Dens dŏlens 345 – Di Gladio in Gladio…

di MOWA

Giovedì 14 febbraio u.s. abbiamo assistito al dialogo ,“carpito” e trasmesso alla trasmissione televisiva Piazzapulita, del (probabile?) leader dei Gilet Gialli, Chalençon, che sosterrebbe di avere dei paramilitari che potrebbero intervenire per difenderlo da eventuali attacchi personali e/o contro Macron.

Premesso che, in detto video, non si vede mai il volto di Chalençon ma solo delle gambe e, quindi, non si può affermare con assoluta certezza se sia realmente lui o meno, è verosimile che vi sia qualcosa che non torna rispetto all’accelerazione della destabilizzazione dell’Europa perché avvengono strani disordini promossi da equivoci movimenti politici. La stessa cosa dicasi per le continue aggressioni a quei validi giornalisti che, con la “schiena dritta”, fanno onestamente il loro lavoro di informazione e scavano in quel perverso connubio tra malavita e potere, tra politica e affari… che, spesso, trova risvolti identici nei risultati vincenti elettorali.

Una circostanza, tra l’altro, che richiama alla mente episodi accaduti già negli anni passati in alcune località europee dove diverse componenti autoritarie si sono organizzate per riproporre quanto stiamo, probabilmente, vivendo ai giorni nostri.

Ci si potrebbe riferire a quelle formazioni illegali che avevano (hanno?) attinenza con la Stay-behind (c.d. Gladio), ovverosia, organizzazione clandestina paramilitare come affermato, involontariamente (?), nel suddetto video della trasmissione e avente come regia la NATO, ma organizzata dalla Central Intelligence Agency (CIA), MI6…?

La domanda che dovremmo porci è, però, perché dovrebbero destabilizzare l’Europa e alcuni Stati sovrani quando, apparentemente, sono tutti sotto influenza atlantica anglo-statunitense?

O, ancora.

Siamo veramente convinti che quei movimenti diventati, anche, partiti che si definiscono sovranisti, in alcuni paesi europei siano contrari alla catastrofe imminente della frantumazione degli Stati europei progettati dalla massoborghesia e che porta il nome Eurotopia?

Discorso intrapreso alcuni anni orsono da Andrea Montella e ripreso nel post in Leghe e i sistemi criminali nati nelle campagne di Enna (capitolo La Lega e il club 1001 – dell’anno 1996).

Potremmo, semplicisticamente, dire che, oggigiorno, le diverse componenti che “aiutano” e finanziano talune formazioni politiche nei vari paesi abbiano trovato il comun denominatore per arrivare a spartirsi le ingenti risorse di questo Continente creando zone di instabilità statuale e, così, non avere orpelli ostativi come accaduto sul versante degli armamenti con gli F-35, dove, persino l’allineatissima Merkel ne ha bloccato l’acquisto (mentre l’Italia a 5 Stelle no), impedendo, temporaneamente, ai massocapitalisti l’imminente aggressione alle altre regioni dell’Est.

Se, da una parte, non si è mai voluto prendere atto che la stessa Europa era molto sottomessa ai dettati di persone filoatlantiche che hanno fatto parte di quella stay-behind come emerse su Jean Claude Juncker che fu costretto a dimettersi dal suo incarico di primo ministro del Lussemburgo (dopo che era stata stabilita la sua appartenenza alla rete di spionaggio Gladio), dall’altra si è voluto continuare ad indicare, esperti economici, della stessa organizzazione clandestina (per sua stessa ammissione e ben spiegato nel post di Gianni Barbacetto “C’è poi una confessione di Savona che lo inchioda al passato più nero della “guerra non ortodossa combattuta in Italia fino agli anni Ottanta: in teoria contro il comunismo – anche a colpi di stragi -, in pratica contro la democrazia”) come Paolo Savona, offrendo agli oppressi una effettiva perplessità sulle garanzie della stessa stabilità europea.

Una stabilità europea che non può essere presa con leggerezza da nessuno perché carica di tensioni che inducono i più indifesi verso una negativa compressione generalizzata della democrazia. Una necessità estrema di autoproteggersi dalle fake news immesse nel circolo dell’informazione da parte dei lacchè del potere massocapitalistico che vorrebbe evitare di portare a rinvigorire quei valori resistenziali e di contrasto ai fasulli motivi che non siano quelli di coesione sociale per una proposizione democratica dello stesso continente e rimanere nel solco del rifiuto delle guerre di ogni genere come sostenuto dall’articolo 11 della Costituzione italiana. Diventa, perciò, indispensabile e inevitabile rilanciare il progetto suggerito dalle sezioni comuniste Gramsci-Berlinguer per la ricostruzione del P.C.I. facendosi promotori di questo soggetto da presentare in ogni dove prima che qualcuno devii verso altri lidi senza futuro… e, purtroppo, il tempo non è molto per evitare di soccombere come valore progressista.

Dens dŏlens 345 – Di Gladio in Gladio…ultima modifica: 2019-02-16T06:27:58+01:00da iskra2010
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