Rivoluzione e Costituzione USA, il “we” marchio di confine, paradossi e geremiadi (1^ parte)

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di Angelo Ruggeri

 

COME E’ NATA LA COSTITUZIONE AMERICANA

Geremiade americana :

“Se protestate è perché la libertà americana vi permette di farlo; perciò, perché protestate?”

 

Dalla Piazze della Tunisia con la quale è tornata di moda la parola “Rivoluzione” non tanto per il pane ma per la democrazia, si è chiesto, però, “una democrazia non di tipo occidentale-anglosassone”.

Dalle piazze della Spagna i giovani che l’hanno “occupata” e che hanno “dinamitato” la politica, chiedono una democrazia reale (non solo formale) una “real democrazia”, cioè una democrazia sostanziale e non solo formale, dimostrando la falsificazione della realtà operata dalla ormai fallita filosofia politica di fine Secolo XX inizio del XXI assunta dalla “Sinistra – come sostitutiva del marxismo.

Falsificazione operata con l’enfatica proclamazione del passaggio ad una presunta “post-modernità” liquidatrice dei paradigmi intorno a cui si era polarizzata l’antitesi tra teoria della democrazia formale e teoria della democrazia sostanziale, sia nel Mondo ma specialmente e soprattutto in Italia.

L’Italia riconosciuta come “democrazia avanzata” più di ogni altro Paese Occidentale, in quanto la Costituzione (da cui origina il “caso italiano” odiato dal capitalismo occidentale) sancisce che senza democrazia sostanziale svanisce e non esiste realmente neanche la democrazia formale e svanisce anche la parità solo giuridica dei cittadini. Nel frattempo i giovani che stanno “dinamitando” la sclerotica politica bipolare europea e non solo spagnola, invitano a non votare ne per la “destra” ne per la “sinistra” – che come in tutti i sistemi bipolari sono in simbiosi garantita dal maggioritario della diade destra-sinistra – perché non si percepisce alcuna differenza specie sulla politica economica e del lavoro e sulle guerre “umanitarie”.

Nelle more di tali processi si inserisce l’Americano Obama, che con forza militare e guerre umanitarie, con interventi armati ed economico-finanziari e Servizi Segreti proclama di volere portare la democrazia, la Sua democrazia, la democrazia americana ovviamente, nel Mondo, nei Paesi Arabi e del Tropico del cancro, ispirato come il suo predecessore Bush dal fondamentalismo messianico americano che in nome del Bene contro il Male e della Bibbia estende al Mondo intero il “cortile di casa” degli USA della Dottrina Monroe, con cui si autolegittimano ad ogni interferenza e violenza o intervento armato nel Sud America “cortile di casa” USA ora allargato all’intero Pianeta.

Rivoluzione, Costituzione, federalismo americani

 

Tra Rivoluzione Americana, Rivoluzione francese e centralismo federalista americano ed europeo

Dove, come e perché

è nato ed esiste la forma di governo dello “stato federale”, di uno stato centralista quale nessuno può esserlo di più uno stato “presidenziale” e “federale”, che separa istituzioni e società e realizza la “unità” per il tramite di una forte concentrazione di poteri verso l’alto, sia nei vertici di governo dei singoli stati (o Regioni) che in quelli dello “stato federale” dal quale i singoli stati sono dipendenti.


E’ stato detto tante volte che quella Americana è stata una Rivoluzione “dimenticata”. C’è però motivo di ritenere che a questo hanno mirato proprio i stessi gruppi dirigenti statunitensi: farla “dimenticare”, per “sostituirla” e “cancellarla” con una Costituzione che per molti aspetti “la rinnega” e che anche per questo è stata da subito “sacralizzata”, per farne un archetipo valido per tutto il Mondo.


Quando Paul Brenner, capo della amministrazione militare USA in l’Irak, in vista del passaggio dell’amministrazione USA in Irak ad un irakeno scelto dagli Usa, promise “una Costituzione provvisoria” che contenga “i valori della democrazia americana”, ne ci si è stupiti né si é riflettuto sul significato delle sue parole e tantomeno si è replicato. Essendo dato per scontato che “esportare la democrazia” nel mondo altro non significa che “esportare l’America”, in una sorta di “americalatinizzazione del mondo”, dove il “cortile di casa” degli USA della “dottrina Monroe” in cui intervenire per adeguare a sé e al proprio, l’ordinamento degli Stati e tra gli Stati del Centro e Sud America diventa valida per l’intero Globo terrestre.

Esportando” il “sistema di governo” anglosassone e le tecniche di comando che sia in Inghilterra che negli Stati Uniti sono state presidenzialisticamente organizzate in modo equivalente: col governo “del primo ministro” in Inghilterra e “del presidente” negli Stati Uniti dove il “federalismo” sta a significare una “diversità” rispetto alla monarchia di quella che però è la stessa ed equivalente forma di governo e tecnica di comando, non a caso definita “monarchia repubblicana” col Presidente facente funzioni del Re. Uno “stato repubblicano” che, come quello monarchico, continua ad essere inteso come “persona giuridica”, staccato o separato dalla società, la cui “diversità” riguarda solo le forme “interne” dei rapporti di governo e tra i vertici dei governi di Stato e Regioni federali e dello Stato federale, centrale e centralista.

L’opposto, dunque, dello “stato comunità”, appunto “democratico”, che invece riguarda il rapporto tra “governanti e governati”, esprime cioè un nuovo e diverso rapporto con la società ed attiene quindi alla “forma dello Stato”, al suo rapporto “esterno” – che prima non esisteva né ci si poneva il problema – col territorio (ad es. come la “Repubblica delle autonomie” della nostra Costituzione in cui anche l’ente locale è Stato esso stesso. Donde la mistificazione di chiamare amministrative le elezioni “locali” separando anticostituzionalmente il locale territoriale, cioè il sociale dalla politica nazionale come avviene col federalismo e col Senato federale propgnato dalla pseudo sinistra vendoliana e “federata” di RC e dilibertiani). Uno Stato, quindi, il nostro, legato al sociale: uno “stato di democrazia sociale”, appunto, com’è quello della nostra Costituzione.

Un “nuovo” tipo di stato, che è venuto alla luce col moderno costituzionalismo democratico, con l’entrata in campo, dopo il 1945 e la guerra contro l’imperialismo nazi-fascista e guerrafondaio, delle grandi masse socialmente e politicamente organizzate, dei movimenti, dei partiti, dei sindacati, ecc. Donde che il “federalismo” rappresenta un ritorno indietro, dallo “stato democratico” allo “stato di diritto” borghese-liberale, all’autoritarismo pre-fascista e al suo nesso con lo stato totalitario fascista che è il predominio degli esecutivi, dei vertici di governo sulle assemblee elettive, uno stato inteso come governo e quindi burocrazia e anche polizia (Gramsci), un ritorno allo “stato persona giuridica” – ne sociale ne democratico – dallo “stato comunità” e di democrazia sociale della Costituzione. Una regressione intrapresa anche dallo stesso Trattato intergovernativo che instaura una c.d. “costituzione europea” e che come la Costituzione Americana non proclama un potere popolare, ne fa riferimento alcuno al popolo ma solo ad una c.d. “opinione pubblica”.

Addirittura innalzando e “costituzionalizzando”, come non esiste in nessuna Costituzione, il liberismo economico come ideologia ufficiale ed obiettivo supremo dell’Unione UE, trascurando del tutto la questione sociale e dei rapporti sociali tra classi ricche e povere, ecc., e aggirando il suffragio universale.

(fine 1^ parte)

Rivoluzione e Costituzione USA, il “we” marchio di confine, paradossi e geremiadi (1^ parte)ultima modifica: 2011-05-26T23:55:00+02:00da iskra2010
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