La rivoluzione conservatrice del M5s

Foto in evidenza: ispirata dal film 1984

Sezioni comuniste Gramsci-Berlinguer

per la ricostruzione del P.C.I.

di Domenico Marino *

Di Maio, che già si atteggia a “prime minister“, come in un perfetto gioco di ruolo all’inglese, pur non avendo alcun titolo, in particolare sul campo di battaglia politico – se non per cooptazione dall’alto del dittatore del “regno virtuale di mezzo” Beppe Grillo popolato da “cyber-trolls” – si sbraccia a formare una squadra di governo di cosiddetti super-titolati per così fare presa sull’elettorato.

Questo è il provincialismo del M5S in salsa aziendalistica!

E’ come se una squadra di calcio comprasse i giocatori più forti (o, in questo caso, con i procuratori meglio ammanicati…) sulla piazza e poi mettesse come allenatore un “uomo qualunque!

Per inciso il Sant’Anna di Pisa è espressione della masso-borghesia imprenditoriale. Infatti è nato con i finanziamenti di grandi industrie come la Piaggio.

Un ministro dell’economia espressione di questa istituzione significherebbe solo continuare a fare politiche economiche di destra a favore dell’economia privata.

Nella fattispecie quindi il popolo (termine astratto e “politically correct” per indicare i proletari e i sottoproletari), che in questi giorni di televendita elettorale tanto abbonda sulla bocca degli sciocchi, cosa ci azzecca?

Dove starebbe la rivoluzione?

Rivoluzione, rivoluzione, rivoluzione…E’ noto che quando un termine si ripete “N” volte esso perda di significato. Provate a fare questo esercizio ripetendo ad alta voce e più volte una qualsiasi parola

Nella realtà materiale è chiaro anche ad un bambino che rivoluzionare significa stravolgere. Nell’accezione politica significa quindi sovvertire il sistema politico-economico corrente, cioè il capitalismo (termine ormai innominabile dai media di regime). Ma soffermandosi un pochettino a riflettere appare più che un paradosso grossolano pensare di rivoluzionare il capitalismo attraverso il capitalismo per di più se l’economia viene affidata a uomini d’azienda (e ciò e trasversale a tutte le formazioni politiche, provate a contarli!).

Le cure omeopatiche è ormai risaputo che siano una bufala, anche pericolosa. Ma è vero pure che i “grilletti” sono maestri muratori di bufale cibernetiche.

Allora in questo caso sarebbe più appropriato parlare di ri-involuzione.

Il Grillismo infatti non è frutto dell’anticapitalismo ma dell’anticomunismo viscerale quanto paranoico che anima e ha animato da sempre la borghesia italiana stracciona e i suoi “poteri forti” – imprese, finanza, Nato che di Maio rassicura di continuo e dalle quali è andato col cappello in mano, prima in America poi nella City londinese: covo di masso-capitalisti senza scrupoli che giocano col mondo prendendolo a calci come fosse un pallone – che oggi come ieri finanziano e fomentano il.populismo cialtrone delle leghe e del qualunquismo destrorso della cosiddetta antipolitica (che poi non significa niente..) dando loro ampio spazio su i suoi media.

Il canovaccio della storia è sempre quello, ma per capirlo bisogna studiare, non certo sbraitare e aggredire a prescindere con atteggiamenti iper-fideistici da setta “scientologista” sui social come fa la guerriglia pentastellata.

Quando penso che molte persone che si dicono di sinistra voteranno per questi cialtroni provo tanta pena per loro.

Vittime del lavaggio del cervello che hanno subito in tutti questi anni da parte della propaganda della dittatura borghese.

Vecchi che vogliono fare coattamente i giovani e giovani nati già vecchi ma col mito della tecnologia che per loro non è più un semplice strumento ma un feticcio da difendere acriticamente e da innalzare come un muro per dividere in modo pericolosamente anti-dialettico vecchie e nuove generazioni. 

“Giovanilisti” che hanno messo la testa in una busta Domopak per diventare dipendenti idioti e non pagati di una azienda privata, che si arricchisce alle loro spalle attraverso il “click baiting”. Azienda che risponde ad un solo uomo che li controlla sulla piattaforma dell’associazione Rousseau, la quale è riuscita a trasformare dei parlamentari in suoi dipendenti. Neanche il diabolico Berlusconi c’ra riuscito così intimamente e pervasivamente.

Ma chi controlla il controllore?

Nemmeno Orwell avrebbe osato pensare a tanto.

* Segretario Sezione comunista Gramsci-Berlinguer di Pisa

La rivoluzione conservatrice del M5sultima modifica: 2018-03-02T23:50:21+01:00da iskra2010
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