Dens dŏlens 146 – “Toh, guarda chi si rivede”

di MOWA
Di storia non si può, decisamente, farne a meno… Anzi!

Più si approfondiscono gli aspetti storici passati, più si scoprono somiglianze (teoria dei corsi ricorsi Giambattista Vico) con quanto accade in questi giorni; una specie di deja vù, accadimenti che si possono tranquillamente definire come similitudini, analogie a qualcosa già studiato sui libri di scuola e riproposto con la data odierna.

A questo proposito fanno riflettere le parole della co-autrice del libro “1915”, Antonella Grippo, quando, parlando alla presentazione del suo volume, ha sostenuto le responsabilità della masso-borghesia, nei primi anni del ’900, responsabilità che portarono alla 1^ Guerra Mondiale e che “determinati processi, purtroppo, si ripetono e la guerra diventa ‘necessaria’ quando la popolazione diventa ‘rumorosa’ e va zittita”.

La verità, su alcuni fatti, non è mai stata così attuale tanto che la potremmo chiamare benissimo con il sostantivo di “ripetizione”.

Facciamo, come consuetudine, un esempio partendo dai primi del ’900.

Negli Stati neutralisti europei (la maggioranza tra popolazione e parlamentari) nei primi anni del secolo scorso, il movimento interventista finanziato dal grande capitale, grazie anche alla collaborazione di giornalisti prezzolati (Mussolini fu uno di loro), [1] spingeva l’opinione pubblica a credere che le azioni di attentati o aggressioni a persone inermi, come l’assassinio del leader del socialismo francese, Jean Jaurès, “che aveva annunciato la proclamazione dello sciopero generale in caso di guerra”, [2] fossero dovute a fanatici estremisti che ambivano ad un sistema politico senza etica. In realtà, i servizi segreti, per realizzare ciò “pro domo sua” e creare un clima di strategia della tensione, si infiltrarono nel ventre molle delle ideologie più comodamente utili al potere, come quelle più nichilisticamente radicali tipo i nazionalisti, gli anarchici o gli irredentisti (anche qui Mussolini fu uno di loro) [3] per concludere le trame dei loro piani verso l’instabilità politica ed avviarsi alla belligeranza.

In Italia, nello stesso periodo, il doppiogiochista presidente del Consiglio Antonio Salandra ed il Ministro degli Esteri, Sidney Sonnino, senza avvisare né il Parlamento, né il comandante in capo delle Forze armate, avevano pianificato con agenti segreti, alcuni politici, industriali e agitprop un intervento illegale (sic! come ricordano Gladio o Euregendfor) oltre confine, nel territorio austriaco.

Si parla, nei diari del capo dei servizi segreti italiani Tullio Marchetti, di 250 persone pronte all’azione terroristica. Cosa che, se realizzata, avrebbe fatto scattare la guerra contro gli ex alleati.

Di tutto ciò, erano perfettamente a conoscenza anche i carabinieri sia di Brescia che della Valsabbia senza che, comunque, intervenissero.

“In guerra” spiega oculatamente a pag. 52 il citato libro “sono soprattutto due le categorie di affaristi che guadagnano: chi vende le armi e chi presta soldi perché i governi le comprino“.

Trasferiamo, ora, quello che abbiamo appena letto ai giorni nostri con il ministro dell’Interno turco, Ahme Davutoglu, (ma quanti altri sappiamo nelle identiche condizioni) fedele alleato della NATO, che da una parte fa credere all’opinione pubblica, come fece il “nostroSalandra, di essere per la pace mentre, invece, arma Al-Qa’ida e ISIS in Siria con camion dei suoi servizi segreti ”.

La faccia tosta di questo “signore”, ma chiarificatrice su chi governa gli eventi terroristici, sta nel partecipare e sfilare insieme ad altri (su cui bisognerebbe aprire capitoli specifici per ognuno) alla manifestazione parigina per l’assassinio di quei poveri vignettisti e clienti del negozio.

Ecco il motivo per cui non bisogna cadere nella trappola delle fazioni contrapposte (Cremona è in Italia l’ultimo campionario della provocazione di alto livello) perché sono frutto di un’unica matrice oligarchica che vorrebbe instaurato un regime totalitario…

Le dinamiche dell’Ucraina dovrebbero aver insegnato qualcosa anche ai più sprovveduti.

È importante capire che il multimiliardario Soros, in quel (e non solo) conflitto, si è alleato ad altri capitalisti per disegnare una nuova stagione di guerre sul globo terracqueo significando per lui (loro) alzare i profitti sulla morte di tante persone innocenti.

Ecco perché gli scontri (che stanno “stranamente” aumentando vertiginosamente) come quelli di Cremona, ma potremmo dire già di Roma, il 16 aprile 2012 o il 15 ottobre 2011, o, addirittura, Genova nel 2001, (che sembrava la prima prova d’autore) portano, solo, a creare legislazioni più rigide e distogliere l’attenzione delle persone dal “golpe” strisciante che viene perpetrato ai danni della nostra Costituzione. Per le multinazionali, lo sappiamo bene e lo avevamo già detto, i parlamenti, le Costituzioni, le legislazioni nazionali, sono solo orpelli da cancellare perché impediscono i loro affari e quindi sono disposte ad assoldare vassalli tecnico-politici con lo scopo di fare tanti “golpe” in sordina, attraverso la promulgazione di leggi illecite ed avendo così garantita la perseveranza nel traffico del loro business.

Oggi abbiamo bisogno di consenso a tutela della nostra Costituzione (e chissà che non diventi ipotesi di progetto politico europeo) perché lo scontro attuato con finalità nichiliste non ci agevola in questa direzione ma, anzi…

Abbiamo bisogno di trovare potenziali e sinceri alleati che propongano tematiche sullo sviluppo della pace e della cooperazione della classe degli oppressi e non di “cattivi maestri” che con parole d’ordine minimaliste costruiscano scempiaggini e atomizzino il fronte del consenso…

È più difficile dirlo che farlo, vi garantisco!

 

Note:

[1]… Gli ambasciatori francese e inglese comprarono degli uomini agitatori come Mussolini e D’Annunzio i quali hanno fatto una propaganda indiavolata. Per questa campagna furono spese delle somme fantastiche.
Corrado Augias, “Giornali e spie. Faccendieri internazionali, giornalisti corrotti e società segrete nell’Italia della Grande Guerra”, Bur Rizzoli, 1994

[2] Giovanni Fasanella, Antonella Grippo “1915 ed. Sperling & Kupfer, pag. 89

[3]Mussolini, in quegli anni, è il segretario della Camera del lavoro di Trento ed è redattore capo del Popolo, giornale di Cesare Battisti. Battisti è notissimo ai giorni nostri come irredentista, anche per la sua tragica esecuzione avvenuta nel 1916, dopo la cattura da parte del Kaiserjäger austriaci. A lui sono dedicate strade e piazze in Italia. Ma è meno conosciuta la sua attività svolta per conto del Servizio informazioni. Attività documentata, senza ombra di dubbio, dallo stesso Marchetti che più di una volta lo nomina nel suo diario. Quindi a Trento abbiamo Marchetti, Colpi e Battisti che fanno – con certezza – parte della stessa rete. Poi sappiamo che Mussolini e Battisti scrivono sullo stesso giornale; il loro rapporto in quegli anni è stato oggetto di studio di molti storici, a partire da Renzo De Felice. Mussolini, inoltre, viene arrestato nell’ambito delle indagini sul processo Colpi. Il futuro duce, così coinvolto nelle file degli irredentisti (e tra quelli più accesi e pronti alla sovversione), è forse anche vicino agli agenti dell’Ufficio I ? Vittorio Tarolli, che per primo formula l’ipotesi di un Mussolini sovversivo irredentista, sostiene che ‘tutti gli storici che, a vario titolo, si sono interessati a Mussolini, ed in particolare al periodo da lui trascorso a Trento, non hanno mai colto il suo coinvolgimento nell’affare Colpi, quasi per un tacito accordo di esclusione. Si sono soffermati sul suo rapporto con Battisti, sulla sua esperienza di attivista sindacale e politico, sulle sue vicende amorose con Ida Irene Dalser e prima ancora con Fernanda Oss Facchinelli e con altre, ma nessuno mai ebbe a segnalare il suo incitamento ad azioni forti e decise contro il potere imperiale, quando egli sosteneva addirittura che la soluzione dell’autonomia dei trentini si risolveva solo con una guerra tra Italia e Austria‘. Davvero bizzarra, dunque, questa parabola di Mussolini da fautore, come rivoluzionario irredentista, di una guerra all’Austria e neutralista nel 1914. Poi ancora da neutralista a interventista quando, il 18 ottobre di quello stesso anno, stupirà i suoi lettori con un articolo sull’Avanti! Intitolato ‘Dalla neutralità assoluta alla neutralità attiva e operante’.
ibidem pag. 37-38

Dens dŏlens 146 – “Toh, guarda chi si rivede”ultima modifica: 2015-01-28T01:33:39+01:00da iskra2010
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