! Ma oltre che per Napolitano e per Monti, anche  per giornali e “politicantuzzi” di “ASINIstra” 

Di fronte all’improvviso e in gran parte ipocrita soprassalto, in critica delle parole di Monti, contro i rischi di “governi autonomi dai Parlamenti” da parte di giornali come Il Manifesto e Il Fatto che hanno ignorato la anticipata denuncia da noi tempestivamente espressa in “IN DIFESA DEL PARLAMENTO” , l’indignazione, oltre che per Napolitano e Monti, va estesa  ai “politicantuzzi” e a tali giornali, specie quelli della  “ASINIstra”che raglia e scalcia sempre in ritardo e che dopo un giorno si accheta. Sì che dopo alte “grida manzoniane” contro il Kaiser Monti, effigiato sul Manifesto con l’elmetto prussiano, ha ignorato anche il testo aggiornato di IN DIFESA DEL PARLAMENTO che gli abbiamo inviato ( anche a Il Fatto) e che riproponiamo, stante la mancanza persino di conoscenza e informazione oltre che di dibattito sulle misure in atto contro il Parlamento (e che sollecita Napolitano)

LA FRAGRANZA DI REATO DEL “COLLE” GRANDE “MANOVRATORE”  CONCLAMATA DA CENTINAIA DI GIURISTI, MA PIU DI UN ANNO FA DENUNCIATO ALLA MAGISTRATURA DAI LEGALI DI ALCUNI CITTADINI 

DOPO GLI ULTIMI E ULTERIORI INTERVENTI A “GAMBA TESA” DI NAPOLITANO NELLE VICENDE POLITICHE CHE NON LO RIGUARDANO.

SENZA AVER MAI FATTO UN SOLO MESSAGGIO ALLE CAMERE (l’unico mezzo che la Costituzione gli consente), sui giornali e in TV a “reti unificate” di fatto,  SI IMPICCIA DI TUTTO CIO CHE NON GLI COMPETE:

come LA LEGGE ELETTORALE; “LA SITUAZIONE POLITICA” DI CUI “MINACCIA DI OCCUPARSENE DA VICINO” APPENA RIENTRATO DALLE VACANZE; LE INCHIESTE GIUDIZIARIE; e ancor piùLE SUE E SECONDO LUI “LIMITATE MODIFICHE COSTIUZIONALI” (SIC!), 

MENTRE IL SUO COMPITO DI CAPO DELLO STATO (garante della Costituzione e non arbitro delle e tra le forze politiche), come diceva persino un liberale come Einaudi, E’ DI “CONSEGNARE LA COSTITUZIONE INTATTA AL PROPRIO SUCESSORE“.

“MODIFICHE” che abbiamo tempestivamente denunciate nel nostro IN DIFESA DEL PARLAMENTO: quindi ben prima che Monti esplicitasse  la prassidei governi autonomi dal Parlamentoche ha indignato per un solo giorno i soggetti e i giornali degli “ASINI-stra”, che ne informano ne aprono il dibattito, a cui li abbiamo sollecitati, sulle modifiche in corsovolte a scardinare la funzione legislativa e l’autonomia del Parlamento). 

FRAGRANZA DI REATO DI NAPOLITANO e MONTI FRAGRANZA DI COMPLICITA’ de IL MANIFESTO ed IL FATTO QUOTIDIANO 

“gridanti” e “parolai” difensori della Costituzione quali i

PSEUDO-ANTIBERLUSCONI MA NON ANCHE ANTI CAPITALISMO DI CUI E’ UN PRODOTTO IL BERLUSCONISMO.

Difeso da Giuliano Ferrara suo “compagno di merende” e di “operazioni occulte”  all’interno del PCI, “pericoloso perché abile manovriero che agisce sotto sotto e al coperto” come, avendo ancora una volta ragione, dicemmo appena venne eletto capo dello stato), Napolitano viene accusato persino dal suo amico e intimo Pannella che dice: “é un abile diversamente da altri che hanno attentato alla Costituzione quanto Lui che “abilmente” si difende dicendo: “questi – che difendono il diritto costituzionale – sono prepotenti che mi vogliono far fare quel che vogliono loro” (cioè è una prepotenza pretendere che il capo dello stato rispetti la Costituzione, ndr); criticato persino da centinaia di giuristi per un verso e da altrettanti altri che lo accusano di “coprire la verità” sulla ormai da tempo accertata  e anchegiudiziariamente sancita e acquisita trattativa tra mafia e uomini dello stato, per conto e col coinvolgimento diretto dei POTERI FORTI del capitalismo, della MASSONERIA  e dei SERVIZI SEGRETI (soggetti operanti sul piano occulto e coinvolti da 50 anni e più, in tutti i crimini, attentati contro l’ordine democratico e costituzionale, terrorismo, violenze e illegalità di ogni sorta e mai messi sotto chiave)  e coperti sia da magistrati (come mai Borsellino – uomo ligio alle istituzioni, rimase sconvolto – sopratutto dopo aver incontrato un capo dei servizi segreti e un ministro Mancino di nome e di fatto – dall’avere scoperto che uomini di queste coprivano, cooperavano con la mafia e “decisero” l’uccisione  di Falcone  –  si che ben prima di essere assassinato chiese di essere ma non venne sentito dai magistrati inquirenti dell’omicidio Falcone e il procuratore capo di Palermo dal luglio gli fisso un incontro per settembre (cioè per quando Borsellino era morto e sepolto e l’agenda rossa che conteneva nomi della borghesia di IMPRENDITORI, MASSONI, POLITICI E AGENTI SEGRETIcomplici dellamafia capeggiata da sempre da borghesicolletti bianchi e figlia della BORGHESIA MAFIOSA, di una MAFIA coperta anche sul piano parlamentare e istituzionale da membri dei vertici di governo e di stato.

 

Lettera inviata IN DIFESA DEL PARLAMENTO e del voto del Referendum del 2006

Di fronte all’improvviso e in gran parte ipocrita soprassalto della cultura democratica in critica delle parole di Montie contro i rischi di“governi autonomi dai Parlamenti”, per essere almeno un poco meno ipocriti, va ricordato che la linea del rovesciamento del “governo Parlamentare” e per un esecutivo di   “governo” inteso come “direttivo-direttorio”del Parlamento, è intrinseca e perseguita, di “fatto” e di “diritto” con le c.d. “riforme istituzionali” e “costituzionali”, da parte dei governi del regime del nuovo “ventennio”,che dal governo Amato del 92 al mandato del Gruppo Bilderberg all’attuale governo Monti e tramite Napolitano, insidia il Parlamento con il potenziamento del presidente del consiglio e le limitazioni di autonomia dei gruppi parlamentari nonché con quello che gli “ASINI-STRA” e l’opinione pubblica nemmeno sanno che la riduzione del numero dei parlamentaripunta ed é volta ad ancora più gravi obbiettivi per ledere la democrazia e quindi la politica e la sua già scarsa credibilità, a vantaggio di un governo e di un suo “capo” sovra ordinati al Parlamento.

Regista occulto e palese di tali manovre antiparlamentari si conferma essere il capo dello Stato, il quale sia nelle sue ultime esternazioni che ANCORA IN QUESTI GIORNI, violando la Costituzione ha perorato  la causa dell’accordo parlamentare concordato al Senato ma bloccato in Assemblea – donde l’irritazione di Napolitano contro il Parlamento – per attuare la revisione costituzionale della “forma di governo”, a tal fine sollecitando a respingere il “semi-presidenzialismo” ( che lui pratica e ha di fatto instaurato fungendo persino da supplente del governo) e il c.d. Senato “federale” pattuiti tra Pdl e Lega Nord, ma sostenendo la – a suo dire é – meno “radicale” intesa tra Pdl, Udc e Pd che, addirittura, negli ambienti di maggioranza viene etichettato come “riformetta”.

Viceversa, va richiamata l’attenzione su ciò che sia “Il Manifesto” che “Il Fatto” ignorano e non informano l’opinione pubblica, cioè sul fatto che tale intesa, contiene, a sua volta, elementi di “radicalità antiparlamentare”, a cominciare dalla grancassa demagogica che accompagna il primo punto già votato dal Senato e concernente il numero dei deputati, ridotto da 630 a 508, in nome di una pseudo-risposta alla cosiddetta “antipolitica”, che lamenta con ben altri argomenti l’eccesso di spesa per l’attività politico-parlamentare.

Perciò, a tacere delle ragioni che insidiano il Parlamento con il potenziamento del presidente del consiglio e le limitazioni di autonomia dei gruppi parlamentari delegittimati a sfiduciare il governo se non in grado preventivamente di raggiungere un nuovo accordo di governo contro il governo in carica (la cosiddetta “sfiducia costruttiva”), urge far sapere all’opinione pubblica che la riduzione del numero dei parlamentari punta a ben più gravi obbiettivi di lesa democrazia e quindi della politica e la sua già scarsa credibilità, di cui tacendo sia “Il Manifesto” che “Il Fatto” si rendono complici di chi come Monti – che hanno ipocritamente criticato – e come la “ASINIstra-stra” vogliono un governo direttorio e autonomo dal Parlamento, come gli è scappato detto a Monti .

Tanto che nella storia italiana, nei momenti più delicati della sua crisi, patrocinatori della riduzione del numero dei parlamentari e quindi della rappresentanza della sovranità popolare, sono stati, nell’ordine: la legge 17 maggio 1928, tre anni dopo l’istituzione del regime del “premierato”, cioè del “capo del governo” e la relativa dittatura fascista; il progetto direvisione costituzionaledella “bicamerale” D’Alema (art. 85); il progetto di legge di revisione costituzionale Berlusconi-Bossi (art. 58).

Orbene, poiché il referendum popolare nel 2006 ha bocciato tale ultima ipotesi di riduzione del numero dei parlamentari e che coincide con quella adottata testé dal Senato, è singolare che da “il Manifesto” a “Il Fatto” e tutti i fanatici referendaristi tacciano che tale riduzione concordata cancella il voto referendario e la volontà popolare li espressa e si nasconda, così,  che il vero obbiettivo, intrinsecoalla riduzione del numero dei parlamentari coincide con l’obbiettivo della riduzione della funzione legislativa della Camere: a cui il Governo può imporre all’ordine del giorno della Camera, come “priorità” e prerogativa sua il disegno di legge che gli viene indicato dall’esecutivo di governo (un direttorio del Parlamento, appunto), fino al punto di consentire al Governodi chiedere che il testo proposto sia approvato “senza emendamenti” alcuno.

Questo non basta per convincere Il Manifesto e Il Fatto ad informare i propri lettori e a far sapere all’opinione pubblica quello che si TRAMA CONTRO IL PARLAMENTO dei rappresentanti della sovranità popolare come non gli basta che contro il bicameralismo “eguale” c’è il progetto che prevede l’approvazione da parte del Senato e senza alcuna discussione, cioè implicita, di ogni disegno di legge allo scadere dei 15 giorni dalla trasmissione del Pdl da parte della Camera.

Se per “il Manifesto”, “Il Fatto” e gli “ASINIstra” tutti è ammissibile una tale deriva di tipo autoritario, mentre vacuamente si parla – come se potesse avere senso in tale contesto – di “democrazia partecipativa” e si criticano le parole di Monti allora fanno bene a tenere all’oscuro i propri lettori e l’opinione pubblica ed è anche inutile che se la prendano con Napolitano e critichino Monti che in tal modo sono anche dei rappresentanti degli ASINIstra, del Manifesto e de IL Fatto per i quali è troppo persino chiedergli di discutere nel Paese e sui giornali di tali e così gravi manomissioni. Evidentemente credono che la garanzia della libertà di opinione del primo capoverso dell’articolo 21 non sia collegato al secondo capoverso sulla libertà di stampa per cui la intendono come libertà di chi possiede la stampa e non come libertà di tutti a manifestare il proprio pensiero “tramite ogni mezzo”, come recita l’articolo 21 che, nel caso, Il Manifesto e Il Fatto violano e per questo possono e devono essere denunciati.

Centro Studi IL LAVORATRE  e MOVIMENTO NAZIONALE PER IL RILANCIO DELLA COSTITUZIONE 

Flagranza di reato di Napolitano ed anche del Manifesto e del Fatto Quotidianoultima modifica: 2012-09-27T08:20:00+02:00da iskra2010
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