Dens dŏlens 136 – “ C’è relazione tra BR e ISIS?”

di MOWA
Un titolo del genere può generare, in alcuni, un po’ di disorientamento ma se si volesse fare un’ analisi più attenta, probabilmente, si potrebbero scoprire interessanti convergenze.

I perplessi, infatti, come prima cosa potrebbero chiedere:
Dove sono le affinità visto che gli obiettivi perseguiti sono diversi?

Oppure:
Visto che sono fenomeni politici avvenuti in due periodi e paesi diversi dove sono le affinità?

Andiamo, succintamente e con ordine, a spiegare.

La prima affinità che colpisce, degli uni (BR) con gli altri (ISIS), sta nel modus operandi.
Entrambi, infatti, hanno colpito all’inizio soggetti deboli e/o indifesi: capi reparto, dirigenti d’azienda, sindacalisti le BR, giornalisti e operatori umanitari l’ISIS.

Altra affinità, tra loro, sta nell’uso strumentale degli ostaggi catturati.
Infatti, sia gli uni che gli altri, hanno “utilizzato” gli ostaggi per:
1) fare richieste “politiche”;
2) fare pubblicità dell’esistenza dell’organizzazione;
3) fare esecuzioni per “mancanza di interlocutori”.

La terza affinità sta su quanto quelle azioni abbiano:
1) potenziato gli avversari;
2) dato modo agli avversari di intervenire in quel contesto;
3) dato modo all’avversario di avere nuovi alleati;
4) dato modo all’avversario di “inventare nuove notizie” per incrementare la repressione;
5) dato modo all’avversario di restringere la democrazia.

Tutto queste cose provocano, inevitabilmente, nel paese preso di mira destabilizzazione delle vecchie regole imponendone di nuove e peggiori.

I servizi segreti occidentali (e non solo) pur di arrivare a creare una situazione favorevole al proprio paese non sono nuovi a creare, sotto copertura, azioni efferate e cruente con l’espediente delle false flag.

Nei paesi europei dovremmo ricordare il fenomeno, tutto occidentale, delle Stay-behind (Gladio).

Dovremmo ricordare, anche, cosa furono capaci di fare questi soggetti pur di arrestare l’ipotesi di socialismo-comunismo di alcuni popoli.

Per taluni, meno ingenui, infatti, non fu una novità, anni dopo, avere conferma dai desecretamenti di documenti, che queste azioni terroristiche erano finalizzate all’invasione e all’impossessamento dei beni sia naturali che di prima necessità di quel territorio da parte dell’“éliteper proprio, unico e personale, arricchimento.

Come, ancora, non furono una novità i connubi omertosi che esistevano (esistono) tra diversi terroristi e l’establishment politico-militare come il Pentagono o la CIA.

Non sono, sorprendentemente, più sufficienti le ammissioni o “gaffe” degli stessi componenti dell’“élite”, a dimostrare la degenerazione culturale e/o sudditanza economica dei vari paesi, per convincerci di dover impostare una politica basata, unicamente, sul tradizionale rapporto diplomatico… Ed, invece, si basa tutto sulla forza muscolare mandando povere vite umane a combattere guerre, ignare delle vere finalità dell’oligarchia.

Sarebbe, a questo punto, necessario porre la seguente domanda:
Perché avvengono ora queste continue e progressive aggressioni ai vari Stati?

Innanzi tutto, bisogna dire che la premeditazione sta alla base di quanto esposto sopra e non è frutto del caso ma di un “ben” congegnato piano stategico-militare per ottenere gli obiettivi prefissati…
Ecco, quindi, il ruolo e la funzione degli agenti sotto copertura che sono sempre stati quelli che hanno avuto la funzione di creare, con l’espediente delle false flag, instabilità politica in un determinato paese per far imporre nuove regole…
Ma, per realizzare ciò, questi agenti, hanno bisogno di crearsi potenziali “alleati” che, abitualmente, vengono trovati (o creati) in loco su diversi fronti che vanno, innanzi tutto, dai giovanissimi che propendono per una visione del mondo ed una contestazione istintiva e semplicistica al sistema sino ad arrivare all’integralismo ideologico di talune altre.
Gli stessi brigatisti (salvo qualcuno) avevano una provenienza di rigida militanza religiosa: testimonianza ne sono i volantini infarciti di “fervore del credente trascendente”…
È da far notare che vengono “usate” tutte quelle realtà che fanno parte di quel “brodo” che dà una risposta nichilistica ai bisogni terreni e che il potere ha saputo spacciare come l’unico percorso possibile per modificare le cose esistenti.

Per le vittime inconsapevoli (in questa terribile morsa costruitagli addosso dagli artefici delle false flag) che abbracciarono (e abbracciano) questa logica questo ha prodotto (e produce) due, inevitabili, effetti:
1) percezione dell’immutabilità delle cose e della potenza dell’“élite” se non le si affronta sul terreno del terrorismo;
2) dopo gli scarsi (e prevedibili) risultati sul piano politico, di siffatte azioni, essere perseguiti dalla legge diventando prede ricattabili (e “usabili”) dallo stesso potere che combattono.

Quanti brigatisti, o di altre formazioni terroristiche degli anni ’70, una volta consapevoli degli errori commessi, sono diventati per gli storici o gli inquirenti fonte di notizie utili a rianalizzare gli atteggiamenti di alcuni loro ex-”compagni” e scoprire (ahimè, per loro) che erano, in realtà agenti infiltrati o reazionaria tutto tondo”?

Un nome per tutti: Alberto Franceschini, ex-capo e fondatore della formazione terroristica, ha saputo dare, dopo aver pagato tutto il suo debito con la giustizia, in più occasioni, modo di far appurare quanto di “marcio in Danimarca” vi fosse nelle BR.

Quelle BR furono tra i primi esperimenti, post bellici, a “sinistra” (dopo altri come Potere Operaio, Collettivo Politico Metropolitano, Prima Linea, Autonomia Operaia, ecc.) dell’establishment politico-militare occidentale per distruggere la politica leale, e dentro la Costituzione antifascista, dell’unica formazione politica che preoccupava l’“élite”: il PCI.

Quale l’obiettivo dell’oligarchia occidentale con le BR di allora e con l’ISIS di oggi?

Produrre un paese “normalizzato” e appiattito sulle loro posizioni come è avvenuto in Italia (e contemporaneamente in Europa), prima attraverso le bombe ed il terrorismo proprio come avviene, ora, nei paesi Nordafricani o ad Est con le varie “rivoluzioni colorate” modificate, e poi, pian piano, con le “rivoluzioni religiose”.
Come, d’altronde, previsto nei piani di invasione dei manuali di guerra non convenzionale come furono, appunto, le Stay-behind (Gladio) e le false flag delle BR… e ora con l’ISIS.

L’Italia (ancora una volta. Sic!) che non è immune dal pericolo di coinvolgimento diretto nell’imminente guerra planetaria voluta dall’“élite”, si fa protagonista con i costruttori di false flag e con la ricomparsa di alcuni “dormienti maestri del terrorismo” nei centri sociali o a conferenze con intellettuali collaborazionisti del potere, pur di negare alle nuove generazioni prospettive organizzate leali.

Ecco, allora, l’importanza di avere persone che si impegnino per costruire un soggetto politico genuino, comunista, che sia capace di aggregare chi vuole un autentico avvenire migliore… che sappia dare, collegialmente, l’opportunità di smascherare tutti quei falsi progetti prospettati dall’“élite”.

Dens dŏlens 136 – “ C’è relazione tra BR e ISIS?”ultima modifica: 2014-09-30T01:41:58+02:00da iskra2010
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