Dens dŏlens 333 – La barca degli “improvvisati” istrioni

Diversi momenti della manifestazione dei gilet gialli francesi

di MOWA

Parigi brucia per i continui scontri con i gilet gialli, ma le altre città europee non possono esultare perché la sobillazione sta dilagando in varie parti d’Europa. Anche il Belgio comincia ad avere lo stesso fermento ed in Italia qualcuno soffia sul fuoco dell’assimilazione con i gilet gialli francesi e persino la Svizzera ticinese non è immune dal contagio della fascinazione della “ribellione”.

Una protesta legittima nata, dicono le cronache, dal basso per motivi come abbassare le imposte, contro la completa liberalizzazione dell’industria agroalimentare, contro la precarizzazione del mondo del lavoro, contro le “riforme” che trasformano la scuola in azienda, contro le crescenti disuguaglianze, insomma, contro il peggioramento delle condizioni di vita in generale che, però, viene, pian piano e con molta probabilità (visti gli sviluppi delle informazioni), gestita da soggetti che nulla hanno a che fare con la giustizia sociale ma, anzi con formazioni di autentici reazionari che ricompaiono organizzati militarmente e fanno della devastazione nichilista l’unica protagonista.

I primi a pagare pegno saranno proprio gli ignari ed in buona fede cittadini francesi, scesi in piazza credendo nella “spontaneità ” delle lotte, ma caduti nel gioco al massacro propinato da questi fascisti, che stanno facendo diventare più forte (contrariamente a quello che si vuol far credere) il presidente delle multinazionali Macron che avrà così ottenuto due cose: consenso popolare e legittimità nel far passare leggi più restrittive.

Un consenso che il presidente francese stava perdendo sul piano politico ma, ora, queste azioni non meditate dei gilet gialli gli stanno dando forte legittimiltà nel ripristinare l’ordine in Francia. Un Paese dove l’ordine viene ipocritamente messo in discussione dal presidente statunitense, Donald Trump, che sostiene che la repubblica francese è troppo impregnata di cultura marxista e quindi capace di generare questi fenomeni di ribellione in quanto troppo permissiva sul piano sociale. Straordinario tempismo quello trumpiano nell’affermare ciò a fronte del recente ingresso della Francia nella NATO, proprio la Francia, il paese europeo che aveva buoni indicatori di vicinanza alI’talia presessantottina, quella che, in quegli anni, diede lustro a notevoli conquiste sociali.

Una Francia minacciata (come l’Italia) da politici asserviti e compiacenti con il potere massocapitalista che vorrebbero far credere tutt’altro come fanno quei fascisti che dichiarano avversione culturale alla massoneria ma ne sono intrisi sino al midollo partendo dai simboli e colori adottati.

Una massoneria che ebbe già un forte e determinante negativo ruolo nelle precedenti due guerre mondiali e che, oggi, profila un notevole interesse a costruire altre ipotesi in tal senso.

Le premesse destabilizzatrici di Francia, Italia, Belgio… sono solo i primi rigurgiti di un piano strategico ben più ampio di rimodellare un Continente su paradigmi diversi e in linea con i dettati delle multinazionali della fabbrica del consenso internazionale che nulla hanno a che vedere con quelli che, istrionicamente, sostengono partiti al governo sia in Italia che altrove e che, al momento, portano a scaramucce ideologico-politiche ma, con piani ben oliati di insatalità e provocazioni come avvenuto l’altro giorno, alla sede nazionale dell’ANPI, in concomitanza, e poco distante, dal comizio della Lega a Roma.

La Storia ci insegna che nulla è fortuito e casuale ma, invece, ben orchestrato e sta agli oppressi organizzati smascherare queste situazioni per non cadere vittime di periodi molto, ma molto, bui.

Dens dŏlens 333 – La barca degli “improvvisati” istrioniultima modifica: 2018-12-10T05:52:07+01:00da iskra2010
Reposta per primo quest’articolo