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Dens dŏlens 46 – Sig.ra Marcegaglia …ma… mi faccia il piacere!

foto MOWA

di MOWA

Quando la realtà diventa farsa ogni cosa detta diventa lecita.

Si potrebbe supporre che la febbre della scadenza della candidatura a presidente di Confindustria faccia fare passi in avanti a Marcegaglia e, conseguentemente, scivolare su luoghi comuni.

A questo punto, vista la gravità di qualche osservazione fatta dalla signora, siamo obbligati ad andare a ritroso nel tempo per rammentare qualcosina all’industriale.

Forse, avremmo potuto comprendere se la presidente di Confindustria avesse affermato che qualche sigla sindacale, in questi ultimi anni, avesse perso l’orientamento su quale fosse il proprio compito e quindi su come devono essere tutelati i lavoratori senza trincerarsi dietro il proprio Statuto che afferma l’obbligo di rendere conto solo ai propri iscritti (sic!) di quanto fatto, come se il sindacato fosse una setta religiosa.

L’avremmo perdonata, anche, se avesse sostenuto che qualche sigla sindacale confederale si muove più da azienda che da organizzazione per, ed, a favore dei lavoratori.

L’avremmo giustificata se avesse rimbrottato due delle più grosse confederazioni sindacali di non aver detto granché quando venivano menzionate come “prezzolate” nel famoso “Piano di Rinascita Democratica” della P2 di Licio Gelli, mentre avrebbero dovuto denunciare alla magistratura quanto affermato in quel progetto, invece, purtroppo, il populismo l’ha spinta a dire stupidaggini dimostrando poca conoscenza delle dinamiche che vigono sui posti di lavoro.

Spesso la signora industriale pecca di arrogante solipsismo, e, tanto poca è la conoscenza dei “posti di lavoro” che dimentica, persino, che la sua azienda è stata considerata nel 2010 tra le più nocive ai lavoratori… (135 incidenti su 1183 lavoratori – quattro volte la media nazionale). Un vero e proprio record per i suoi dipendenti… ma in negativo!

Ironia vuole che costei, nelle iniziative pubbliche, parli della necessità di formazione per i lavoratori…

Questo “Pinocchio” in gonnella ha spinto molte forze politiche e sindacali ad appiattirsi sulle volontà della “sua” Confindustria andando, quindi, verso un’incivile regressione del mondo del lavoro e conducendo i giovani a scelte che non danno speranze di vita se non verso sussidi minimi con l’imbarbarimento dei rapporti sociali. Certamente, in questo modo, non ha fatto una bella figura, anzi…; forse, però, ci ha fatto un favore perché ha svegliato anche i meno accorti, che hanno capito quanto siano improponibili le richieste dei “padroni” sia rispetto alla riforma delle pensioni che alla flessibilità del lavoro con l’abolizione dell’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori.

La “signora”, indirettamente ha ricordato a molti lavoratori che il ruolo assunto, storicamente, dalla Confindustria non è stato, sicuramente, tra i più edificanti…

Un esempio che è al tempo stesso un monito?

Nel 1926 la Confindustria stabilisce con il regime fascista il riconoscimento giuridico del solo sindacato fascista, mentre, in contemporanea, viene eliminata la libertà di espressione, di associazione e di sciopero.

E… visti gli atteggiamenti del “cachmirato” Marchionne con la vicenda FIAT non siamo molto lontani… o ci sbagliamo?

Dens dŏlens 46 – Sig.ra Marcegaglia …ma… mi faccia il piacere!ultima modifica: 2012-02-24T08:45:00+01:00da
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