[Acqua] Torino: SEL vota a favore della vendita del 40% di AMIAT TRM e GTT

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Forum italiano dei movimenti per l’acqua

 

Comitato provinciale Acqua Pubblica Torino

 

www.acquapubblicatorino.org  –  tel. 388 8597492

Addio ai Beni Comuni : il gruppo consiliare SEL al Comune di Torino voterà a favore della vendita del 40% di azioni AMIAT, TRM e GTT.

Questo è il dato fondamentale che accomuna la proposta SEL a quella della Giunta Fassino e di conseguenza la rende inconciliabile, come già altrove ampiamente illustrato (www.acquapubblicatorino.org), con le proposte del Movimento dell’acqua che ha misurato nel risultato referendario la sua consonanza con l’opinione maggioritaria di questo paese.

Il documento e gli emendamenti SEL sono un insieme di affermazioni alternative e di concrete concessioni ai poteri forti e al mercato: la Finanziaria Comunale si chiamerebbe “Beni Comuni Torino”; ma la gestione partecipativa avverrebbe tramite l’azionariato diffuso (con il paradossale risultato di far comprare ai cittadini ciò che è già di loro proprietà)  e/o le Fondazioni bancarie, cosa già esplicitamente rifiutata dal Forum  Italiano dei Movimenti per l’Acqua nell’assemblea di luglio che, non dimentichiamolo, ha indetto la manifestazione del prossimo 26 novembre – a cui SEL aderisce –  per il rispetto del risultato referendario.

SEL, nell’accettare sia pure a malincuore i programmi della maggioranza di centro-sinistra di cui fa parte, nello stesso tempo si fa paladina del Movimento referendario chiedendo una serie di contropartite, tra le quali la trasformazione di SMAT in azienda di diritto pubblico.

Sono anni che chiediamo questa trasformazione, per molte e note ragioni*, e ci auguriamo perciò che la richiesta sia coerentemente e fermamente sostenuta.

Per gravi ritardi culturali (non riuscire ad emanciparsi dall’ideologia dominante negli ultimi trent’anni) e politici (l’incapacità di cogliere una mutazione lenta ma profonda del senso comune), le forze che si richiamano a principi, non solo di libertà e democrazia, ma anche di equità e giustizia sociale, stanno perdendo la battaglia contro la privatizzazione delle nostre aziende comunali di servizi, e la fanno perdere anche al movimento per i Beni Comuni.

Purtroppo anche SEL, a Torino come in Puglia, non riesce a sottrarsi a questa deriva. Questi motivi ci fanno pensare a una intrinseca debolezza politica dell’intero impianto delle proposte di SEL intese a ottenere un improbabile “riduzione del danno”.

In ogni caso la trasformazione di SMAT in Ente di diritto pubblico è da sempre il nostro obiettivo, e ben venga anche un impegno di SEL nella stessa direzione. Speriamo che il nostro scetticismo venga smentito.

Resta il fatto che i casi Torino e Puglia sono troppo rilevanti perchè il Forum non chieda   a SEL una riaffermazione chiara ed esplicita delle  posizioni pubblicamente assunte di aperto contrasto alla privatizzazione dei servizi pubblici locali.

 

*) Consente di sottrarre i Servizi Pubblici Locali all’obbligo della privatizzazione, li mette sotto il controllo diretto del Consiglio Comunale e – non avendo scopo di lucro – li esenta dal pagamento dell’IRES : la sola SMAT negli ultimi 5 anni avrebbe risparmiato oltre 27 milioni di euro che sarebbero rimasti a Torino, alla SMAT a vantaggio del bilancio della Città.

Torino, 15 novembre 2011

 

Comunicazioni del Gruppo Sinistra Ecologia e Libertà

per:

RIORDINO DEL GRUPPO CONGLOMERATO CITTÀ DI TORINO PROGRAMMAZIONE ECONOMICO-FINANZIARIA 2011-2012”

La Proposta del gruppo di Sinistra Ecologia e Libertà è il tentativo, in un quadro nazionale ed internazionale molto difficile, di affrontare la delicata situazione del bilancio comunale, senza tradire l’esito dei referendum, la volontà dei nostri elettori e soprattutto senza rinunciare al governo pubblico dei beni comuni. Il quadro giuridico, in continuo mutamento, porta ad un’accelerazione che vìola tutti i presupposti federalisti di governo degli enti locali dei servizi pubblici. Il maxiemendamento in discussione in parlamento ipotizza sanzioni e il commissariamento stesso dell’ente.

La nostra proposta è anche lo sforzo di non rinunciare al rapporto con i comitati referendari e le loro legittime aspettative.

Crediamo sia giusto dire che se la delibera non terrà conto del dibattito avvenuto in maggioranza e in commissione e soprattutto, con gli emendamenti e gli atti di accompagnamento che verranno presentati da Sinistra Ecologia e Libertà non potremo esprimerci favorevolmente.

Siamo consapevoli che le premesse siano state dettate sia dalle difficoltà economico-finanziarie sia dai provvedimenti perentori del governo più che dallo spirito di ottimizzazione dei servizi pubblici locali.

Siamo ancor più preoccupati delle valutazioni degli advisor, di cui i giornali hanno dato notizia, ma ancor oggi non pervenute e della difficile bancabilità del prestito ponte.

Per questo, la nostra proposta opera in un difficile quadro: non far venir meno all’amministrazione l’iniezione di risorse a breve tempo da un possibile prestito ponte, con la ferma volontà di difendere il patrimonio pubblico senza ipotecarne il futuro.
La proposta è un mix di garanzie e innovazioni per una gestione di qualità dei servizi al cittadino.

A lavorare sulla proposta Dario Casalini (docente di diritto amministrativo all’Università di Torino, e consigliere di amministrazione GTT) e Ugo Mattei, estensore degli stessi quesiti referendari, autorevole esponente dei comitati promotori e soprattutto consulente della Regione Puglia nel ricorso alla Corte Costituzionale sull’articolo 4 della finanziaria del governo Berlusconi.

La proposta ha quindi una forma giuridica finita, perché crediamo sia necessario, su un tema così delicato, il lavoro delle migliori competenze disponibili; la proposta è quindi composta dai seguenti elementi:

1) Una mozione di indirizzo vincolante, considerata da noi la condizione necessaria per votare la cessione del 40% delle quote a titolo oneroso; vorremmo che l’esito della deliberazione portasse ad una vera Holding pubblica attraverso un’azienda speciale non ulteriormente cedibile. Tale mozione deve contenere l’indicazione della trasformazione di SMAT da Società per Azioni ad Azienda Speciale di Diritto Pubblico, per rispettare appieno l’esito referendario e prevenire ulteriori forzature del Governo nazionale verso la privatizzazione.

2) Le modifiche allo statuto dell’agenzia dei servizi pubblici locali affinché divenga  il vero organo di garanzia con poteri di controllo e di proposta di sanzione. L’individuazione di contratti di servizio precisi e vincolanti come garanzia della qualità dei servizi pubblici locali.

3) Le modifiche allo statuto di FCT (Finanziaria Comune Torino) perché alla fine del processo diventi una vera Holding pubblica che governi e gestisca i beni comuni (Beni Comuni Torino), privilegiando l’ipotesi di una azienda speciale di diritto pubblico.

4) La delibera proposta dall’amministrazione, modificata. Tale delibera deve anche determinare il processo di riacquisizione, in capo al Comune di Torino, delle azioni SMAT oggi detenute da FCT.

5) La proposta di modifica del regolamento nomine, già presentata e in discussione in consiglio comunale.

I punti qualificanti della proposta sono:

1) La mozione di indirizzo, che esprime la ferma volontà di difendere il responso del referendum e il sostegno al ricorso, in Corte Costituzionale, presentato dalla Regione Puglia, nonché il ricorso amministrativo sull’esempio delle città di Napoli e Milano. Non utilizzo dell’art. 4 della Finanziaria come ragione di un’accelerazione di un processo dismissivo, ma al contrario impugnandolo per definire il concetto di bene comune e allineando Torino alle avanzate esperienze di governo metropolitano del Centrosinistra. Per questa ragione la mozione dovrà impegnare la Città di Torino a trasformare SMAT in una società pubblica speciale.

2) Individuazione degli elementi e delle clausole di garanzia, nei contratti di servizio. Questi ultimi, che rappresentano il patto formale e sostanziale tra le parti, devono prevedere i diritti degli utenti/cittadini, il governo pubblico delle aziende, la partecipazione dei privati e relativo utile di impresa. Saranno i contratti di servizio, con le relative carte dei servizi, discussi nel consiglio comunale, a rappresentare questi elementi di garanzia. Questo perché, troppo spesso, anche le aziende gestite dal pubblico sono state percepite come spazi di sottogoverno per gli interessi dei partiti. Qualunque sarà il partner della Città di Torino, i contratti dovranno essere scritti e discussi dagli eletti che detengono la responsabilità dell’indirizzo e rispettati dalle parti.

3) La creazione, a partire dall’evoluzione dell’agenzia per i servizi pubblici locali, di una vera autorità di garanzia sull’applicazione dei contratti e la qualità dei servizi. Con poteri di indagine, ricerca, ma anche di sanzione, attraverso il consiglio comunale. L’Agenzia sarà integrata anche dalle rappresentanze degli utenti attraverso la legge nazionale sui diritti dei consumatori e la qualità dei servizi pubblici locali, mai recepita da questa Amministrazione.

4) La modifica della delibera prevede quindi il trasferimento del 40% per avviare la ricerca dei partner attraverso le “call of interest” e soprattutto garantire il prestito ponte; il trasferimento del restante 60% è invece vincolato alla realizzazione: a) di una Holding totalmente pubblica; b) degli obbiettivi previsti dalla mozione di indirizzo; c) dal rafforzamento dei contratti di servizio.

Inoltre, nella delibera, particolare importanza assume il principio di privilegiare, nella scelta del partner, la sinergia del sistema della raccolta differenziata e del trattamento e smaltimento dei rifiuti, con il sistema di produzione e distribuzione di energia. Si prenda in considerazione sia il privato di ispirazione pubblica, rappresentato dalle fondazioni bancarie, che forme di azionariato dei cittadini, atte anche a garantire l’apertura di una fase di loro coinvolgimento nel rilancio delle aziende. Infine la delibera dovrà prevedere la restituzione delle quote azionarie di SMAT detenute da FCT.

5) Il concetto più importante è però rappresentato dalla trasformazione di FCT, da una struttura finanziaria ad una di partecipazione e cogestione del bene comune. Torino Bene Comune (questo il nome della futura holding) sarà una azienda che avrà il compito di rappresentare il contenitore adeguato per la gestione pubblica dei servizi locali, sia nella forma finale (privilegiando l’Azienda Speciale di diritto Pubblico), sia nei modelli di governance (comitato di sorveglianza con rappresentanza dei lavoratori), che nella capitalizzazione, indivisibile e inalienabile.

6) Regolamento nomine, per garantire, da un lato la più alta qualità del managment alle future aziende, dall’altro per rafforzare il legame fiduciario fra amministratori e cittadini; l’approvazione del regolamento nomine in discussione, che prevede un netto innalzamento degli standard di trasparenza e un conseguente aumento della qualità dei delegati, sottraendo quei posti alla definizione di luoghi di sottogoverno, appannaggio esclusivo dei partiti.

Torino, 10 novembre 2011.

[Acqua] Torino: SEL vota a favore della vendita del 40% di AMIAT TRM e GTTultima modifica: 2012-12-24T08:21:00+01:00da iskra2010
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