Dens dŏlens 337 – “ve l’avevamo detto!”

di MOWA

Il 1° agosto 1918 il ‘Popolo d’Italia’ cambiò sottotitolo: da ‘quotidiano socialista’ divenne ‘organo dei combattenti e dei produttori’. L’aggiornamento della ragione sociale non mutò il profilo e la vocazione del giornale; denotava soltanto la fine della fase garibaldina, quella in cui Mussolini si era assunto o era stato costretto ad assumersi il compito di predicare la ‘guerra rivoluzionaria’ e risucchiare militanti dal partito socialista per farne dei patrioti. Egli pensava da qualche tempo ai combattenti: Prezzolini annotò nel suo diario, sotto la data 18 marzo 1918, che Mussolini ‘pensa[va] al partito dei trinceristi’, vale a dire che aveva già scelto il tratto di mare in cui avrebbe calato le reti ovvero parte di società in cui avrebbe cercato consensi. Si trattava, in qualche misura, di una scelta obbligata: in effetti, aveva i ponti tagliati alle spalle e doveva allargare il terreno su cui si era collocato da quando aveva scelto di emulare De Ambris e di parodiare Garibaldi: non aveva altre vie, se non voleva rassegnarsi a essere un’isola nel variegato arcipelago dei socialisti dissidenti dal partito socialista ufficiale e raccolti nell’Unione socialista italiana. In altre parole, doveva continuare a fare il patriota zelante, il più zelante di tutti: tendenzialmente il solista del quale il coro avrebbe esaltato la voce.” [pag 125 L’ingrata progenie – Grande guerra, Massoneria e origini del Fascismo (1914-1923) di Gerardo Padulo ed. nuova immagine]

Piccolo cenno storico di come, il passato, si possa allineare alla contemporaneità e, quindi, constatare una certa affinità con quanto sta accadendo ora col binomio pentastellato-leghista, in particolar modo, nell’ultima parte della citazione: “continuare a fare il patriota zelante, il più zelante di tutti: tendenzialmente il solista del quale il coro avrebbe esaltato la voce.

Il riferimento, in questo caso, si può rivolgere, a pari merito, ad entrambi gli schieramenti partitici al Governo (M5S-Lega) che, tradite le parole d’ordine originarie, si sono spostati su un crinale confacente al potere della grande finanza che tradizionalmente rastrella, non solo denaro pubblico, ma, anche, consenso elettorale attraverso partiti “geneticamente modificati” a proprio uso e consumo. Un consenso che viene ottenuto dopo aver seminato le proprie trappole culturali in ogni dove, come (avvenne già nel passato e) descritto nella citazione sopra riportata che parla di un certo sindacalista tale Alceste De Ambris che era un massone, diventato, niente meno, secondo le ricostruzioni dello storico Padulo, “il teorico dei neonati fasci” nonchè firmatario (pag. 130-131) dell’adunata sansepolcrista che diede testa e braccia all’avvento del fascismo; un ottenuto consenso del potere masso-capitalista che, ancor oggi, tramite la CGIL sul sito Rassegna sindacale ne vorrebbe tessere vesti di antifascista, revisionandone la figura, mentre in realtà fu ben altro (oltre ad aver fatto discorsi prointerventisti nella Prima Guerra Mondiale, guerra che causò un numero enorme di morti), costui lavorò per salvare un’economia meramente imprenditoriale e per nulla necessaria al popolo.

Tornando ai partiti geneticamente modificati (e funzionali al potere finanziario) che governano da diversi anni il nostro Paese abbiamo da sottolineare la “faccia di bronzo con cui si presentano ai cittadini, in quanto, prima delle elezioni dichiarano delle cose e, poi, una volta in sella, dicono e fanno l’esatto contrario. Basti citare gli esempi della TAV, della TAP, degli F-35, del …non toccheremo le pensioni basse…, cambieremo il sistema elettorale… la Costituzione. Già la Costituzione, quella COSTITUZIONE scritta in seguito alla Resistenza al nazifascismo e che è il motore della democrazia del nostro Paese che, invece, per mano (anzi, manina) dei parvenu della politica, sta facendo la fine del sindacalista Placido Rizzotto: ucciso.

In un gioco di passaggi di palla di responsabilità e decisioni tra i due schieramenti “maggiori”, M5S-Lega (gli altri, invece, fanno la parte dei figuranti) si disorienta l’elettorato in primo luogo e, in seconda battuta, la popolazione democratica che vorrebbe atti concreti di ripristino di valori condivisi ed a tutela delle fasce più deboli di questo Paese, che stanno aumentando a vista d’occhio, non solo nelle statistiche ma lungo le strade che percorriamo nelle nostre città che vedono sempre più persone indigenti avvolte in precarie coperte e sdraiate su cartoni in fatiscenti ripari dal freddo e che stanno perdendo, pian piano, quella dignità sino ad ieri conquistata con fatica.

Leggiamo sui quotidiani l’arrivo di messianici leader pentastellati o leghisti che dovrebbero essere capaci di sanare i mali di quest’economia fatta di disparità e di ingiustizie, dove la stessa Chiesa cattolica, attraverso il suo Papa, sta alzando la posta di reazione alle lusinghe politiche che non portano da nessuna parte se non in un vuoto pneumatico verso il disastro sociale.

Infatti, i leader pentastellati o leghisti stanno cercando di contenere, con un nuovo gioco da illusionisti, le imminenti e crescenti reazioni del popolo che stanno aumentando esponenzialmente perché le persone sono stanche di discorsi fatti di continui autoelogiativi avverbi come bene… o aggettiti come bravi… lanciati sulle teste dei dimostranti nelle varie occasioni perché non sono il reale toccasana dei bisogni delle persone che vorrebbero rivendicare concretamente salute, case, sicurezza sociale, lavoro, scuole, cultura…

Hanno sfiancato strati consistenti della società con proclami di “cambierà tutto”, “sarà la vera svolta” e altre amenità che dicono tutto e niente perché monche di un ragionamento completo e la dimostrazione della bassezza e slealtà verso, anche, i propri elettori la si è vista nei giorni scorsi con la sceneggiata sul voto della manovra alla legge di bilancio in Parlamento, quest’ultimo letteralmente privato delle sue prerogative. Cose successe, solo, nel secolo scorso quando gli italiani si sono trovati catapultati in vent’anni di dittatura.

Forse, è meglio che i democratici di questo paese si diano una smossa e si organizzino, al di là delle varie differenze culturali, prima di doversi trovare al confino se non, addirittura, in una guerra per sanare i bilanci del capitale finanziario, ci spiacerebbe dover esordire con un “ve l’avevamo detto!

Dens dŏlens 337 – “ve l’avevamo detto!”ultima modifica: 2018-12-29T06:00:02+01:00da iskra2010
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