Dens dŏlens 463 – Più che un Sogno un incubo…

di MOWA

Le mosche non riposano mai perché la merda è davvero tanta.” (Alda Merini da Alla tua salute, amore mio, Acquaviva, 2004)

Nell’inchiesta sulla strage alla stazione ferroviaria di Bologna, del 2 agosto 1980, sono emerse, finalmente, alcune verità e, tra di esse, il ruolo del massone piduista Licio Gelli e di altri comprimari nell’esecuzione materiale dell’attentato terroristico.

Non sono chiare, per alcuni, le strategie adottate per creare confusione in questa comunione massonica e, soprattutto, il ruolo, rimasto in ombra, di molti loro, appartenenti, “altolocati”. “Altolocati” che hanno rivestito, nelle Istituzioni democratiche cariche importanti e (per alcuni di loro) anche delicate al punto di essere sia fonte di dati che di informazioni di primissima mano… non escluse quelle giudiziarie. Infatti, tra le fila della massoneria (fermandosi alla P2 perché altrimenti si dovrebbe parlare, anche, degli altri 26.410 grembiulini scoperti) compaiono nomi roboanti di magistrati, ammiragli, generali (e non solo) di ogni ordine (Guardia di Finanza, Carabinieri, Polizia di Stato…), servizi segreti… sino ad arrivare a diplomatici.

Diplomatici che, come tal Edgardo Sogno Rata del Vallino (stante le carte giudiziarie nr. 966/78 F e nr. 531/80 F R.G.G.I. Sezione 7 dei giudici Giuliano Turone e Gherardo Colombo o la deposizione resa innanzi al giudice Gargani) risultano, anche (per sua stessa ammissione) iscritti alla Loggia massonica P2, lui con tessera 786.

Un controverso personaggio che, nel periodo della Liberazione al nazi-fascismo, ebbe un ruolo da “partigiano” monarchico, indi agente del SIM ma anche del SOE (Special Operations Executive) britannico, ed aspirante golpista (dicembre 1970 e agosto 1974) della Repubblica democratica italiana e le cui vicende eversive lo portarono ad essere indagato, anche, dall’allora magistrato Luciano Violante.

Non si contano le questioni spinose di Edgardo Sogno che vanno dall’essere, nel 1974, al raduno di estrema destra (con il MAR di Fumagalli, e altri “patrioti”) svoltosi a Grosotto in Valtellina dove c’era, tra l’altro, il reazionario seriale Aldo Bonomi, sino ad essere entrato nella P2 con la presentazione, per l’iscrizione, dell’ammiraglio del MSI, Gino Birindelli e lo stesso venerabile Licio Gelli. Iscrizione avvenuta, per sua stessa ammissione, nel settembre 1979 con cerimonia all’Hotel Excelsior di Roma (con la testimonianza del Gen. Picchiotti e altri 2) grazie all’interessamento del cugino Renato Niro amico personale di Licio Gelli.

Tanto spinose le questioni eversive da preoccupare il generale Carlo Alberto dalla Chiesa che tentò senza risultato, di iscriversi alla P2 per indagare dall’interno tanto che dovette precisare che a titolo di “referenza al di sopra della mia firma (Cosentino, Giudice e Viglione) non sono stati assolutamente apposti da me come risulta evidente dalla differenza di grafia…” di quanto scoperto e dello strano fenomeno eversivo e risalente ai componenti appartenenti o vicini alla massoneria tanto da dichiarare, il 12 maggio 1981, sempre ai giudici Giuliano Turone e Gherardo Colombo:

… Mi riferisco in particolare alla banda dei marsigliesi che operante nel centro Italia aveva eseguito tre sequestri di persona e che indubbiamente aveva appoggi e possibilità di transito lungo il confine italo-francese ma ciò che più attrasse la mia attenzione fu l’arresto dell’avv. Minghelli presentato dalla stampa come, da un lato, quale difensore abituale di estremisti di destra e dall’altro quale membro di loggia massonica, così come il padre generale di P.S. in congedo. In secondo luogo all’omicidio del giudice Occorsio le cui indagini trasferite alla competenza della magistratura di Firenze, vennero inquadrate, almeno per quanto riferì la stampa, non solo come determinate da un misto comune e di delinquenza di estrema destra, ma anche questa volta come non esenti da presenze massoniche. Ancora ai primi di agosto la sentenza istruttoria del giudice Vella di Bologna che, come riferito dalla stampa, aveva ritenuto di aver raccolto elementi che dall’estrema destra – alla cui matrice si riconduceva l’attentato relativo – anche presenze di elementi facenti parte della stessa loggia della quale faceva parte il Minghelli. Il tutto contribuì a rafforzare in me i sospetti che le manifestazioni delinquenziali che si erano registrate in passato nella mia giurisdizione e che erano state attribuite all’estrema destra potessero anch’esse trovare supporto o sostegno in ambienti politici e non lontani dall’ambiente della massoneria anche perché si era appreso nell’ambito del mio lavoro precedente, sia Francia, sia Cavallo e sia, se ben ricordo lo stesso Dionigi erano massoni o molto vicini alla massoneria. A questo proposito debbo ricordare che all’epoca dei gravi fatti attentati nella zona di Savona e che come ho detto tra l’altro avevano visto un attentato alla ferrovia Savona Alessandria Torino fino a far rischiare una strage con un treno che sarebbe passato di lì a poco e che fu miracolosamente fermato da alcuni lavoratori del luogo…

Più avanti della suddetta deposizione il gen. Carlo Alberto dalla Chiesa arriva a parlare, anche, di quel gen. Picchiotti che fu testimone alla cerimonia di Edgardo Sogno.

Qui si vuole far rilevare quanto sia stato controverso il giuramento di fedeltà del diplomatico Edgardo Sogno alla Repubblica italiana in quanto, lo stesso, era al servizio, anche, di strutture straniere come ammesso nel libro-intervista con Aldo Cazzullo “Testamento di un anticomunista. Dalla Resistenza al “golpe bianco”, ma tanto potenti da fargli ottenere, addirittura, i funerali di Stato alla sua dipartita.

Qualche domanda di legittimità su questa vicenda, forse, i democratici dovrebbero porsela visti i risvolti criminali che ha avuto l’organizzazione massonica P2 a cui era iscritto il diplomatico. E, se così non fosse, di quale Stato democratico si vuole parlare?

Si deve dare, forse, ragione a chi, e per come stanno andando le cose, sostenne che i “funerali, ad onta di chi nega l’esistenza del «doppio Stato», ne sono stati l’epifania: la dimostrazione plastica della sua esistenza, la sua improvvisa visualizzazione tridimensionale. Lo Stato, in quel giorno estremo, ha simbolicamente riconosciuto come propria la storia politica e militare di Sogno, ha rivendicato infine le sue azioni compiute in vita, ha assunto su di sé la sua carica eversiva.[1]

Questo è davvero inaccettabile perché offende tutti, in particolare coloro che sacrificarono la vita per dare luce alla Repubblica democratica nata dalla Resistenza al nazi-fascismo sotto qualunque forma!

Foto di copertina di Jr Korpa

Dens dŏlens 463 – Più che un Sogno un incubo…ultima modifica: 2020-08-15T07:20:27+02:00da iskra2010
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