Dens dŏlens 134 – “ Renato Curcio uomo delle false flag?”

di MOWA

Leggendo le varie biografie di Renato Curcio, uno dei capi storici delle Brigate Rosse, salta all’occhio una cosa, o meglio a sua mancanza, perché non viene quasi mai citata, se non fuggevolmente, e cioè la sua formazione, da giovane, in due ambienti specifici che, per certi versi, hanno qualcosa in comune: quello valdese-protestante, prima, e quello dell’estrema destra nazional-socialista, poi, e precisamente Jeune Europe (“Giovane Europa”). Organizzazione, quest’ultima, che riprende le tesi di Jean Thiriart su cui avremo modo di dire più avanti. (di cui disserteremo…)

Prima di continuare su Renato Curcio, per poter capire il seguito, bisogna, però, precisare qualcosa sui valdesi.

Già dal lontano 1859 sino al 1860, in Italia, i valdesi intrapresero strade, in concorrenza al papato e, con la scusatio di una maggior libertà di religione, coltivarono le “simpatie” per la massoneria europeista tanto che vennero chiamati per il loro lealismo sabaudo  massoevangelici”.

Dopo la pubblicazione del libro “Valdesi e Massoneria due minoranze a confronto” edito dalla valdissima Claudiana, e scritto dal professore di storia del Risorgimento (valdese e massone egli stesso), Augusto Comba, risulta non essere più novità il filo conduttore, che parte dal nostro pre-Risorgimento, in proliferazioni di doppie appartenenze di molti personaggi valdesi alla massoneria.

Nel libro, infatti, vengono citati nomi importanti di valdesi appartenenti alla Loggia “Excelsior” come: “Teofilo Pons, il professore del Collegio valdese e studioso della cultura delle valli; Giorgio Tron, biologo di fama e per un anno, dal 1960 al 1961, eletto Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia; Augusto Armand Hugon, storico insigne del valdismo e sindaco di Torre Pellice negli anni Cinquanta.”, o ad altre logge massoniche come: “Teofilo Bert, Guido Botturi e l’industriale Edilberto Cavallo di Roma, invece, Nicolò Introna, colonna del tempio valdese di Piazza Cavour e vicegovernatore della Banca d’Italia”.

Nell’articolo di Sandro Magister che parla del libro in questione si dice anche: “C’è chi, massone, si ascrive da adulto a una comunità valdese. È il caso di Giordano Gamberini, Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia tra il 1961 e il 1970, convertitosi al protestantesimo per influsso di un massone milanese. Oppure ecco il percorso contrario. Ernesto Ayassot, pastore a Torino, decide di entrare in loggia dopo aver incontrato Gamberini, venuto a visitare una mostra risorgimentale da lui allestita.

Potremmo parlare anche del pastore valdese Matteo Prochetpresidente del Comitato di Evangelizzazione per ben 35 anni e nel contempo, Gran Maestro della Massoneria con stretti legami con i massoni statunitensi ed insignito del titolo di commendatore dell’Ordine della Corona d’Italia nel 1893”. E così via, vengono citati molti altri ancora…

La massoneria, come abbiamo più volte ripetuto, è la struttura organizzata dell’“élite” della borghesia, quella che ha avuto l’accortezza di saper sfruttare il mimetismo, infiltrandosi o inventando schieramenti vari che siano essi politici, culturali o religiosi pur di aizzare gli uni contro gli altri e proseguire nell’obiettivo di conquistare posizioni di privilegio e/o di dominio.

In questo modo i “mentecatti” della massoneria sono riusciti a far fare guerre a poveri disperati aizzati negli animi verso beceri nazionalismi o improponibili localismi.

La massoneria ha saputo, anche, diffondere visioni escatologiche con fini perversi come, ad esempio, l’esoterismo che è stato la base e lo strumento culturale per formare le Waffen SS… E qui siamo arrivati alla seconda formazione giovanile di Renato Curcio tra i nazional-socialisti di Jeune Europe di Jean Thiriart. Organizzazione che operava in ben 11 Stati (Italia compresa) con stretti contatti con apparati USA e NATO i cui intenti erano di costruire idealità politiche nazi-maoiste (sic!) (che, oggi, conosciamo come rossobruni) con lo scopo di infiltrarsi nelle formazioni di sinistra e predisporre, così, delle false flag (“false bandiere”) depistanti sui veri obiettivi.

Infatti Renato Curcio, in perfetta sintonia con le idee di allora (era segretario di Jeune Europe in un paese della Liguria e, quindi, non l’ultimo iscritto) non ha mai smesso di frequentare esponenti della destra estrema come lo psichiatra Adriano Segatori (frequentatore di Franco Freda, l’uomo della bomba di Piazza Fontana il 12 dicembre 1969).

Straordinaria la coincidenza della militanza in ambo le formazioni politiche in quanto entrambe volevano un’Europa sovrana (impero) rispetto all’autodeterminazione degli Stati nazionali.

Straordinarie sono, anche, le modalità con cui hanno dato battaglia politica le due formazioni politiche usando sia la tecnica del mimetismo che quella delle false flag che andavano a indebolire gli avversari…

E’ interessante ricordare, anche, che, a pagare le campagne del Führer e fare affari con gli stermini di intere popolazioni, furono le potenti lobby dei banchieri, come i massoni Morgan o i Rockfeller, i Rothschild o i Baruch.

Ma analizzando bene il fenomeno anche le BR hanno usato gli stessi mezzi in una Repubblica con la Costituzione nata sotto il segno della Resistenza partigiana!

Infatti, documenti alla mano, al loro interno militavano persone che con il comunismo nulla avevano a che spartire, basti pensare anche al simbolo adottato che riconduce al pentalfa della milizia massonica.

Renato Curcio in verità, non ha mai smesso neppure per un attimo di lanciare messaggi ai suoi occulti referenti politici, attraverso una serie di simbolismi tipici della cultura esoterico-nazista e lo possiamo riscontrare nelle rune del logo della sua casa editrice “Sensibili alle foglie

dove gli uomini sono con le braccia alzate e uno è senza testa perché in contatto mentalmente con il trascendente. Le rune sono simbologie tratte dallo sciamanesimo di matrice nordica. Nel simbolismo runico l’uomo con le braccia alzate corrisponde ad Algiz la runa della vita,

la stessa se è rovesciata rappresenta la runa YR, la morte e le Waffen SS la usavano simbolicamente nel loro giuramento utilizzando tre dita della mano destra: il pollice, l’indice e il medio aperti.

Chi di noi comunisti o, anche, di una sinistra generica non ha mai disegnato una falce e martello?

Invece anche il dipinto di Renato CurcioSogni tra Segni” all’Art hotel Atelier sul mare Castel di Tusa a Cefalù in Sicilia è pieno, solo, di rune, svastiche e simboli celti.

Credo che, se dovessimo, poi, analizzare l’uso che Renato Curcio fa delle Brigate Rosse (che ricordano molto nel nome la milizia Brigate Rivoluzionare Europee della sua vecchia organizzazione Jeune Europe) e del come si (gli si?) sia salvata la vita quando divenne terrorista “rosso” andando in carcere, passando il testimone all’altro equivoco Mario Moretti, ed essere riciclato nei momenti di nuove opportunità… ne scopriremmo delle belle.

Infatti, non sono poche le realtà degradate della politica che richiamano ad ideali nichilisti che, grazie a “sapienti maestri”, hanno allevato come “polli” personaggi nei diversi centri sociali, centri che sono diventati la culla dell’elaborazione teorica piccolo-borghese.

Ecco, allora, emergere dal cilindro dello squasso politico del momento, nuovamente, il nome di Renato Curcio che, da diligente maestrino (ma servo della borghesia) si presenterà come un rivoluzionario “a tutto tondo“… senza spiegare sia le proprie vere finalità che di voler indurre questi “nuovi polli” a rovinarsi con le loro stesse mani, rendendoli ricattabili dal sistema, tutto come insegnò a quelli precedenti che, ora, sono in galera o, peggio ancora, morti, plagiati da un soggetto politico che ha lavorato più per “il re di Prussia” che per gli oppressi.

Oggi, che non esiste più il PCI, (e Curcio fu uno dei protagonisti esterni della sua scomparsa) l’“élite” della borghesia sta tirando fuori il peggio di sé che va dal modificare la Costituzione italiana a frantumare le ultime speranze che hanno i giovani di organizzarsi in modo pulito per un avvenire pieno di sorprendenti opportunità, confezionandogli, invece, partiti e/o movimenti che inducono all’autodistruzione e all’autocommiserazione tipica delle religioni…

L’ultima esca negativa, proposta dall’“élite” della borghesia ai giovani, sono i Renato Curcio di turno.

Contestatelo, non date spazio al suo “flauto magico” di discorso, dimostrereste, così, di essere voi i rivoluzionari (ma comunisti, davvero, questa volta) perché avreste compreso il trucco degli uomini false flag proposti e funzionali al sistema.

Analizzate e studiate chi vi propone certi personaggi per decidere se sono, solo, “scemi” e non altro, ne va della vostra speranza di cambiare le cose veramente.

Anche perchè nel frattempo l’“élite” della borghesia, che non ha poltrito nelle sue pianificazioni, ha sistemato in posti rilevanti gli altri propri “validi” referenti come è avvenuto con:

Paolo Mieli ex Potere Operaio, L’Espresso, La Stampa, Corriere della Sera, Rcs Libri, Rai3 La grande storia e Correva l’anno, Presidente Rai;
Lucia Annunziata ex il Manifesto, la Repubblica, Corriere della Sera, La Stampa, Rai3 Linea tre, TG3, APBiscom, Presidente Rai, direttore di Aspenia dell’Aspen Institute Italia e dell’Huffington Post Italia, Rai3 Leader, Rai3 In mezz’ora;
Paolo Liguori ex Lotta Continua, Tgcom-Mediaset;
Toni Capuozzo ex Lotta Continua, Terra-Mediaset;
Adriano Sofri ex Lotta Continua, il Foglio di Ferrara, la Repubblica, Panorama;
Enrico Deaglio ex Lotta Continua, il Venerdì di Repubblica;
Erri De Luca, ex Lotta Continua, la Repubblica;
Gianni Riotta, ex il Manifesto, La Stampa, Corriere della Sera, Il Sole 24 Ore, Eco della Storia Rai Storia

Dens dŏlens 134 – “ Renato Curcio uomo delle false flag?”ultima modifica: 2014-09-09T01:49:37+02:00da iskra2010
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