Dens dŏlens 203 – La grande abbuffata dei brigatisti

di MOWA

Se la prima Repubblica era piena di misteri riguardo i terroristi delle Brigate Rosse la seconda (qualora ve ne fosse un’altra) si apre all’insegna della gastronomia.

In una Milano carica d’inquinamento atmosferico, il 16 gennaio u.s., si è tenuta la rimpatriata di alcuni (ex?) brigatisti che, in onore del compleanno di Mario Moretti si sono rifugiati, questa volta, con le gambe sotto il tavolo dando sfogo a frustrazioni di silenti complicità con forze oscure e criminali.

E, come nel film di Steno “Un americano a Roma” (ma senza la stessa ironia), possiamo immaginare una brutta copia di Alberto Sordi “azzannare” il piatto colmo di spaghetti e lanciare la celeberrima battuta: “Maccherone tu mi hai provocato? E allora io te distruggo”, mentre, invece, all’altro capo del tavolo, i sui sodali, (ex?) brigatisti, insudiciarsi la bocca con il timballo di maccheroni, come nel film di Luchino Visconti “Il Gattopardo”.

Atmosfera cinematografica a parte quello che colpisce è come queste figure, nonostante i trascorsi criminali, siano felici e contente e possano girare il mondo e gozzovigliare tranquillamente senza che, la società civile, sollevi qualche sonora e determinata rimostranza per quello che hanno fatto “al e nel” nostro paese e che li rende, quindi, corresponsabili del declino (anche, politico) che stiamo vivendo. Dovrebbero farsi sentire, in particolar modo, le compagne e i compagni comunisti, e vomitar loro addosso tutto il disgusto per aver, con le loro azioni criminali, ritardato una visione del mondo più giusta, più equa, più onesta… insomma, più socialista.

Certo, hanno “fatto” periodi in prigione (sinceramente, pochi, rispetto a quello che hanno combinato. Infatti, il festeggiato ha superato la dozzina in omicidi) ma, nonostante ciò, e grazie, anche, alle “complicità” istituzionali hanno trovato loro un posto di lavoro di tutto rispetto. Qualcuno, addirittura, ricopre cariche dirigenziali o cattedratiche. Infatti, tra i commensali c’era chi è diventato responsabile informatico di società lombarde e chi del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR).

Sicché, si offendano pure (ancora una volta), e a ragione, i giovani promettenti in cerca d’impiego.

La domanda che ci tormenta e che non finiremo di fare finché la verità non emergerà è perché si siano scomodati Presidenti della Repubblica (oltretutto democristiani come Aldo Moro) per concedere dei benefici di legge (ad alcuni, addirittura, la grazia) a questi brigatisti che, sinceramente, non meritavano. Sì, personalità come Cossiga o Scalfaro si sono scomodate per agevolare questi truci e prezzolati terroristi brigatisti.

Dove sta l’anello di congiunzione degli uni con gli altri?

Cosa dovremmo pensare di questi favoritismi fuori misura?

Avevano ragione da vendere i servizi segreti della DDR quando diedero disposizione di proibire tassativamente (pena l’immediato arresto) ai componenti BR di entrare nel loro paese. Avevano studiato il fenomeno delle Brigate Rosse e avevano bollato, senza mezzi termini, l’organizzazione come fascista composta da persone solo ammantate di rosso (come avevamo già chiarito in un altro post) e quindi un’organizzazione, ostile e dannosa per quell’area geografica.

Tanto erano attenti quelli della DDR che avevano segnalato, per tempo, la collocazione politica reazionaria delle Br che “diventata” (sic!) strumento esecutivo dell’imperialismo aveva avuto il compito di eliminare gli artefici del compromesso storico. [1] Infatti, un commando di terroristi sequestrò e uccise il democristiano Aldo Moro.

Le dinamiche del sequestro dell’onorevole Moro sono tuttora una marea di frottole, piene di contraddizioni e lapalissiane compiacenze con i poteri forti che hanno risvegliato, in molti aderenti alle BR di allora, risentimenti legati alla loro evidente strumentalizzazione.

D’altra parte anche lo strano malore di Enrico Berlinguer, seguito dal tentato omicidio in ospedale ad opera di un austriaco e, poi, la morte, fanno diventare inequivocabili le posizioni omertose dei brigatisti che fanno da pilastro alle corrette informazioni della Germania dell’Est che aveva trovato l’aggancio degli uni (terroristi) con gli altri (imperialisti)…
Ovvero, del servizio che gli uni facevano agli altri o, più precisamente, se volete, al servizio di…

Festa di compleanno, quindi, questa del 16 gennaio a Milano con la bocca piena, ancora una volta per non parlare di come siano andate, veramente, le cose e di chi, realmente, li abbia coperti sinora. O, per chi o al servizio di chi abbiano lavorato.

Si ritrovano “a mangiare” per non parlare, ad es., della copertura nel sequestro del Giudice Giovanni D’Urso?

Stanno, inevitabilmente, zitti su “a chi” risultassero intestati i conti e le cassette di sicurezza in Svizzera, da cui, pare, attingessero le Brigate Rosse?

Oppure, come sosteneva il Sen. Pellegrino, Presidente della Commissione bicamerale sulle stragi, e se nelle banche svizzere, appunto, ci fossero custoditi i segreti più inconfessabili delle Br, tra cui perfino le carte originali mai trovate del memoriale Moro?

Tengono questi brigatisti la bocca chiusa, anche, sulla scelta del luogo del ritrovamento del corpo senza vita di Aldo Moro adiacente a Palazzo Caetani (conosciuto come “punto d’incrocio di svariate relazioni, un centro d’influenza anglofila[2]) e abitato dall’ex agente (?) del SOE (Special Operations Executive) italo-inglese Hubert Howard con la moglie Lelia Caetani, (figlia del principe Roffredo e dell’americana Marguerite Chapin Gilbert, la cugina del poeta Thomas Eliot)?

Palazzo Caetani era già noto (da prima della Seconda Guerra Mondiale) per le frequentazione di personalità filo-anglofile che erano anticomuniste e, anch’esse, contrarie al compromesso storico tra Moro e Berlinguer tanto da risultare anche dalle carte britanniche del Foreign Office con il ministero della Difesa del Regno Unito, del 1976, di progettare, due anni prima del sequestro e uccisione di Aldo Moro, “un vero e proprio colpo di Stato da attuare in Italia”. [3]

E in coscienza, quanto potranno gustare di quel banchetto sapendo di essere stati artefici di brutalizzazioni della politica ed aver agevolato paesi stranieri?…

Quanto fiele hanno fatto mangiare ai creduloni che li hanno seguiti?

Chissà se quel pasto, con ogni ben di dio gli abbia fatto buon pro, o se, invece, sia andato loro di traverso almeno qualche, altro, boccone …amaro…

 

[1]

Archivio della STASI XV/3887/63 HV A II – “Periodo 1977-78: diverse informative sulla Biennale di Venezia, sui presunti rapporti fra destra estrema tedesca e servizi segreti italiani su attività del partito CSU in Italia e su un tentativo di sequestrare Berlinguer ” dal libro “Spie dall’Est – l’Italia nelle carte segrete della Stasidi Gianluca Falanga, pag 249, Carocci ed . Sfere 2014

[2]

(pag. 151)  “Colonia Italia – Giornali, radio e tv: così gli inglesi ci controllano.Le prove nei documenti top secret di Londra, di Giovanni Fasanella, Mario José Cereghino

Occorre cercare la cooperazione dei singoli individui e delle organizzazioni che si oppongono all’influenza del Pci.
Kenneth J. Simpson, Ird, 31 marzo 1967.

[3]

Il golpe inglese – Da Matteotti a Moro: le prove della guerra segreta per il controllo del petrolio e dell’Italia(Chiarelettere, 2011) di Giovanni Fasanella, Mario José Cereghino

Dens dŏlens 203 – La grande abbuffata dei brigatistiultima modifica: 2016-01-20T01:29:40+01:00da iskra2010
Reposta per primo quest’articolo

Lascia un commento