Dens dŏlens 302 – Tra gli evviva e i battimani, vanno in auge i ciarlatani

di MOWA

Rieccolo di nuovo nella sua veste di intervistato il gran maestro (volutamente in minuscolo perché non è né l’uno né l’altro) Stefano Bisi. Infatti è apparso il 10 aprile u.s. in una trasmissione televisiva condotta dal vicedirettore di Sky TG24, Riccardo Bocca, insieme al giornalista de l’Espresso, Gianfrancesco Turano e con la presenza del preparatissimo avvocato Marco Di Lello nonché segretario della Commissione parlamentare Antimafia nella XVII legislatura.

Una trasmissione che ci saremmo aspettati promettente sul versante delle rivelazioni del massone Stefano Bisi ma che, ahinoi, conferma l’analisi di organizzazioni poco trasparenti e, quindi, non in sintonia con l’articolo 18 della nostra Repubblica democratica.

Abbiamo ascoltato un Bisi refrattario all’accettazione delle regole e leggi democratiche dell’Italia. Un massone tutto tondo ed in sintonia con le regole della livella e del compasso sul non rivelare, non solo nella trasmissione televisiva, ma alla istituita Commissione parlamentare Antimafia, le migliaia di nominativi degli appartenenti alle logge inciuciate con la mafia e la ‘ndrangheta non ancora identificati.

Un massone che (con spregiudicata faccia tosta) rivendica una fantomatica persecuzione da parte dello Stato contro la libertà d’associazione citando, incautamente, le persecuzioni del periodo fascista, omettendo che, quasi tutti, i capi fascisti erano iscritti alle varie obbedienze dei suoi “fratelli”.

Omettendo, anche, chi sostenne la preparazione al fascismo partendo da quella riunione tenutasi, il 23 marzo 1919, in piazza San Sepolcro a Milano, in una sede messa a disposizione dal presidente dell’Alleanza Industriale, il massone e finanziatore del quotidiano Il Popolo d’Italia, Cesare Goldmann.

Strutture massoniche che sono ancora forti al punto d’aver inciso sulla ricandidatura dei componenti della suddetta Commissione parlamentare Antimafia come denunciato, inutilmente, dall’avvocato Di Lello durante la trasmissione.

Un po’ come successe con l’onesta Tina Anselmi che presiedette la Commissione parlamentare d’inchiesta sulla loggia massonica P2 dal 1981 al 1983.

Un Bisi che cercava di far passare come “normale” l’esclusione delle donne dal GOI e che affermava che tutto ciò, non contrasta con le leggi antidiscriminatorie italiane. E, meno male, che all’inizio trasmissione Bisi aveva sostenuto: “…perché c’è, ancora, bisogno di tutelare il libero pensiero e cercare di fare del bene all’umanità”, e più avanti, “…sostegno alla cultura!”. Alla faccia di cosa possano portare avanti culturalmente le duecento logge internazionali di cui parlava prima!

Un Bisi affetto da temporanea perdita di memoria quando gli viene chiesto se conosce qualche parlamentare eletto nelle ultime elezioni non ricordando quanto sostenuto qualche giorno prima, in un’altra videointervista.

Un Bisi/Pinocchio che allo scadere del programma cade in un vorticoso afflato di sciocchezze da nauseare anche i più forti di stomaco.

Questa, signore e signori, è la vera faccia (impresentabile) della massoneria da cui bisogna tutelare la Repubblica democratica, evitando di fare l’errore francese dove esiste la variante “progressista” di sinistra del “fratelloJean Luc-Mélenchon che non porterà mai verso il socialismo-comunismo tanto auspicato dagli oppressi di cui parlavano i K. Marx, i Lenin, i Gramsci…

Dens dŏlens 302 – Tra gli evviva e i battimani, vanno in auge i ciarlataniultima modifica: 2018-04-23T06:00:40+02:00da iskra2010
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