Calabria, Sicilia e le inchieste dimenticate

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Inchieste fatte decadere quando si avvicinavano al centro della questione, e magistrati delegittimati o trasferiti ad altri incarichi…


17 ottobre 2012

 

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Parte 1a
Il legame che, in regioni geograficamente meravigliose come Calabria e Sicilia (e non solo), legano la criminalità organizzata a logge massoniche, ambienti deviati delle Procure, servizi segreti altrettanto deviati, politica locale e non solo, sono un dato di fatto acquisito, e che durante gli anni ha dato origine a numerose inchieste, le quali sono sempre state insabbiate quando era chiaro agli inquirenti che si era nell’imminenza di approdare a qualcosa di concreto. E ogni fascicolo andava a far parte regolarmente dell’interminabile capitolo ormai noto come “Misteri d’Italia”, che si ingrandisce sempre di più.
Attualmente il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris ha acquisito notorietà, prima di darsi alla politica, come capace magistrato, titolare di numerose inchieste, una delle quali andava a toccare in particolare i rapporti sotterranei fra criminalità organizzata, politica, massoneria e finanza. Per altro non sono pochi quelli che vorrebbero De Magistris nuovamente in toga piuttosto che con la fascia tricolore.
La massoneria calabrese e i collegamenti con funzionari politici e malviventi era stata oggetto di un’inchiesta avviata dal magistrato Cordova nel 1992, che ha poi sviluppato collegamenti ripresi da De Magistris.
Cordova aveva iniziato con una dettagliata analisi del sistema massonico per poterne comprendere tutte le numerose implicazioni e diramazioni che andavano a toccare anche e soprattutto gli apparati giudiziari. Aveva calcolato che in Italia la massoneria raccoglie più o meno 50mila membri, fra ufficialmente aderenti a logge più o meno coperte e aderenti non ufficiali. Fra questi figurano liberi professionisti, ufficiali delle forze armate, imprenditori, docenti universitari, esponenti di forze politiche, rappresentanti della magistratura, delle alte gerarchie ecclesiastiche e molto altro. Insomma, persone che occupano posti di notevole responsabilità, questo non è un segreto per nessuno. Come non è un segreto che personalità come Vittorio Valletta (storico dirigente della Fiat), membri della stesa famiglia Agnelli, Antonio Fazio (ex governatore di Bankitalia), o ex presidenti della Repubblica, del Consiglio e di importanti istituzioni bancarie nazionali come Enrico Cuccia, Marcello Pera, Francesco Cossiga, fra loro si riconoscano come “confratelli”. Pare che anche l’attuale presidente del Consiglio, Mario Monti, faccia parte di una fra le maggiori logge italiane.
D’altronde, basti considerare che per capire i buoni rapporti tra massoneria e cariche ufficiali dello stato, Romano Prodi ha mandato un messaggio di augurio e benvenuto alla riunione di apertura del GOI (Grande Oriente d’Italia), di cui vale la pena riportare il testo: “La repubblica e il Governo vi salutano, la Repubblica si riconosce nei valori della massoneria”. Il messaggio sarebbe stato portato dal sottosegretario alle politiche giovanili De Paoli. Ed anche l’ex presidente della Corte Costituzionale e della Rai, Baldassarre, pare abbia preso parte ad una recente riunione del GOI con un discorso illustrativo sulla tripartizione dei poteri dello Stato.
Non deve sorprendere: fin dai primi anni dell’Unità d’Italia ministri di primo livello del Parlamento come lo stesso Conte di Cavour, De Pretis, Zanardelli, Crispi, erano appartenenti alla massoneria.
A periodi spuntano poi collegamenti con certe branche deviate della stessa istituzione massonica e mondo della politica, come accadde in occasione del tentativo (non riuscito) dell’onorevole Marco Pannella di portare nelle liste politiche del Partito Radicale nientemeno che il venerabile gran maestro Licio Gelli. Perché? Stando a quanto lo stesso Pannella rivelò a suo tempo, perché in cambio Gelli avrebbe rivelato i propri segreti, ma molti dicono che il vero motivo fosse stata l’immunità parlamentare…

Fine parte 1a


18 ottobre 2012

 

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Parte 2a


 – Che la massoneria sia un fenomeno diffuso a livello mondiale è cosa nota, e che alla massoneria, oltre ai grandi statisti italiani del passato, siano appartenuti anche i padri fondatori degli Stati Uniti d’America come Benjamin Franklin è altrettanto noto. Anche che vi appartengano la quasi totalità degli ultimi presidenti, come fu per molti presidenti francesi, sovrani del Belgio, d’Olanda, e alcuni dicono che furono confratelli perfino personaggi come Yassser Arafat e Muhammar Gheddafi… E sull’onda dei “si dice” pare che anche l’Onu sia stata una creazione voluta dai vertici mondiali della massoneria, come anche il Wwf presieduto da Filippo di Edimburgo, la stessa Croce Rossa Internazionale, la Commissione Trilaterale… Ma siamo nel campo dei “si dice”, e il condizionale è quindi d’obbligo.
Per comprendere il problema che potenzialmente può crearsi, in virtù di questa fratellanza tra esponenti di spicco, si cita spesso l’episodio del Britannia avvenuto nel 1992, quando a bordo del celebre piroscafo si sarebbe celebrata una riunione fra i vertici della finanza internazionale alla quale parteciparono anche Mario Draghi e Romano Prodi, e nella quale si decise la privatizzazione di alcune fra le maggiori aziende italiane. Da lì a poco vennero trasferite all’estero le proprietà di Buitoni, Locatelli, Ferrarelle, Invernizzi e diverse altre. Alcuni storici e giornalisti raccontarono che nella stessa riunione si sarebbe decisa la fine della lira tramite una calcolata svalutazione senza precedenti proprio per favorire l’acquisizione di determinate industrie italiane ad acquirenti stranieri.
Vi sono in effetti molte domande che ancora oggi rimangono senza una risposta soddisfacente. E’ un dato di fatto che il vertice massimo della massoneria internazionale sia la Casa Reale inglese… e chissà perché, nonostante la Gran Bretagna non abbia aderito all’unione monetaria europea, nella BCE la Banca d’Inghilterra sia presente con un non trascurabile 17% di quote… E perché gli istituti di credito italiani eseguono cospicui investimenti in azioni di altre banche come Morgan Stanley, Barclay’s, Chase Manhattan Bank, tutte collegate a vario titolo alla banca Centrale d’Inghilterra tramite un elaborato sistema di scatole cinesi, nonostante evidenti conflitti d’interessi?
In teoria la massoneria è un istituzione in cui si entra per fare un percorso iniziatico di conoscenza e approfondimento di determinati argomenti. E’ vero per molti iscritti e per numerose logge. E sempre in teoria poi la lista degli iscritti dovrebbe essere pubblica, essendo vietate dal nostro ordinamento le associazioni segrete. Eppure sono numerose, anche in Italia, le cosiddette Logge Coperte, che raccolgono membri che non vogliono rivelare la loro appartenenza alla massoneria. A queste logge pare siano affiliati anche pericolosi boss mafiosi come Bagarella, Lo Piccolo, Inzerillo, Bontate, Riina, che certamente non entrano in questa istituzione per una desiderio di conoscenza e approfondimento della ricerca interiore.
I motivo del perché certe logge mantengano l’assoluto segreto sui propri appartenenti, anche fra loro stessi, è presto detto: la loro funzione è quella di salvaguardare persone di particolare importanza istituzionale, politica e finanziaria, da pressioni indebite da parte di altri fratelli.
Le logge massoniche coperte insomma sarebbero il trait-d’union fra criminalità organizzata, politica, finanza e imprenditoria.
La XXXIIa Commissione Parlamentare Antimafia, in uno dei diversi resoconti della propria attività, ha ufficialmente ammesso che “le logge massoniche coperte potrebbero essere in grado di influenzare o determinare gravi interferenze nell’esercizio di funzioni pubbliche”.
Questo spiegherebbe la profonda preoccupazione data dall’eventualità che un presidente del Consiglio possa appartenere ad una loggia coperta di San Marino o avere interessi del genere. E questo scatenerebbe inoltre una grande baraonda se un’inchiesta come quella cominciata da Luigi De Magistris venisse portata avanti e soprattutto resa pubblica.
Fine parte 2a


18 ottobre 2012

 

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Parte 3a
 – Le logge massoniche, come hanno dimostrato le inchieste e le indagini prima di essere insabbiate o prima che i titolari dei fascicoli giudiziari ricevessero improvvisamente ordine di trasferimento ad altri incarichi in altre città, lo stretto legame fra criminalità, alta finanza, politica e servizi d’informazione, con infiltrazioni in numerosi aspetti della vita sociale del Paese.
E come le diverse interruzioni di dette inchieste hanno dimostrato, è “tabù” indagare su questi collegamenti.
Magistrati decisi e determinati come Cordova, Forleo, De Magistris, Woodcock, sono giunte a intravvedere i vertici, tirando quel sottile filo rosso che lega criminalità, politica, finanza, massoneria.
Le inchieste dei magistrati sopra citati comunque, anche se non sono giunte a chiarire la situazione o determinate verità, hanno comunque potuto illuminare maggiormente un mondo misterioso i cui tentacoli pare siano in grado di arrivare dovunque. E pongono soprattutto ulteriori domande e spunti di riflessione.
Qual’è il rapporto fra logge ufficiali e logge coperte? In quale tipo di rapporti sono i singoli iscritti fra di loro? In che misura le logge coperte partecipano alle attività e sono collegate con le logge ufficiali? Come si comporta un funzionario di governo, o un banchiere, o un responsabile di qualche settore fondamentale negli equilibri economico-politici internazionali, quando si trova a dover scegliere fra giuramento di fedeltà all’ente di appartenenza e quello alla massoneria, in caso gli interessi non coincidano?
In quale misura l’appartenenza alla massoneria di alte cariche dello Stato, è in grado di interferire nelle relazioni trai vari Stati?
Concludendo, ci si augura solo che le varie inchieste possano un giorno essere riaperte e continuate, e a tale scopo si ricordano le principali: Loggia P2, Loggia Camea, Loggia Scontrino a Trapani, Inchiesta De Magistris (sospesa) e inchiesta Woodcock (tutt’ora in corso)…
Inchieste che avrebbero anche evidenziato (e confermato) l’appartenenza alla massoneria di alti dirigenti dei servizi segreti non solo italiani. E’ storicamente documentato che per oltre un trentennio, gli stessi servizi siano stati diretti da iscritti alla massoneria. I dati che dovrebbero riguardare i giorni nostro non sono disponibili perché, casualmente, mancano elenchi dei recenti iscritti che siano consultabili. Non è un caso, comunque, che l’inchiesta del pm De Magistris abbia coinvolto in pieno il direttore della Sezione Calabrese del Sismi e vari esponenti della politica locale.
Il terremoto provocato dall’affare P2 ha poi dimostrato come i servizi segreti rispondessero prima al venerabile Licio Gelli e solo in un secondo tempo agli organismi dello Stato e del governo. Senza considerare il fatto che in tutti gli avvenimenti dove anche marginalmente siano stati coinvolti i servizi, non si è mai giunti ad appurare la verità e le responsabilità dei fatti, dal caso Moro, a Ustica, agli anni di piombo del terrorismo, Piazza Fontana, Piazza della Loggia, Stazione di Bologna, Capaci e via D’Amelio, Moby Prince, treno Italicus, e la lista è decisamente lunga…
Fine…?

 

da: http://www.ogginotizie.it/180227-calabria-sicilia-e-le-inchieste-dimenticate/#.UJbAYI7bZ5l

Calabria, Sicilia e le inchieste dimenticateultima modifica: 2012-11-08T08:23:00+01:00da iskra2010
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