Dens dŏlens 390 – Intellettuali e ipocrisia

di MOWA

«L’attenzione politica di Gramsci è rivolta al decisivo strato medio degli intellettuali: perché essi non si legano alla massa dei contadini, organizzandola, dandole coscienza e forza politica? Perché essi proven-gono da un ceto piccolo-proprietario

che non è contadino, che si vergognerebbe di fare l’agricoltore, ma che dalla poca terra che ha, data in affitto o a mezzadria semplice, vuoi ricavare: di che mandar all’univer-sità o in seminario i figlioli, di che far la dote alle figlie che devono sposare un ufficiale o un funzionario civile dello Stato. Da questo ceto gli intellettuali ricevono un aspra av-versione per il contadino lavoratore, considerato come macchina da lavoro che deve es-sere smunta fino all’osso […]; ricavano anche il sentimento atavico e istintivo della folle paura del contadino e delle sue violenze distruggitrici e quindi un abito di ipocrisia raf-finata e una raffinatissima arte di ingannare e addomesticare le masse contadine.»

Quaderni dal carcere» – La quistione meridionale di Antonio Gramsci – Raul Mordenti]

La proverbiale saggezza di Antonio Gramsci è sempre contemporanea al punto che, probabilmente, avrebbe inscritto anche tal Fausto Bertinotti tra quegli intellettuali di cui parla, infatti Bertinotti è ex sindacalista, ex segretario politico, ex Presidente della Camera, ex, ex e di nuovo ex di molto altro, uno che, invece, ha finto virtù, buone qualità e buoni sentimenti che è stato al “servizio” di tutti fuorché di quelli che, per anni, fingeva di tutelare e difendere: gli oppressi. Questa figura, risulta tanto ipocrita, da disvelarsi in quella apparente intoccabile supponenza da ingannare e addomesticare le masse per quella che è la sua vera essenza, la sua profonda anima di servitore dei potenti fino ad arrivare ad elogiare Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia.

Il vaso è, questa volta, colmo!

Una sitósa voce usciva a più non posso da quella bocca investendo tutti coloro che l’avevano, scioccamente, osannato e che lo fecero diventare, nientepopodimeno, che segretario di un partito “caricaturale” del comunismo, utile e servizievole al capitale tanto da aver disintegrato aspettative di intere generazioni che avrebbero voluto, magari, più giustizia sociale ed eguaglianza. E, invece… Non, dunque, la rivoluzione ma, almeno, la difesa dei valori della Costituzione. Speranze che si infransero a partire dalla mancanza della difesa del sistema elettorale con il proporzionale puro senza sbarramenti o altre bislaccherie del genere.

Ma, no! Quell“intellettuale” preferì schierarsi con i potenti ed essere (stranamente?), premiato per l’amiciza con cash sonante da uno dei peggiori avversari dell’oppresso proletariato, Mario D’Urso. Tanto amici che, quest’ultimo, gli metteva a disposizione il proprio sarto.

Ma le disgrazie o fortune, come si dice, non vengono mai da sole. O, se volete, quando si respira quell’aria in casa non si può essere tanto dissimili… Quand on vit comme nous, ça va sans dire.” (Quando vivi come viviamo noi, prendi quello che viene.) Infatti, il figlio del leader ex comunista Fausto (che si era scoperto di essere anche liberale) sembra essere convolato a nozze, addirittura, con la figlia di un consigliere di An.

Dens dŏlens 390 – Intellettuali e ipocrisiaultima modifica: 2019-12-16T07:00:08+01:00da iskra2010
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