Aden Arabia (2) guerre interimperialiste e Gramsci contro economismo e sbarramenti elettorali

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di Angelo Ruggeri

Aden Arabia (2) TRA GUERRE “UMANITARIE” INTERIMPERIALISTICHE, CRISI MONDIALE ASSOLUTA E QUEL CHE DICE GRAMSCI SULL’ECONOMICISMO, SUI PARLAMENTI ELETTI CON SBARRAMENTI E SISTEMI ANTIPROPORZIONALI, SULLA ASSOCIAZIONE E IL POTERE SOCIALE E DI SCIOPERO DEI LAVORATORI, ADEN E’ L’UOMO ATTUALISSIMO CHE E’ IN TUTTI NOI E CHE SOFFRE PER LA REGRESSIONE DELLA “SINISTRA” E DELLA CGIL IN TUTTI QUESTI CAMPI;

E’ L’UOMO ATTUALISSIMO CHE COME NOI SOFFRE NELLA PROPRIA CARNE

LA DANZA DI GUERRA “UMANITARIA” PERMANENTE, CHE LE POTENZE IMPERIALISTE CONDUCONO SULLA TESTA DI TUTTI I POPOLI del Mondo, CON LE LORO BOMBARDANTICANNONIERE DEL CIELO DI OGGI, PROPRIO COME UN TEMPO CON “LA POLITICA” SIGNIFICATIVAMENTE CHIAMATA “DELLE CANNONIERE” FACEVANO CON LE LORO BOMBARDANTI “CANNONIERE DEL MARE“.

Per questo, Aden, chiama alla battaglia contro la guerra, quindi contro anche la più sporca di tutte, cioè la guerra “umanitaria”;

contro l’imperialismo colonialista occultato dietro l’ipostatizzazione dell’”umanitarismo” borghese.E invita a ritrovare non l’odio individuale ma l’odio di classe, contro la borghese classe di aguzzini e dei carnefici dell’Uomo e della umanità.

Passaggio indispensabile per poter creare un nuovo umanesimo, che Aden identifica in un nuovo ordine da cui potrà nascere finalmente una nuova cultura e una nuova civiltà dopo l’ordine borghese che è uguale al disordine“.

“Noi non abbiamo che una scelta: condurre una vita che è solo una forma di angoscia”, per tutto quello che accade nel mondo attuale, “o rischiare la morte per conquistare la vita. Bisogna rischiare questo prezzo per non dover più arrossire di essere uomini” (Aden Arabia)

Aden guardando il mondo dal basso, dal punto di vista plebeo e dei popoli oppressi, ha individuato con chiarezza i suoi nemici, chi merita maggiormente il suo odio e contro quale obbiettivo indirizzarlo (come si è visto in Aden 1, nella precedente mail), e grida la chiamata alla lotta a cui sollecita e invita tutti noi il Mondo di oggi, trascinato nei vortici della violenza da poteri che, comunque si manifestino o si presentino, sono ovunque repressivi, all’interno degli Stati e tra gli Stati sul piano internazionale.

ADEN ARABIA E’ L’UOMO CHE COME NOI SOFFRE

SULLA PROPRIA PELLE GLI ATTI DI “TERRORISMO”, come lo definiscono coloro che, viceversa, lo chiamano “EFFETTI COLLATERALI” QUANDO AD UCCIDERE I CIVILI, DONNE, UOMINI E BAMBINI SONO “LOR SIGNORI” CHE SI RITENGONO PADRONI DEL MONDO a cui viene data LICENZA DI UCCIDERE CHIUNQUE A LORO AGGRADA.

Una licenza di uccidere “naturale” e che dal colonialismo all’imperialismo dura da secoli; una propensione ad uccidere dell’imperialismo che si cerca di coprire e di esercitarla anche dietro i “mandati” di un loro c.d. “Tribunale internazionale” di cui si sono dotati, che non impone la sua giurisdizione agli USA (che furbescamente e con altri Paesi non vi aderiscono) ma che per eseguire i suoi mandati ricorre alla NATO da cui è sostanzialmente controllato: NATO – capeggiata dagli USA e dai Paesi guerrafondai che si danno da se una sedicente “legalità” per potersi fare contemporaneamente giudici e boia, di volta in volta per imporre, o sostenere o cambiare a secondo degli interessi di fase, gli imperialisti di secondo livello con i quali hanno intrattenuto e fatto affari fino a 24 ore prima di cominciare a bombardarlo assieme alle strutture e alle popolazioni civili.

E’ la conferma, la prova provata della ragione di Aden che invita a “ripudiare in blocco la cultura borghese” che è un insieme di quelle norme disumane che la borghesia impartisce ai propri sudditi per conservare il potere e che sono l’esatto contrario dei valori che afferma e ha perorato nel corso dei secoli.

Infatti, attribuendosi con la più sporca di tutte le guerre, con la guerra “umanitaria”, la licenza di uccidere chiunque loro aggrada, in virtù della sua superiore forza delle armi coperta dietro parole “umanitarie”, “lor signori” borghesi, capitalisti, colonialisti, imperialisti contraddicono la stessa e da loro conclamata “civiltà giuridica” liberale – che – come abbiamo precedentemente ricordato – il “capitalismo reale” tradisce da sempre non meno di quanto tradisca l’umanesimo.. In nome della sua stessa teoria dei diritti civili umani e individuali,

la borghesia capitalista e guerrafondaia annulla ciò che distingue l’uomo dagli animali: cioè il diritto di vita e di morte che l’uomo ha su se stesso: “Toglietegli questo diritto e lo renderete schiavo degli uomini e degli eventi…Questo stesso diritto, conferito all’uomo sul suo simile genera la tirannide“.

Pur avendo alle spalle simili teorizzazioni che impartiscono al Mondo solo per legittimare e conservare il loro dominio, Paesi e forze capitalistiche che si propongono come faro della democrazia, la negano con la violenza e l’oppressione di un potere di dittatura di classe nei propri paesi, e fuori di essi con l’imperialismo suoi popoli. Ma ancora di più mostrano tutta la loro protervia e arroganza che gli viene dall’uso della forza e della violenza a cui ” la BORGHESIA CHE E’ AL DI SOTTO DELLA DIGNITA’ DELLA CRITICA INTELLETTUALE” (Aden), ricorre da secoli, quando tali Paesi e forze propongono e ripropongono la guerra che è antiumanitaria e antidemocratica per sua stessa natura, asserendo con disinvoltura e mistificante neologismo che è “umanitaria” e asseverando che in nome della democrazia essa serve per portare la “democrazia”: con la guerra che viceversa è antidemocratica e antiumanitaria per sua natura, appunto.

Come per tutte le guerre anche per quella c.d. “umanitaria” serve sempre un pretesto: non importa se è infondato come quello adusato per l’aggressione “umanitaria” all’Irak altrettanto falso di quello adusato di recente per fare della Libia il teatro di un conflitto armato inter-imperialistico, con sommo sprezzo per le vite umane delle popolazioni dell’una o dell’altra parte in conflitto. Infatti, Amnesty international dopo una lunga inchiesta e ricerche sul campo, conferma che nessuno dei crimini e delle stragi imputate a Gheddafi dagli imperialisti di primo livello della Triplice franco-brittanica-americana (per estorcere la risoluzione ONU violandola in lungo e in largo ed ora anche con lo scandalo delle forniture di armi da parte della Francia ai “ribelli” da lei usati dall’inizio, per promuovere il conflitto), risulta vera e tanto meno confermata: smentendo quei massacri di civili che secondo le agenzie di stampa che fanno capo ai gruppi di potere dell’imperialismo occidentale, durante le riunioni del Consiglio ONU crescevano di ora in ora, in maniera esponenziale ma assolutamente falsa: prima erano 1.000 poi 2.000 poi 10.000 i civili uccisi dalle milizie e dalle bombe di Gheddafi. Ed ora lo stesso pesudo Tribunale internazionale (senza precisare le circostanze, forse ha bisogno di tempo per trovare prove almeno artefatte) parla di “alcune centinaia”. Secondo la logica con cui si è giustificata tale guerra, altre guerre dovrebbero essere mosse prima che alla Libia stante che quelle non meglio precisate “centinaia” sono ogni caso siamo ben lontane dalle migliaia di vittime civili delle repressioni in Yemen, Paesi del Golfo, Siria, da quelle dei quotidiani bombardamenti NATO su Tripoli; dalle decine di migliaia di civili ammazzati da un Paese occupante quale è Israele prima, durante e dopo i massacri di Gaza (ultimi di una lunga serie), e sparando ogni giorno persino sui contadini e i pescatori palestinesi, con metodica perseveranza “nazista”; o dalle decine di migliaia di civili uccisi dai quotidiani bombardamenti della Nato in Afganistan. E quelle in Irak? E quelle delle guerre eterodirette e per interposti gruppi armati dai governi e dalle multinazionali occidentali in ogni Paese dell’Africa? Ecc. ecc.

MA nonostante la notizia data da Amnesty international fosse clamorosa, SUI MASS MEDIA E SUI GIORNALI hanno CAMPEGGIATO GLI 11 DELLA NAZIONALE DI CALCIO CHE HANNO RUPIDIATO GHEDDAFI INVECE DI QUESTA NOTIZIA BOMBA DI AMNESTY INTERNATIONAL.

Aden Arabia è l’Uomo che soffre da oltre 100 anni – e ancor più negli ultimi lustri per questo flusso di menzogne, ingiustizie, violenze – l’ININTERROTTO GIROTONDO INTORNO AL MONDO di GUERRE COLONIALI E IMPERIALISTE E GUERRE INTERIMPERIALISTE PER “INTERPOSTE” PERSONE, quali Gheddafi in quello che un caso di scuola come quello della LIBIA, che appartengono al livello inferiore dell’imperialismo transnazionale di cui sono stati agenti servili: da Noriega a Saddam, a Bin Laden a Gheddafi, ecc., e che come la UE (vedremo piu avanti) servono PER PORTARE ANCORA UNA VOLTA LA GUERRA LONTANA dai confini e territori degli stati imperialisti dominanti, per trovare un terreno per loro privilegiato e di scontro reciproco, interimperialistico, in cui misurarsi.

L’imperialismo, col capitale finanziario che ne è il suo protagonista inesorabilmente aggressivo, agisce come la “criminalità organizzata” comune che si scontra per la conquista di territori lontani dai quelli del Sud della propria origine, con la penetrazione e il controllo economica-“politico” dei ricchi territori del Nord con scontri anche armati tra bande della criminalità mafiosa. Così come le potenze imperialistiche si scontrano per il controllo dei ricchi territori del Nord Africa e del “Sud del mondo”, con guerre quali quella che come nel caso della Libia è anche una classica guerra coloniale e di “normale” aggressione imperialistica del capitale mondiale oltre che guerra interimperialistiche in una fase in cui mancando il conflitto di classe a causa di chi ha costruito la ” Sinistra”, il conflitto è solo inter-capitalistico.

Conflitto inter-imperialistico europeo e atlantico che sui propri territori si sviluppa prevalentmente sul piano politico-economico, ad es., come in questi giorni, anche tramite le agenzie di Reting che non solo sono controllate dalle banche che dovrebbero essere controllate, ma che da quando è stato privatizzato tutto il sistema delle Banche centrali e non, sono giuridicamente irresponsabili verso qualsivoglia assemblea elettiva. Pur avendo come la BCE persino il potere di battere moneta, prerogativa propria e fondante degli Stati: per cui va detto – per quei “marxisti” che considerano solo la critica dell’economia ma non la critica marXiana del diritto e dello stato – che Marx già solo parlando di moneta parla ed elabora nei fatti una teoria marxista del diritto e dello statocontro quel diffuso atteggiamento agnostico di certi e certo “marxismo” che pretende di criticare il diritto e le costituzioni borghesi ma ripudiando l’unità delle scienze (tra cui c’è anche il diritto) finisce subalterno alle forze capitalistica che sanno di dirito e di Stato quello che tali “marxisti” e “sinistri” ignorano del tutto, cadendo nel determinismo e nell’economicismo tanto criticato da Gramsci ma già prima da Lenin e da Marx stesso, con l’identificato rapporto tra struttura e sovrastruttura.

LO STATALISMO/LIBERISTA

In una fase in cui il conflitto è per l’appunto solo intercapitalistico, tramite il sistema bancario nazionale-internazionale che con statalismo-liberista proprio dello Stato liberale, è stato “liberalizzato” e “privatizzato” con leggi promulgate dagli stati nazionali – come quelle di privatizzazione e liberalizzazione a cui la UE costringe la Gracia per cui la BCE si dichiara felice per i 50 mila miliardi di ulteriori privatizzazioni approvati dal Parlamento greco – le agenzie di Reting non vengono “controllate” dagli Stati che viceversa dovrebbe sottoporre tutto il sistema finanziario a regole che non possono essere interne al mercato degli scambi – come auspicano i “buoni capitalisti” di “Sinistra” che invocano regole etiche all’interno degli scambi mercantili. Le regole non possono che essere “esterne” alla logica degli scambi, e devono essere imposte dagli Stati con regole che nel contrasto permanente che vige tra scambio capitalistico e società, non legittimino più l’intermediazione come affare a se stante con cui si legittima la rendita e la speculazione, ma assoggettino gli scambi mercantili agli interessi sociali e ai fini generali della società.

Con lo statalismo-liberista e quindi senza un controllo pubblico-sociale del sistema bancario e finanziario le Agenzie di Reting conseguentemente al fatto che le banche statalisticamente liberalizzate di cui la A. di Reting sono una emanazione, diventano esse i controllori degli Stati da cui dovrebbero essere controllate: donde che usano, loro, dare voti e punti sulla affidabilità degli Stati per indirizzarne le politiche a fini di interesse privato, corporativo e di rendita speculativa. Con conseguenze in tutti i campi economici, si che ad esempi in Italia, “destra” e “sinistra” di governo ripropongono quello che era un dibattito dell’800 sulla regressività fiscale anziché sulla progressività fiscale, dove la progressività è vista come “esproprio” con un arretramento da tutto quello che alla Costituente è stato il dibattito sul nuovo sistema fiscale della Repubblica democratica italiana e sulla progressività delle imposte. Per cui oggi l’Italia della diade destra/sinistra SI RIVELA PIU ARRETRATA PERSINO DELLA SVIZZERA che seppur a suo modo segue la linea della progressività delle imposte seppur minima, in una linea della progresività che riguarda tutti io redditi all’opposto di quella che destra e sinistra italiane chiamano la semplificazione del sistema fiscale che significa cancellazione di una progressività che riguardi tutti i redditi seguendo un progressivo innalzamento delle aliquote mano a mano che crescono i redditi e non già l’introduzione di 2 o 3 o 4 aliquote.

LA “LUMPENBUGERUM”

Ciò lo si deve al fatto tra “destra e “sinistra” di governo si concorda sul principio della riduzione/ cancellazione della progressività delle imposte, al di la delle varianti tecniche su come abolirla la progressività e al di là delle tre aliquote del progetto Tremonti: Per cui con l’attuale dibattito torna ad essere come quello dell’800, quando vigeva lo statalismo-liberista e non per caso anche allora il maggioritario e una “Destra” e una “Sinistra” storica che aveva al suo interno anche quella che si chiamava appunto “Sinistra radicale

Quando esisteva lo Stato borghese e i parlamenti venivano eletti col suffragio censitorio che delegittimava la titolarità dei diritti politici il proletariato ottocentesco tramite

il maggioritario che anche oggi produce gli stessi effetti del sistema censitorio, in quanto sollecita molto di più che il favorire l’autoesclusione dal voto dei ceti popolari con l’astensione – perché non trovano più una alternativa e diversità tra destra/sinistra – alla esclusione dei quali si procede direttamente quando si introduce uno sbarramento elettorale che vige anche in Germania e che si propone per l’Italia mistificandolo come “proporzionale” da parte dei Gianni Ferrara, Stefano Passigli, ed altri tra cui l’Amerikano Giovanni Sartori da sempre uno dei principali nemici della Costituzione e della democrazia italiana, agente “giuridico” della grande borghesia capitalistica internazionale, sostenitore persino del famigerato doppio turno alla francese e della linea gollista per sovvertire – come riusci a De Gaulle in Francia – la Repubblica Parlamentare italiana in “associazione” – per adesione – con tellettual-In cioe TUI (termine che riassume la funzione degli intellettuali nella società capitalistica ben analizzata da Brecht di cui riporteremo quanto prima cosa intende per tuismo) come Umberto Eco, uno dei migliori esponenti di quella “Lumpenbugerum” di borghesia intellettuale disponibile a qualsiasi manipolazione politica come la definì Claudio Magris richiamandosi a Marx, paragonandola al “Lumpenproletariat”, proletariato incosciente e disponbile per ogni manipolazione politica che Marx contrapponeva al proletariato politicamente consapevole.

PARLAMENTI DEL BIPOLARISMO E DEL MAGGIORITARIO COME TRADE UNION DELLA BORGHESIA

VEDIAMO COSA DICE GRAMSCI A PROPOSITO DELLA REGRESSIONE CHE “SINISTRA” POLITICA e SOCIALE e i SUOI TELLETTUAL-IN PROPONGONO DI EFFETTUARE SIA SOTTO IL PROFILO ECONOMICO-FISCALE-FINANZIARIO SIA SOTTO IL PROFILO ISTITUZIONALE.

Trattasi di UNA REGRESSIONE SUL TERRENO sia ECONOMICO sia ISTITUZIONALE – CHE LA BORGHESIA SA BENE ESSERE TRA LORO CONESSI – A QUEL PERIODO IN CUI PER ARRIVARE AL CAPITALISMO CONCORRENZIALE, PER GRAMSCI COME PER MARX, I PARLAMENTI BORGHESI ELIMINANO DALLA RAPPRESENTANZA TUTTI COLORO CHE NON SONO PROPRIETARI E NON PAGANO UNA CERTA IMPOSTA SU UN CERTO REDDITO, tramite la TECNICA ELETTORALE e bipolarista dei SISTEMI ANTIPROPORZIONALI, MAGGIORITARI e/o UNINOMINALI. Sistema a cui appartiene anche lo sbarramento elettorale – qualunque sia la percentuale da superare – che taglia alla base i voti dei ceti proletari e popolari ridistribuendoli maggioritariamente a chi lo supera, per cui non può esserci una “DEMOCRAZIA REALE” (come rivendicano i giovani che occupano le Piazze Spagnole ed altre 98 Piazze fuori dalla Spagna) SE NON SI RICONOSCE CHE OGNI FORZA POLITICA DEVE ESSERE RAPPRESENTATA E DEVE PESARE PER QUELLO CHE PROPORZIONALMENTE CONTA in base ai voti ricevuti – fosse pure anche solo l’uno percento – COME AVVIENE SOLO CON IL PROPORZIONALE “PURO” che garantisce al c.d. “ogni testa un voto” di valere davvero per quello che proporzionalmente riesce a rappresentare.

Viceversa, dice Gramsci, SE VENGONO ELETTI CON SISTEMI ELETTORALI CHE TAGLIANO UNA PARTE DELLA RAPPRESENTANZA E, quindi, COMPOSTI DALLA FIADE DESTRA/SINISTRA, TALI PARLAMENTI SONO COME DELLE TRADE UNIONDELLA BORGHESIA A FAVORE DELLA QUALE VIENE ELABORATA UNA LEGISLAZIONE CHE DA TUTTI I PUNTI VISTA E’ VANTAGGIOSA PER I SETTORI DELLA BORGHESIA. DI CONSEGUENZA – prosegue Gramsci – ESISTE SEMPRE – ieri come oggi – UN INTERVENTO DELLO STATO IN CAMPO ECONOMICO che produce quello che appunto lo statal-liberismo o liberalstatalismo. DOVENDOSI ovviamente RICONOSCERE – dice ANCORA Gramsci – CHE SE NAZIONALIZZARE e STATALIZZARE RAPPRESENTA UN INTERVENTO DELLO STATO, ANCHE DEREGOLAMENTARE, DENAZIONALIZZARE, PRIVATIZZARE, LIBERALIZZARE INTERI SETTORI DELL’ECONOMIA RAPPRESENTA E DEVE ESSERE CONSIDERATO UN INTERVENTO DELLO STATO, SI TRATTA CIOE’ DI DUE FORME DIFFERENTI DI INTERVENTO DELLO STATO CHE SONO ENTRAMBI ESPRESSIONE DI STATALISMO E DI INTERVENTISMO ECONOMICO STATALISTA.

Donde che riprendendo il punto, le Agenzie di Reting – anglo-americane in primis, con agganci franco-tedeschi – non mettono sotto controllo l’immondezzaio bancario francese, tedesco, britannico, americano, ma solo quello italiano, per favorire nel conflitto intercapitalistico, ulteriori speculazione al capitalismo finanziario del proprio imperialismo politico-economico.

I PROTAGONISTI DELLA RICOSPERTA GRAMSCIANA SIGNIFICATIVAMENTE IN ATTO ANCHE NEI PAESI ANGLOSASSONI, APPLICANO GRAMSCI PER ANALIZZARE IL MONDO GLOBALIZZATO

Ma sul piano militare le potenze imperialistiche scelgono di farsi la guerra lontano dai proprio confini: anche per questo è stata costituita la UE, rispetto alla quale richiamiamole analisi dei tanti gruppi protagonisti della significativa riscoperta del pensiero di Gramsci in atto nei nei Paesi anglosassoni, che con la categoria gramsciana hanno analizzato e definito che con la UE “anziché assistere alla dissoluzione dello Stato in Europa (donde la stupidità con cui “Sinistra” e mass media e i Tui o tellettual-in lamentano la mancanza di politica estera comune della UE, n.d.r.), assistiamo con la UE, alla trasformazione del significato del potere statale europeo che partecipa ad “una classe transatlantica e transnazionale…che agisce al di la e dentro i confini nazionali“. Tramite una governance istituzionale a molti livelli, che conta assai meno rispetto al suo carattere “embedded” cioè incorporato nel modo di produzione capitalistico in questa fase e CHE DA VITA AL “BLOCCO STORICO TRASNAZIONALE” FORMATO, SIN DALL’INIZIO, SOTTO L’EGIDA DEL CAPITALISMO ANGLO-AMERCANO, del suo stato e della sua società civile – sulla base di “UN RITORNO ALLE CARATTERISTICHE SOCIOPOLITICHE ESSENZIALI STABILITE NELLA RIVOLUZIONE BRITANNICA del 1688, QUANDO LA POLITICA E’ STATA SUBORDIONATA AL POTERE DELLA PROPRIETA’ E DEL CAPITALE, ESPRESSA NELLA FORMA DI UNO STATO MINIMALISTA”.

Gramsci, cassato in Italia dalla “sinistra” usurpatrice, è talmente diffuso nel Nord come nel Sud del mondo da essere in moltissimi paesi l’italiano più letto – America latina, Asia, ecc. -, e da aver anche originato la nascita di gruppi gramsciani anglo americani che ritengono che le categorie concettuali di quello che è indubbiamente il più grande analista del potere dai tempi del Macchiavelli, siano le più attuali e valida per interpretare il mondo di oggi, che vadano applicate non piu solo all’Italia e agli Stati nazionali ma vadano applicate all’intero “globo”, al mondo globalizzato, come ad esempio il concetto di “blocco storico” da loro applicato per analizzare il capitalismo eruopeo e atlantico.

Analisi che confermano quanto ci capita di dire da sempre: che il vero centro di comando è Londra e che al coperto dall’enfasi retorica e antiscientifica dei vari Revelli e TUI sul post-moderno, questo è in realtà un aggiornato ritorno ai valori e ai principi del pre-moderno: cioè agli albori del borghese “stato di diritto” liberale che in nome dei diritti civili individuali umanitari – assunti da tutto la “Sinistra” che su tale base cerca di unirsi elettoralmente legittimando il bipolarismo personalistic/presidenzialista – negava i più elementari diritti politici, sociali ed economici a tutti i non appartenenti alla classe borghese. 

La UE non abolisce gli Stati, ma cancella i Parlamenti e la sovranità popolare che in forma proporzionale con essi si esprime, e al di la della retorica sulla “pacificazione” dell’Europa, non abolisce il conflitto intercapitalistico: ma la UE serve per tenere lontano dai propri territori tale conflitto quando proseguendo dal piano economico-politico diventa anche militare e di guerra interimperialistica, alimentando gli scenari di guerre diffuse e permanenti nel Mondo, a cui assistiamo e che sono esponenzialmente cresciuti dalla “caduta del muro di Berlino” in poi. Considerando in aggiunta a questo, che il controllo e la rapina di ricchi territori e Paesi da parte della “criminalità capitalistica organizzata” , si attua anche con il sub-imperialismo, cioè con i mandatari locali del potere imperialistico nei Paesi c.d. “neo-coloniali”: dove la criminalità organizzata delle borghesia e del capitale internazionale si associa alla criminalità organizzata della borghesia che domina e governa i Paesi c.d. “neo-coloniali: come ad es. tutti i Paesi dell’area del Golfo Persico, capeggiati dai mandatari dell’imperialismo occidentale dell’Arabia Saudita, vena giugulare dell’occidente capitalistico.

Si facciano avanti a dimostrare che la UE non è un blocco storico transnazionale che non cancella gli Stati ma bensì i Parlamenti e a dimostrare che non è incorporata nel sistema di produzione capitalistico trans-oceanico (come dicono i gruppi gramsciani angloamericani), qualcuno dei TUI, cioè tellettual-in, della “Sinistra” che si dice “radicale” nel mentre stesso che ignorano la radice capitalistica dei “mali” che colpiscono una umanità sofferente quanto mai prima.

Si che emerge l’immondezza della “Sinistra” che si autodefinisce “radicale non andando alla “radice” come è nel significato etimologico e storico, quindi concreto della parola, emerge la colpevolezza di chi dalla Rivoluzione ha costruito la “Sinistra” e dello stato di confusione anzitutto culturale a cui porta l’abbandono della analisi storica e di classe di cui la prova provata, il “guanto di parafina” è il fatto che sul Manifesto ci si divide tra due posizioni ugualmente sbagliate, anzi pericolose: tra chi ha esaltato e difende Gheddafi, come fa Parlato suo connazionale e chi accetta o “approva” una classica guerra coloniale e inter-imperialistica come quella attuale di Libia: dietro la quale si organizzano l’industria e la finanza, il capitale finanziario francese e anglosassone e la guerra civile contro gli operai che non mangiano morti (come si è detto con Aden, nella precedente mail). “Morti” che a Parigi, evidentemente, si crede di poterli dare in pasto ai proletari se anche la banfiana Rossanda si schiera col revanscismo francese del suo concittadino Sarkosy, forse perché tale revanscismo in questo fase si manifesta anche come anti-Berlusconi che da sempre la “Sinistra” placata e trapassata attacca sempre come persona e mai come capitalista avendo tutta la “Sinistra” dimenticato – o mai saputo – che prima dell’agente dela capitalismo si deve perseguire il capitalismo: ” che è la contraddizione in processo in cui il capitale si manifesta come la potenza sociale estranea e contrapposta alla società e di cui il capitalista è solo l’agente…”(Marx) come suo “agente” è Berlusconi.

L’immondezza della “Sinistra” viene coperta anche dai magistrati,

i quali nemmeno per scagionarsi dall’accusa di ritardi sulla questione immondizia, dicono che è in corso il processo, che tutti tacciono, a Bassolino: ricordate? i “minchioni di ‘Sinistra – come dice Sartre – che trovano abbia una bella cera perché vince qualche elezione”, e i mass media e i repubblichini (cosi chiamavamo negli anni 70 i ‘sinistri’ che scriveva su Repubblica) Bassolino era un esempio delle virtù del centralismo-policentrico del sistema di potere dei “governatori” introdotti col presidenzialismo nei Comuni e nelle Regioni: proprio col “governatorato” Bassolino, capo-ingraiano, ha potuto consolidare il sistema clientelare della “Sinistra” che a Napoli si identifica da sempre con gli “ingraiani” all’opposto che, in altre città, con gli “amendoliani”. Ma tutto questo è sottaciuto e per una più proficua riflessione, anche riprendendo e riconsiderando alcuni nostri scritti e riflessioni in proposto:

VEDIAMO COSA DICE GRAMSCI A PROPOSITO DELL’ECONOMICISMO CHE DEFINISCE ECONOMISMO,

che si sviluppa nella società civile, dove diventa di fondamentale importanza per superare “l’economismo” e Per dare fondamento e natura democratica alla “società civile” e allo stato, il diritto di associazione con cui esercitare l’ autonomia sociale e un potere sociale come quello che la Costituzione riconosce in particolare alla classe operaia di cui ha costituzionalizzato in capo ad essa il diritto di sciopero.

Gramsci affronta l’argomento partendo dalla definizione della “società civile” nella specifica accezione gramsciana che oggi trova grande diffusione mondiale e viene ampiamente assunta in grandi parti e Paesi e continenti del Mondo.

Nella sua accezione, si tratta di un contenuto economico, la “società civile” è il luogo delle attività economiche, è il luogo della produzione economica, il luogo degli scambi e di tutto ciò che è strettamente legato a questo mondo della vita economica. Gramsci precisa questo aspetto, ossia Gramsci pensa al contenuto della “società civile” attraverso l’ausilio del concetto di “mercato determinato” che ha una importanza considerevole e con l’ausilio della parola “economicus” che mi sembra dotata di estrema ricchezza direi dal punto di vista direi antropologico. Allora per sintetizzare, cominciamo dalla teoria del “mercato determinato” in Gramsci, perché si tratta molto semplicemente di una critica del liberalismo da parte di Gramsci. In effetti che cos’è un “mercato determinato”? Si tratta in fondo dell’economia politica e del suo metodo.

Gramsci questo aspetto l’affronta per gradi, ritenendo che l’economia politica abbia il diritto, come qualsiasi altra disciplina scientifica, di procedere per astrazioni e di conseguenza analizzando una società nei suoi aspetti puramente economici e studiandone gli automatismi, le tendenze che si manifestano in un “mercato determinato”. Considerandolo dunque un “mercato determinato” senza tenere conto di ciò che non rientra nella pura economicità e studiando le connessioni necessarie tra i vari aspetti puramente economici del capitalismo e del mercato. E’ quello che lui chiama l’economismo del pensiero liberale. Ebbene Gramsci afferma chiaramente che un mercato determinato non esiste da solo, in modo astratto. Un mercato determinato ha luogo sempre in quello che Gramsci chiama un “blocco storico”, e il “blocco storico” è formato dalle strutture di produzione e scambi, che contemporaneamente si effettuano in condizioni politiche, in condizioni statali. E’ impossibile immaginare il mercato determinato del capitalismo, concorrenziale classico, senza far intervenire lo stato, senza il controllo, l’intervento dello stato. In che modo si deve fondamentalmente immaginare questo intervento dello stato? Qui è un pensatore liberale come Einaudi che Gramsci critica direttamente. In effetti lo stato non si accontenta di fare rispettare la legalità che consacra in qualche modo l’eguaglianza solo “formale” tra i protagonisti degli scambi. Lo stato è presente nel mercato determinato in modo più decisivo. Lo stato è presente in quanto garantisce ad una classe sociale il monopolio della proprietà dei mezzi di produzione, e di conseguenza se vi sono in questo “mercato determinato” dei capitalisti e dei proletari che non sono proprietari se non della propria forza lavoro, tutto ciò viene garantito dallo stato. Vi è questa dimensione di forza nel mercato determinato, cioè nel mercato capitalista. Naturalmente l’economista che esprime delle ipotesi nell’ambito della pura economicità, può non tenere conto del fatto che lo stato garantisce l’economicità di queste strutture, che si tratta di un rapporto di forza. Il concetto di mercato determinato è in Gramsci un concetto socio-economico e anche socio-politico. Questo è in sostanza la critica dell’economismo. Gramsci ha criticato l’economismo nel pensiero liberale, ma l’ha criticato anche in alcune forme di marxismo che gli sembravano decisamente insoddisfacenti poiché risentivano dell’influsso del pensiero liberale –borghese, mentre egli promuove decisamente un tipo di pensiero socio-economico che sia sempre in grado di prendere in considerazione i rapporti di forza e le diverse fasi di un rapporto di forza in una data situazione.

Donde che così come con raffinatezza viene concepito lo stato in termini reali e prospettici – nella situazione storica data, e in vista di mutamenti coerenti con la concezione della democratizzazione e dell’estinzione dello stato e del diritto, così con acume scarsamente utilizzato da una cultura giuridica separata dalla filosofia e dalla storia, Gramsci ha esplicitato una concezione teorica relativa alle forme concrete dello stato, che comporta una valutazione specifica – quindi – dei criteri con cui si fonda, si regge e si modifica sia la struttura che la funzione dello stato, con particolare riferimento alla forma di governo in Italia.

(Qui) Si entra perciò a contatto con la nozione di “costituzione”, di funzione “costituente”, di costituzionalismo, di poteri e funzioni statali, di indirizzo politico e di governo, usando cioè una terminologia che è espressione della cultura giuridica borghese – e precisamente, con riguardo all’Italia, delle fasi “liberale” e “fascista”, così presenti alla lotta e alla cultura del leader comunista carcerato – e che per la prima volta, e contestualmente (nonostante le difficoltà della reclusione e quindi della limitazione di conoscenze sia documentali che reali), sono state coinvolte da Gramsci in una valutazione non ripetitiva, né passiva, ma al contrario “critica”: cioè in stretta coerenza con la teoria marxista del rapporto tra egemonia, blocco storico e stato e quindi del rapporto tra struttura e sovrastruttura, nella piena consapevolezza del carattere fondante ma non escludente della filosofia della praxis rispetto al rapporto tra dialettica e materialismo e quindi tra filosofia, politica, diritto ed economia, ciò che – come vedremo – in Gramsci risulta da analisi appropriate ed anticipatrici.

In tale contesto, fondamentale per un uso corretto della formula oggi equivocamente presentata di costituzione “formale”, è la nozione di “costituzionalismo” con cui Gramsci – nel valutare il rapporto tra il “metodo” del diritto romano e il “codice” del diritto bizantino – ha colto l’affermarsi di un processo nuovo, per cui invece di ripetere il passaggio da una storia in continuo e rapido sviluppo a una fase storica “relativamente stagnante“, il movimento liberale ha concretato l’affiorare di un gruppo sociale che vuole una “legislazione” permanente come “cornice legale” volta a fissare i limiti dell’arbitrio individuale, in un “quadro permanente” di ‘concordia discorde’ con l’obiettivo di far sviluppare le forze implicite nella funzione storica del gruppo sociale affiorante (Q 6, pag.732). Risalta in tal modo il significato né contraddittorio né banalizzato di costituzione “formale” come quadro di principi che, in quanto “superiore agli arbitri dei magistrati“, istituiscono un rapporto coerente tra i valori portati da un gruppo sociale che miri a creare un nuovo stato e le forme “permanenti” che assicurino un nuovo “diritto” come ambito nel quale mantenere la dialettica sociale.

Vi è un testo chiave che bisogna sempre tenere presente anche quando si pensa al mercato determinato, ed è il testo in cui Gramsci definisce le diverse fasi di un rapporto di forza. Vie una fase puramente oggettiva in qualche modo, che consiste nel numero di imprese, nel numero di operai e di persone utilizzate in un certo settore. Questi sono dei dati oggettivi, ai quali poi fa seguito una fase propriamente politica, e poi anche una terza fase che non bisogna mai dimenticare: la fase propriamente militare. Queste sono le tre fasi del rapporto di forza. Un mercato determinato esiste in un blocco storico, (in cui esistono) ossia in una situazione nella quale bisogna considerare le tre fasi del rapporto di forza: fase oggettiva, fase politica e fase militare.

Donde l’importanza del diritto di associazione e del diritto di sciopero che la cui importanza è stata ancor più accresciuta in Italia dove è stato riconosciuto non solo come un diritto riconosciuto tramite una legge ordinaria ma in quanto inserito nella Costituzione è stato garantito come vero e proprio strumento della autonomia sociale e di potere sociale dei lavoratori: donde che è sovversivo e criminogeno pretendere di ridurlo a strumento della triplice sindacale col FAMIGERATO PATTO SOTTOSCRITTO DALLA TRIADE CGIL-CISL-UIL CON LA CORPORAZIONE DEL PADRONATO CONFINDUSTRIALE.

L’IMPORTANZA DEL DIRITTO DI ASSOCIAZIONE TRA LAVORATORI E DELLA MESSA A LORO DISPOSIZIONE da parte della Costituzione DELLO SCIOPERO COME POTERE SOCIALE A GARANZIA DELLA AUTONOMIA SOCIALE DELLA CLASSE OPERAIA , è DATA DAL FATTO CHE non viene costituita nessuna società civile se gli individui, che i rapporti di mercato in qualche modo isolano e dividono, non superano tale isolamento associandosi e prendendo parte ai differenti E AUTONOMI organismi sociali con cui si costituiscono non più delle comunità naturali ma delle nuove forme di vita politica, mettendo in relazione il principio d’indipendenza personale e il principio di associazione DI AUTONOMIA SOCIALE, relazione che il pensiero liberale ha SEMPRE rifiutato di giustificare e di considerare.

Tanto che ci sono società nelle quali il capitale e la società industriale moderna, hanno avuto uno sviluppo senza che si realizzasse una società civile vera e propria con forme associative effettive, come accade in molti luoghi della c.d. globalizzazione, dove si può avere uno sviluppo del capitale e dell’industria senza che vi siano delle strutture adatte alla società civile nel senso gramsciano. (continua) 

Aden Arabia (2) guerre interimperialiste e Gramsci contro economismo e sbarramenti elettoraliultima modifica: 2011-07-06T08:06:00+02:00da iskra2010
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