Dens dŏlens 381 – Io del male non faccio e, quindi, non ho paura

di MOWA

Ogni giorno, quello che scegli, quello che pensi e quello che fai è ciò che diventi.” (Eraclito)

Lascia sgomenti tutti noi, ma, certamente non trova impreparate, le istituzioni ciò che è stato riportato dalle cronache di queste ultime ore inerente a quanto scoperto dagli inquirenti su alcuni giovani (alcuni adolescenti) che hanno utilizzato metodi cruenti e crudeli contro altri soggetti e poi lo hanno diffuso via WhatsApp, dando a quello che facevano un nome poco “equivoco”: “The shoah party”.

Una scoperta avvenuta grazie alla premura di una genitrice che, consultando il cellulare del giovanissimo figlio, ha immediatamente avvisato le autorità competenti di quanto scoperto: un mostruoso percorso fatto di prevaricazione, abusi di ogni genere… sino ad emulare le atrocità e gli slogan del nazismo.

Una genitrice attenta – come lo sono state le Autorità – a cui si deve la collegiale riconoscenza, per aver infranto un muro di omertà ed aver scoperto il vaso di Pandora dell’orrore ma, anche, di come sia fragile la società democratica se non si seguono le regole che si sono date partendo dal rispetto e dall’attuazione dei passaggi della Costituzione che devono insegnare i valori fondanti (da cui discendono le leggi ) per formare una persona che diventi più matura e, possibilmente, consapevole di come rapportarsi con tutto ciò che la circonda.

Un’applicazione – sta emergendo – che si diffondeva nei cellulari tra i giovani in modo forzoso perché bloccava (impallava) tutti i giochini se non veniva aperta. Ed è, forse, qui che le attenzioni degli inquirenti devono trovare risposte onde evitare che altri vadano a cimentarsi nello stesso percorso. Un’applicazione fatta, probabilmente, non da implumi ragazzini ma da esperti sia in comunicazione, internet ma, anche, in psicologia, che miravano all’interesse di rovinare una candida adolescenza con sado-pornografia, violenza, stupri e chissà quante altre deviazioni mentali pur di arrivare a violentare i tanti giovani che, pur di vincere la noia, sono, a volte (se non efficacemente seguiti), dediti alla trasgressione.

Vi sono passaggi di insegnamenti che ci portano alla pedagogia la quale sostiene che se “alla violenza fisica, allo sfruttamento, si aggiunge quella che potremmo definire la violenza psichica, il quadro che ne potrebbe risultare sarebbe a tutti gli effetti agghiacciante” tanto che, se gli adulti dovessero insistere sul concetto di “maltrattare il bambino, così come ogni altro essere umano, significa ridurlo a oggetto, a cosa” e, quindi, potrebbe diventare funzionale ad un meschino progetto che porti verso quelle che sono le aberrazioni ideologico-culturali di un nazismo purifico dai “germi” di chi vuole la democrazia come valore.

Quanto accade è dovuto, anche, all’aver sottovalutato, da parte di moltissimi schieramenti politici, l’importanza ed il valore dell’istruzione dentro i paradigmi della democrazia sostanziale e non solo formale e ad aver ridotto gli investimenti in quel campo negli ultimi anni, all’aver depotenziato lo strumento della difesa valoriale con gli effetti che leggiamo sulle pagine della cronaca quotidiana che vanno dalle aggressioni verso altre persone perché erroneamente ritenute diverse; oppure, alla gravissima negazione di parti della storia come l’esistenza dei campi di concentramento nazisti e a chi sono stati i loro, reali, liberatori.

Perversioni e aberrazioni culturali che hanno portato a “giustificare” come “normale” il fenomeno del bullismo tra molte persone (ad ogni livello), così, come al non voler classificare ingiuste e fuorvianti le aggressioni verso chi ha il colore della pelle o la nazionalità diversa perché considerato come nemico e, quindi, da annientare; nè più nè meno, delle teorie militari che argomentano la “correttezza” dell’aggressione.

Percorsi di rieducazione difficili da perseguire, come lo sono quelli della conservazione della democrazia sostanziale, ma sicuramente atti dovuti se non vogliamo essere complici involontari (?) della peggiore delle barbarie che porta, anche, a guerre fratricide come avviene in molti parti del mondo dimenticando quali sono i veri responsabili della tragedia umana e dimenticando l’istinto primordiale e il valore della solidarietà tra gli esseri viventi di questo pianeta.

 

Dens dŏlens 381 – Io del male non faccio e, quindi, non ho pauraultima modifica: 2019-10-18T05:46:59+02:00da iskra2010
Reposta per primo quest’articolo