Dens dŏlens 341 – Il fascismo è la cultura dell’illegalità…

di MOWA

Si ringraziano i giornalisti che fanno, con estrema serietà, il loro lavoro e che contribuiscono a mantenere viva la memoria di come la cultura fascista sia, solo, il paravento per nascondere la vera anima e cioè quella della criminalità iperorganizzata.

Nell’articolo di Federico Marconi e Giovanni Tizian de l’Espresso, Svastica e malavita a Roma- ecco l’inchiesta che ha portato all’aggressione fascista, del 17 gennaio 2019, emerge il binomio inscindibile tra fascismo e criminalità.

Hanno portato a conclusioni analoghe, in passato, diverse inchieste giudiziarie e, per tali conclusioni, spesso, i magistrati sono stati uccisi perché questi farabutti fascisti volevano evitare che proseguissero nel loro lavoro di indagine.

Una cultura disonesta che ha radici lontane e cresciuta nel verminaio di un “potere” ricco di compromessi, che si regge su imbrogli, imposture, violenze e omicidi. Scriveva dettagliatamente (ripreso da qui noi) Claudia Cernigoi su La Nuova Alabarda di alcuni degli intrecci di questo fenomeno:

Questi rapporti trasversali non sono venuti meno negli anni, come vediamo facendo un salto in avanti in tempi molto più recenti, e cioè al 2013, dopo le elezioni politiche che videro l’affermazione del Movimento 5 stelle fondato da Beppe Grillo e dopo la cosiddetta “rivolta dei forconi” del dicembre successivo.
Scrisse l’avvocato Vincenzo Forte, già dirigente del MSI e di Unione patriottica, poi dichiaratosi «elettore del Movimento 5 Stelle», che nel M5S in Lombardia furono eletti quattro candidati (un consigliere regionale e tre parlamentari, dei quali però non fece il nome) che fino al 2002 avevano militato nella Fiamma tricolore di Pino Rauti e che poi avevano «mantenuto saldi contatti con l’area della destra radicale», aggiungendo che «non si tratta affatto di singoli casi isolati ma di un fenomeno molto più ampio, profondo e radicato» in quanto si tratterebbe di «una precisa strategia di intrusione nel movimento grillino, attentamente studiata ed organizzata, a tavolino, e portata avanti, nella massima riservatezza e discrezione, da alcuni gruppi neofascisti locali, legati all’ex capo carismatico di Avanguardia nazionale, Stefano Delle Chiaie» .
Ritroviamo quindi nuovamente il fondatore di Avanguardia nazionale e della Lega delle Leghe, che nello stesso periodo fu segnalato anche dal direttore del servizio AISI, generale Arturo Esposito, chiamato dal Comitato parlamentare di controllo sui servizi a «riferire sui forconi ma pure sul rischio di nuovi attentati mafiosi in Sicilia», il 12/12/13, dopo le manifestazioni del Movimento 9 dicembre, nel quale (secondo le informazioni dei servizi) vi sarebbe stato «di tutto. Diverse tifoserie ultras, specie nel centro Italia e a nord, i fondatori del movimento dei forconi siciliano che due anni fa bloccò l’isola, ma anche organizzazioni di ultradestra più radicate. Casapound, che a settembre, nel corso della festa romana dell’organizzazione, ha invitato gli attivisti a partecipare al movimento e che, insieme a Forza Nuova, può contare su una organizzazione ben radicata nelle scuole, il Blocco Studentesco»; e tra «i nomi evidenziati dagli analisti c’è anche quello di Stefano Delle Chiaie, fondatore di Avanguardia nazionale, processato e sempre assolto per le stragi di Bologna e piazza Fontana oltre che per i rapporti coi golpisti sudamericani. Pur non avendo alcun ruolo attivo nelle mobilitazioni di queste giorni, Delle Chiaie sarebbe ancora un punto di riferimento per quella parte di estrema destra che specie nel centro sud Italia prende parte alla mobilitazione».
Forse non è un caso a questo punto che anche Tomaso Staiti di Cuddia abbia deciso, dopo anni di attività politica nella destra più estrema, di dare il proprio voto alla lista di Grillo con queste elevate motivazioni politiche:
«voto Grillo, senza alcuna speranza ma usandolo come si userebbe la dinamite contro questo sistema divenuto una casa fatiscente che è meglio abbattere perché non si può più restaurare essendo piena di topi e scarafaggi».

Pratiche, quelle dei fascisti, che con la malavita hanno in comune, il dna dell’avversione alla nostra Costituzione che, invece, difende la legalità come materia di lotta politica e Roma con “mafia capitale” è proprio la recente prova del connubio tra criminalità e fascisti.

Dens dŏlens 341 – Il fascismo è la cultura dell’illegalità…ultima modifica: 2019-01-18T06:00:05+01:00da iskra2010
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