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Nota di Alice
30 luglio 2011
Dietro la speculazione, si è detto e ripetuto nei giorni scorsi, c’è la Deutsche Bank. Alla faccia dell’Europa!
E che fa in questi giorni il ministro italiano del Tesoro? Va a parlare con la Merkel? Va a concertarsi con Zapatero o Papandreu? Cerca di incontrare Trichet per protestare? Mette in atto iniziative per accelerare il processo di formazione dell’unità europea?
Niente di tutto questo.
Tremonti è occupato a fare tappezzeria al decentramento della Capitale in quel di Monza ed è impegnato a scrivere lettere a e a tenere conferenze-stampa per dire che “si è dimesso da inquilino”. Si disse che pagava un affitto di 8.500 euro al mese per la casa romana di via Anco Marzio; ora egli dice che pagava con l’argent de poche, mille euro a settimana.
Forse non ha rubato ma sicuramente ha pasticciato assai, più di un pigolante pulcino nella stoppa.
Ha sbagliato sicuramente a scegliere i suoi uomini, innocenti o colpevoli che siano, e non ha saputo tenere le redini della guardia di Finanza, che dipende da lui ma dalla quale teme di essere spiato.
Per evitare errori – se l’accusa alle Fiamme Gialle risulterà fondata -, sarà opportuno mandare a casa il Ministro e in Afghanistan tutti i graduati della Guardia di Finanza.
Come può affrontare la speculazione un Ministro incapace di scegliere i suoi collaboratori e, vero o falso che sia, che afferma pubblicamente di temere di essere spiato dalla Guardia di Finanza? Ma siamo in Italia o nel Caciccato di Bunga-bunlandia?
Tremonti si dimetta, torni a fare il fiscalista; e un ragioniere, provvisto di famiglia e di buon senso, sia posto a tenere i conti dello Stato.
Perché un punto è da chiarire una volta per tutte: che se i conti delle famiglie fossero tenuti come quelli dello Stato tutte le famiglie italiane sarebbero subito nelle mani degli strozzini e, viceversa, se i conti dello Stato fossero tenuti come quelli delle famiglie avremmo di che essere contenti e non avremmo nulla da temere dalle speculazioni della Deustsche Bank.