Dens dŏlens 97 – “Dovuti distinguo sulle Forze dell’Ordine”

di MOWA

Prima di iniziare ritengo giusto precisare che le Forze dell’Ordine, per quanto svolgono sul versante della criminalità, dei soprusi e del malaffare dovrebbero avere l’appoggio della cittadinanza. Per questo noi tutti dovremmo esser loro sinceramente e incondizionatamente grati.

Non possiamo, però, sostenerli quando avvengono fatti che con la criminalità o il malaffare non c’entrano assolutamente nulla, come, ad esempio, è avvenuto a Genova nel 2001 [1] in quell’occasione le Forze dell’Ordine sono state il braccio di un disegno politico totalitario e sopra le righe non appartenente alla nostra democrazia. Coloro che si sono resi protagonisti (sul versante delle Forze dell’Ordine) delle violenze perpetrate dovrebbero riflettere su quanto furono “indotti” a fare e quanto  fu loro “imposto” dalle circostanze.

Sono certo che molti agenti si sono trincerati dietro l’“attenuante”, per la propria coscienza, di dover “tutelare” i colleghi in difficoltà, “dover aiutare, per “spirito di corpo”, quei colleghi che:… in quell’esatto momento, si sono dimenticati, che così facendo minavano il mandato costituzionale per cui erano ingaggiati… impedendo, di fatto, a dei loro concittadini, di manifestare la libertà di espressione.

Ci sono precisi momenti in cui uno Stato democratico manifesta il suo essere civile e sono quelli in cui dà modo ai cittadini di esprimere il proprio pensiero attraverso la tutela del libero arbitrio. Libero arbitrio che è l’esatto contrario di quanto accaduto a Genova (e in molte altre occasioni in cui si è manifestato in piazza) quando vi è stato un abuso sulla libera volontà di dare voce a una parte del paese.

Anche se sono passati 12 anni da quei fatti bisogna essere capaci di  assumersi la responsabilità di quanto accaduto, come adulti che hanno maturato la consapevolezza di ciò che è stato fatto, ri-analizzare quegli episodi e dire che molti delle Forze dell’Ordine sbagliarono ad usare quella inaudita brutalità. Anzi, all’interno delle stesse Forze dell’Ordine era ed è necessario prendere le distanze da costoro come da coloro che, successivamente “ostacolando” la Magistratura nello svolgere la funzione indagante (fatta, ironia della sorte, da altri loro colleghi) hanno scelto, di fatto, di stare dalla parte di quei paesi che prediligono le urbs anziché sviluppare civitas.

Costoro sono quei “colleghi” che usano le proprie frustrazioni personali, spesso camuffate da pseudo-ideologismo totalitario, per giustificare le loro brutali azioni.

Sono quei “colleghi” che usano la bontà e la generosità altrui per propri fini e che, molte volte, con la legge non centrano nulla anzi…!

Sono quei “colleghi” che hanno, spesso, appeso all’interno dei propri armadietti le effigi di donne nude e accanto la sagoma del Duce in posa perché costoro sono il prodotto di quel machismo che le società progredite cercano di debellare.

Per molti colleghi costoro, per le loro trasgressioni, sono, nel loro agire sbagliato, un modello accattivante a cui, spesso, riescono a dare un’aura tanto da renderlo seducente anche per la conseguente impunità. Quindi, non è giusto dare una sorta di civis Romanus sum a molti delle Forze dell’Ordine perché è ingiustificata e intollerabile da un paese che, a fatica, cerca di stare nell’alveo delle regole democratiche.

Devono essere gli stessi loro colleghi a separare loglio cattivo dalle sementi buone per evitare di dare l’alibi alle molte cose che non vanno all’interno delle loro strutture. Spesso il malcontento è “gestito” da autentici mestatori d’odio. Odio erroneamente indirizzato verso ciò che è ritenuto inconcepibile e, quindi, preclusivo ad ogni tipo di dialogo che porta a chiudere le orecchie all’ascolto per “giustificare” l’alzata di quel muro d’ostilità e, spesso, di mani. Se quest’analisi fosse sbagliata non avremmo avuto diverse morti dentro le stazioni militari o i commissariati.

I tutori dell’ordine non possono essere al di sopra della legge e l’applicazione della stessa è esattamente proporzionale alla propria condotta… altrimenti si arriva a formulare motti che confondono il buon senso come campeggia sul muro di un comando della Polizia Municipale di Milano: “oltre il dovere”. E qui ci sarebbe da chiedere all’amministrazione comunale di Milano come mai ci sia una scritta del genere e quale scellerata delibera può aver osato tanto e se, per caso, “oltre il dovere” non possa esserci che il dovere stesso secondo il precetto tra diritti/doveri e correttezza… e, quindi, perché “oltre”?

Se così non fosse, (ovverosia quello di riaccreditarsi nell’attività democratica) si darebbe l’alibi, il lasciapassare, ai soprusi e agli abusi che hanno portato molti agenti delle Forze dell’Ordine a sentirsi “oltre” e poi uccidere come quelli della Uno bianca, della Falange Armata, [2] quelli che erano in combutta con l’Autoparco della mafia di via Salomone a Milano [3] ecc. e tutti, guarda caso, su posizioni e/o conniventi con la cultura di destra. [45] Quella destra che è il brodo di cultura che ha portato ad atti o compiacenze con stragi, omicidi selettivi, deviazioni autoritarie e golpiste ecc. che nulla hanno da spartire con la nostra democrazia nata dalla Resistenza e contro tutto ciò.

 

Note:

[1] Immagini sui fatti accaduti a Genova nel 2001: http://www.youtube.com/user/Processig8?feature=watch

[2]  Brani tratti dal sito Archivio ‘900:

“18/10/1993 – Vengono cambiati i capi dei servizi segreti italiani: Direttore del SISMI è il gen. Cesare Pucci, a comandare il SISDE è chiamato il prefetto Domenico Salazar e al CESIS va il gen. Giuseppe Tavormina. Viene approvata anche una epurazione di ufficiali dei servizi tra i quali, dirà il ministro della Difesa Fabio Fabbri 300 uomini del SISMI, tra i quali si annidano i 16 sospetti telefonisti della Falange Armata, e l’intera settima divisione, quella da cui dipende Gladio. Più che epurati in realtà verranno rispediti alle sedi di provenienza.

21/10/1993 – Attentato a Padova durante la notte contro il Palazzo di Giustizia che viene in parte distrutto. L’attentato viene rivendicato dalla Falange Armata.

26/10/1993 – Viene arrestato a Taormina Carmelo Scalone, educatore penitenziario, uomo di fiducia di Nicolò Amato, è accusato di essere uno dei telefonisti della Falange Armata come risulterebbe da alcune intercettazioni telefoniche. Cade il silenzio invece sui 16 uomini del SISMI precedente individuati.

25/11/1994 – Nell’ambito dell’inchiesta sulla banda della Uno bianca è stato arrestato un altro poliziotto, altri due sono sospettati di avere chiuso gli occhi sull’attività dei colleghi, un altro ancora a Pescara ha ricevuto un avviso di garanzia. I magistrati bolognesi hanno inoltre trasmesso gli atti dell’inchiesta ai colleghi romani che indagano sulla Falange Armata. Il poliziotto arrestato si chiama Pietro Gugliotta e prestava servizio alla sala operativa delle volanti della questura di Bologna.

27/11/1994 – Eva Mikula, arrestata con Fabio Savi ha dichiarato di aver conosciuto il componente della banda della Uno bianca nel gennaio del ’92 a Budapest nel bar dove lavorava come cameriera. A presentarglielo era stato un amico di Budapest che aveva sentito parlare Fabio Savi di mercurio rosso. Una perizia, inoltre, ha constatato che una delle pistole 357 magnum sequestrata ai componenti della banda è la stessa che nell’aprile del ’90 uccise l’educatore carcerario di Opera Alberto Mormile. Il senatore Libero Gualtieri racconta che l’ex segretario del CESIS, Francesco Paolo Fulci redasse un elenco di 16 nomi interni alle “forze dell’ordine” come sospetti di essere implicati nella vicenda della Falange Armata che tale sigla avrebbe avuto lo scopo di disinformare e intimidire per allontanare i sospetti su Gladio.” http://archivio900.globalist.it/it/documenti/doc.aspx?id=614

[3] Pietro Rampulla, artificiere della mafia, ex Ordine Nuovo era amico di Rosario Cattafi. Le denunce di Epaminonda – Una pista “nera” lega Capaci all’Autoparco http://archiviostorico.unita.it/cgi-bin/highlightPdf.cgi?t=ebook&file=/archivio/uni_1993_11/19931116_0008.pdf&query=

[4] Sel all’attacco: «Appartiene al Fronte Nazionale Anticomunista» – Bufera su ufficiale dei vigili: «E’ un militante dell’ultradestra» http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/13_gennaio_16/vigili-militante-destra-bufera-2113567797756.shtml

[5] SPARATORIA AL COMUNE, L’EX VIGILE AVEVA NEL MIRINO POLITICI, GIUDICI E GIORNALISTI http://www.leggo.it/NEWS/ITALIA/sparatoria_comune_giuseppe_pegoraro_politici_giudici/notizie/299691.shtml

Dens dŏlens 97 – “Dovuti distinguo sulle Forze dell’Ordine”ultima modifica: 2013-07-26T01:02:12+02:00da iskra2010
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