Dens dŏlens 12 – Ministeri e guerre.

 

Berlusconi - Gheddafi 2.jpgelaborazione MOWA

 

di MOWA

 

La geografia, nel senso più politico del termine, del Mediterraneo, si sta piano piano modificando e le reazioni dei vari paesi sono a dir poco, deludenti.

 

I vari governi si alternano nel primeggiare per accaparrarsi le simpatie sia degli insorti che degli attuali governanti nel tentativo di “invadere” per poi “rimanere” in pianta stabile a dominio del sito. Questa forma di equilibrismo, che non sempre è ben compresa, porta ad atteggiamenti schizofrenici e compulsivi tipici dell’insicuro. Ma da un maestro di sci come Frattini, che oggi rappresenta l’Italia nel mondo, più che versioni slalomiste non ci si può aspettare. Che sia, forse, insito nella “radice” del termine fratta o dei suoi sinonimi macchia, ginepraio che lo portano a comportarsi così? Boh!

 

Questa patologia è (ahimè!) propria, anche, dei nostri politici di “sinistra” che si ostinano a chiedere manifestazioni pro o contro (non si capisce bene dai loro appelli) gli attuali assetti politici del mediterraneo come per la Libia; emblematica la posizione di Veltroni che dichiara di voler aiutare i “patrioti libici” ma… dalle sue parole non si comprende se parla dei sostenitori di Gheddafi o di quelli che lo contrastano. Dopotutto, però, da uno che si è “infilato” nelle file comuniste senza esserlo e, peggio nel non averlo mai dichiarato, se non di recente, la dice lunga sulla sincerità! Inoltre per uno che si dichiara filo-kennediano la sincerità non è, sicuramente, di casa.

 

I politici, sinistra inclusa, lanciano anatemi sia contro il tiranno libico Gheddafi che contro i presidenti egiziano e tunisino. Ma… questi paesi non sono stati, forse, aiutati a rimanere in vita proprio con l’aiuto, più o meno diretto, del nostro paese (vedi il ruolo dei nostri servizi segreti in Tunisia che ha agevolato l’ascesa del cacciato Zin el-Abidin Ben Ali), che ha fornito collaborazione fattiva con armamentario bellico (fucili, pistole, ecc.) per aver in cambio stabilità… quella stessa stabilità che ha soffocato laggiù ogni prospettiva di democrazia che ora molti rivendicano… Ma come, prima soffochi la democrazia e poi, infingardamente, la pretendi mandando altri militari (Nato o chissà chi?) con il dichiarato fine di ripristinare la “normalità”. Possibile che le esperienze dell’Iraq, Kosovo, Afghanistan, ecc., non ci abbiano insegnato nulla? Chiedete alle donne di quest’ultimo paese se sono libere come avevano loro promesso? Se l’insegnamento scolastico sia arrivato? Bugie! Ci hanno raccontato solo bugie e il Mephisto della difesa ne propina a quintali fino a travolgere i parenti degli stessi militari.

 

Quanti soldati/persone sono rimasti “sani” dopo le “missioni di pace”?

 

Forse dovremmo riflettere sia su quanto guadagnerebbe il nostro paese in prestigio se smettesse di commerciare in armi con i vari paesi, che quanto guadagnerebbe in stima se iniziasse a lanciare la parola d’ordine della cooperazione internazionale partendo dall’energia alternativa.

 

Se solo i soldi che vengono investiti per la produzione di armi fossero utilizzati per la realizzazione di impianti di energia pulita, quanto benessere ricaverebbe l’umanità e, soprattutto, quanta occupazione in più e permanente potrebbe avere!

 

Incalcolabile? Non credo! Sarebbe, invece, necessario avere un’organizzazione capace di lanciare due parole semplici e chiare al mondo intero su cosa vuole la gente: PACE e LAVORO.

 

Senza se e senza ma!

Troppo di sinistra? Forse, ma inevitabile se si vuole uscire dal pantano in cui ci siamo andati a mettere!

Dens dŏlens 12 – Ministeri e guerre.ultima modifica: 2011-03-14T00:10:00+01:00da iskra2010
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