Dens dŏlens 277 – Fondo Perseo con un nome azzeccato

di MOWA

Il fondo di previdenza complementare proposto da diversi promoter finanziari ai lavoratori pubblici ha un nome azzeccatissimo: Perseo.

Un fondo di previdenza complementare che rischia di diventare, per eventuali “altri” che vi dovessero aderire, come la cappa usata dal personaggio mitologico (Perseo) che lo rendeva invisibile agli occhi delle parenti di Medusa, con l’infelice rischio, (sempre per quelli che vi dovessero aderire) di veder involati altrove i propri soldi come i calzari alati regalati dalle Ninfe a Perseo per raggiungere altri lidi e sfuggire alle ire delle Gorgoni.

Diversi sono i motivi per non aderire a questa proposta, contrariamente a quanto sostenuto sia da quei portaborse dei banchieri che promuovono la scelta di adesione a tali fondi senza mai svelare (ahimè!) ai potenziali candidati (dipendenti pubblici) l’impossibilità di recesso da tal contratto (in siffatta adesione si palesa un’evidente stortura legislativa), che da quei promoter finanziari che non dicono mai ai malcapitati lavoratori, che nessuna previdenza complementare ha ottenuto, in questi anni, migliorie economiche, anzi è avvenuto esattamente il contrario, vi sono state cospicue perdite del capitale versato come denunciato da alcune sigle sindacali.

In più, c’è chi “si augura”, per realizzare tutto ciò sul versante previdenziale, un calo della longevità dei lavoratori di quella che viene definita tecnicamente speranza di vita e auspicare (quasi fosse un augurio), dei cambiamenti nelle varie riforme pensionistiche per restituire, a chi ha versato, il meno possibile.

Su aran informa (anno 2012) si può leggere un campionario di pensieri su quest’ultima tesi e a supporto dei fondi di previdenza complementare, espresso dal Commissario della Commissione di vigilanza sui fondi pensione:

“In questo periodo sono stati introdotti significativi interventi legislativi in tema di welfare, mi riferisco alla riforma del mercato del lavoro e a quella della previdenza obbligatoria. A mio avviso anche quest’ultima riforma delle pensioni di base, motivata da esigenze di sostenibilità finanziaria del sistema, non fa venire meno la necessità di aderire alla previdenza complementare da parte dei lavoratori, anzi la rafforza.

La riforma, passando definitivamente al sistema contributivo per il calcolo della pensione, ha pure rafforzato l’automatismo tra età di pensionamento e speranza di vita. L’effetto che ne deriva sulla pensione è duplice: positivo, da una parte, in quanto aumenta il montante contributivo per effetto dell’allungamento della vita lavorativa; negativo, dall’altra, a seguito della revisione dei coefficienti di trasformazione che dipendono dalla longevità (prevista in aumento negli anni a venire).”

Cattiva informazione che non compensa le statistiche sui decessi avvenuti nel mondo del lavoro (1.104 denunce d’infortunio con esito mortale nel 2016 – dato Inail).

Una trasmutazione informativa dei promoter finanziari dei fondi di previdenza complementare, rispetto a quello che chiamano, con quel pizzico di cinismo lessicale, aumento medio dell’età come se ci fosse della colpa nell’essere sopravvissuti alle fatiche del lavoro e, finalmente, andare in pensione.

Non parliamo, poi, delle bugie sulle percentuali versate a questo fondo di previdenza complementare, sia da parte del lavoratore in misura dell’1% del proprio stipendio che dal datore di lavoro che contribuirebbe con un altro 1% a “suo carico”; dove quei promoter finanziari-sindacali dimenticano le più elementari regole economiche di come si forma il valore e il plusvalore. Sarebbe, quindi, giusto e corretto dire che il lavoratore versa due volte la sua quota in questo fondo di previdenza complementare.

Un fondo che sarà girato ad un altro pescecane della finanza che lo giocherà tra titoli non quotati, fondi speculativi (hedge) e, come sostenuto in alcune relazioni introduttive, pro-previdenza complementare “dovrà essere prevalente l’investimento in strumenti negoziati nei mercati regolamentati”, che tradotto vuole dire: in titoli quotati o similari.

Parte di questi versamenti (parlano alcuni articoli della documentazione reclamizzante) potranno andare a fondi comuni o similari che sono gli OICR (Organismi d’Investimento Collettivo del Risparmio), che sono strumenti finanziari negoziati nei mercati regolamentati.

Il difetto, però (se così si può chiamare una bestialità), di questo OICR sarebbe quello di essere un fondo comune, o una Sicav (Società di investimento a capitale variabile) dove il gestore può, a sua discrezione, fare quello che vuole come comprare o vendere titoli senza rendere conto a nessuno, men che meno al lavoratore aderente a quel fondo.

Dulcis in fundo, un fondo di previdenza complementare, che può essere, nelle dinamiche finanziarie, messo in fondi comuni e di cui gli amministratori possono subappaltarne la gestione a più società che a loro volta subappaltano.

Una scatola quella che i promoter finanziari vorrebbero consegnare ai lavoratori senza che vi sia dentro nulla e che non si può, in aggiunta, restituire al mittente.

Questo, forse, giustifica la scarsa adesione ai fondi che, però, i promoter finanziari continuano a reiterare (con leggi ad hoc fatte dai compiacenti governi) nonostante le già avvenute scadenze su questo sistema.

Un sistema proposto ai lavoratori che è ingannevole ma che dovrebbe far riflettere su quanto siano criminali certi meccanismi e quanti complici siano al cospetto di tal malfattori.

Malfattori che verrebbero depotenziati se vi fosse un struttura partito (come lo era il P.C.I. da Gramsci a Enrico Berlinguer) capace di produrre valori e decenza… E’ un bisogno naturale e sociale l’avere tanta necessità di decenza che parta, in particolare, dalle organizzazioni che dovrebbero difendere gli interessi della classe lavoratrice come i sindacati ed, invece, si assiste ad un impietoso declino nel vedere in questi ultimi (per la mancanza del soggetto politico che li moralizzi un minimo), trasformati in agenzie para-padronali arrivando, addirittura, alla cogestione dei fondi come quando c’erano le corporazioni fasciste nel ventennio. Sic!

Dens dŏlens 277 – Fondo Perseo con un nome azzeccatoultima modifica: 2017-09-18T05:10:54+02:00da iskra2010
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