PER LA RIFONDAZIONE COMUNISTA PER UNA SINISTRA ANTICAPITALISTA

 

 

IMG_2119+logo.jpgfoto MOWA

 

ritorniamo al centro dell’opposizione sociale, basta politiche governiste !!

 

La grande manifestazione del 16 ottobre, lo sciopero generale del 28 gennaio ed i vari movimenti che si battono contro il governo delle destre, ripropongono la necessità di ricostruire una sinistra anticapitalista nel nostro paese, orientata esplicitamente e coerentemente all’alternativa di società e che, come tale, possa essere riferimento politico per i soggetti sociali che animano l’opposizione a Berlusconi ed al liberismo, una sinistra indipendente ed alternativa anche al centrosinistra.

 

La Federazione della Sinistra, per gli indirizzi e gli assetti che si stanno determinando, per una sempre più esplicita inclinazione a perseguire, anche attraverso forzature in vista del prossimo congresso del PRC, la semplice unificazione dei gruppi dirigenti PRC-PdCI, prefigura nei fatti l’esaurimento del processo rifondativo ed una sostanziale subalternità al progetto vendoliano che, sul terreno del rapporto organico col centrosinistra, si presenta più forte ed appetibile.

La liquidazione sostanziale del PRC completerebbe il processo ormai in atto da tempo, ovvero il definitivo snaturamento della svolta a sinistra decisa dal Congresso di Chianciano, che aveva rilanciato l’attualità del processo della rifondazione comunista, come percorso essenziale per costruire una effettiva alternativa al capitalismo, sia ai suoi vecchi equilibri che a quelli “nuovi”, che è impegnato a determinare nel mondo.

 

Nella pratica quotidiana, ancor prima che nei documenti, questa involuzione ha preso corpo in modo scorretto ed illegittimo, senza passare nemmeno attraverso un nuovo congresso del PRC, con una oggettiva “cessione di sovranità” nei confronti della Federazione stessa. Tutto ciò sta generando dissenso, disorientamento ed anche disimpegno da parte di molti compagni/e.

 

Nel merito delle scelte politiche, abbondano ambiguità e contraddizioni su temi centrali, come l’alternativa di sistema, il rapporto col PD e con il centrosinistra, sempre più caratterizzato da governismo e accordi istituzionali, la presenza nei conflitti sociali, la questione sindacale, il contesto europeo, l’autonomia ed il ruolo del nostro partito; in tutto ciò pesa la mancanza di un comune lavoro di base nella società e di omogeneità sui contenuti tra le forze costituenti la Federazione.

 

Per questo, lo stesso processo federativo sta caratterizzandosi in modo prevalente come operazione di “ceto politico”, privo di un reale coinvolgimento dal basso, gestito con tempi e procedure accelerate allo scopo di perseguire un semplice accordo elettorale col PD, in vista di possibili elezioni anticipate..

 

Senza la necessaria chiarezza sulle prospettive e la coerenza delle scelte politiche, rischia di risultare poco credibile anche qualsiasi ipotesi di alleanza elettorale, in quanto la questione democratica non può essere scissa dalle questioni sociali, a partire dai diritti e dalla dignità del lavoro (vedi in particolare il ricatto Fiat di Pomigliano e Mirafiori).

 

Di fronte alla evidenti forzature operate dal gruppo dirigente, non intendiamo rassegnarci all’attuale deriva del partito e per questo riteniamo necessario esprimere un chiaro dissenso nei confronti della linea della segreteria nazionale, dai circoli al CPN, ricostruendo una proposta politica alternativa, in vista del prossimo congresso dell’autunno 2011.

 

Questo significa innanzitutto prendere le distanze dal tatticismo esasperato espresso dal compagno Pegolo, indisponibile ormai da mesi ad affrontare le evidenti divergenze emerse in Sinistra Comunista e quindi riaprire successivamente il confronto sui contenuti e senza settarismi con tutti i settori critici presenti nel partito.

 

Oltre a tenere aperta la contraddizione politica nel PRC e fare i conti con l’esperienza di Sinistra Comunista, proponiamo che il nostro impegno, in questa situazione al tempo stesso difficile ed interessante, sappia misurarsi con le lotte e con quanto accade nella società per ricostruire nel vivo dei conflitti una sinistra anticapitalista, indipendente ed alternativa al centrosinistra, capace di coordinare le diverse realtà sociali e politiche in un concreto fronte di resistenza alla crisi (vedi iniziativa nazionale del 26 febbraio a Roma, possibili articolazioni territoriali, le esperienze di “uniti contro la crisi”, la lotta alla precarietà, le vertenze ambientali e per i beni comuni..).

 

Occorre riprendere il confronto ed il lavoro comune sulla questione della rifondazione e della riaggregazione di forze comuniste con tutte le realtà e le esperienze disponibili, presenti nei territori, senza scorciatoie organizzative, miniscissioni o manovre tattiche (come l’appello dell’Ernesto) che non condividiamo, ma affrontando i nodi politici e teorici tuttora irrisolti (programma di fase, radicamento sociale, governismo, ceti politici, istituzioni..) e fornendo così un utile contributo alle potenzialità emerse dalla assemblea di Livorno del 29 gennaio scorso.

 

Per discutere queste proposte, convochiamo una RIUNIONE NAZIONALE dei compagni/e del PRC che, con la mozione dei “cento circoli”, sostennero la svolta di Chianciano e che hanno vissuto l’esperienza di Sinistra Comunista fino all’assemblea del 03 ottobre 2010, per

 

DOMENICA 06 MARZO 2011 A ROMA ore 10.30 c/o la FEDERAZIONE ROMANA PRC

 

Via Squarcialupo 58 – vicino alla stazione di Roma Tiburtina.

 

 

 

Cosimo Bruzzo, Marco Checchi, Fabio Corsi, Pasquale D’Angelo, Christian Denicola, Davide Di Rado, Matteo Malerba, Antonello Manocchio, Alidina Marchettini, Antonio Piro, Claudia Rancati, Ciro Risolo, Pierangelo Rosi, Sandro Targetti

 

 

 

 

 

24 febbraio 2011

 

PER LA RIFONDAZIONE COMUNISTA PER UNA SINISTRA ANTICAPITALISTAultima modifica: 2011-03-05T18:00:00+01:00da iskra2010
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