Testimonianza di Rea -che fu aspro critico del PCI- sul PCI “grande partito”. Non perchè “grosso” ma perchè “pensa” e sentiva “in grande”

 

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da Angelo Ruggeri

Rea che fu aspro critico del PCI, riconosce quel che Ciampi conclude essere stato “un grande partito, il PCI, che non faceva della cultura una manifestazione di esibizionismo, ma la rendeva puro magistero, strumento di trasformazione sociale”.

Un libro di Ermanno Rea dal titolo “Napoli ferrovia”, conclusione della trilogia dedicata alla sua città natale è la storia del rapporto tra lo stesso Rea, presidente della Fondazione premio Napoli, e un fotografo naziskin, detto Caracas, che non ha altro da fare che aiutare i più disgraziati nei quartieri poveri della città.

Attraverso Caracas che lo accompagna nei suoi giri notturni, Rea si riappropria della memoria ‘topografica e sentimentale’ di una città che – afferma – è “bella e dannata alla stessa maniera”.

C’è una pagina, bellissima, in cui Rea, comunista, parlando del PCI dice a Caracas (pag. 188):

Fu un grande partito, Caracas, lascia che telo dica una persona che lo ha criticato aspramente. Un partito dal fascino travolgente che riuscì ad essere nello stesso tempo straordinario e meschino, geniale e stupido, creativo e burocratico, totalitario e assetato di pluralismo. Che cosa non facemmo, allora, soprattutto noi giovani, per amore della democrazia e della città in cui eravamo nati. La rivoltammo da cima a fondo come un vecchio cappotto promuovendo coscienza, accendendo entusiasmi, suscitando orgoglio. Oggi nessuno più parla di tutto questo. Perfino il vecchio archivio dell’ex federazione in cui fu annotato ogni evento, ogni riunione, ogni fatica, ogni iniziativa, giace negletto in uno scantinato di periferia come se tutti avessero paura di quelle carte, di quei documenti.”

Un grande partito, il PCI, che non faceva della cultura una manifestazione di esibizionismo, ma la rendeva puro magistero, strumento di trasformazione sociale.

Testimonianza di Rea -che fu aspro critico del PCI- sul PCI “grande partito”. Non perchè “grosso” ma perchè “pensa” e sentiva “in grande”ultima modifica: 2012-11-17T08:07:00+01:00da iskra2010
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