Del riscaldamento globale e le prospettive per il mondo

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di Riccardo Casolo

Nelle recenti Conferenze mondiali sull’ambiente si è potuto comprendere molto chiaramente quelle che sono le prospettive per il mondo e le intenzioni dei cosiddetti paesi ricchi (USA e Europa) comprendendo in questi Russia, Canada, Cina e in misura minore India.

Gli obiettivi reali che si sono posti questi paesi che di fatto governano il mondo, ed il cui potere politico non è altro che diretta o sottomessa espressione del potere economico, sono la diminuzione reale delle emissioni dei gas serra del 30% nei prossimi venti anni, con l’accettazione come inevitabile di un rialzo termico globale del pianeta di più di 2 gradi C., la qual cosa significa l’accettazione della scomparsa totale di alcune nazioni. E quali saranno le popolazioni destinate alla scomparsa fisica o all’emigrazione forzata, in un permanente stato di profughi, con la conseguente scomparsa culturale? Ovviamente, nell’ottica imperante, i cosiddetti paesi poveri o in via di sviluppo sia per ragioni geografiche sia per ragioni economiche, in quanto non potranno attuare adeguate misure di protezione .

Infatti i pochi paesi ricchi che si trovano in regioni geografiche a rischio gia stanno progettando e in alcuni casi realizzando opere che dovrebbero garantire loro protezione contro catastrofi naturali ( per esempio a Londra si stanno costruendo paratie nel delta del Tamigi a protezione del futuro innalzamento livello del mare ). Da ciò si evince chiaramente che chi governa il mondo è ben cosciente del problema ma non pensa assolutamente alla salvezza dell’intero pianeta o dell’intera popolazione mondiale ma solo di una parte di essi: la loro.

Questo rappresenta la realizzazione dell’utopia neonazista o, come in modo eufemistico si dice, neoliberista, dove una parte della popolazione mondiale si ritiene superiore ad un’ altra parte e che quindi può decidere chi sia sacrificabile o degna di essere ridotta in schiavitù in nome del proprio benessere , distinguendosi non più per razza o religione ma per appartenenza ideologica ( adesione o meno all’ideologia capitalista), geografica (luogo di nascita) ceto sociale (dove i veri proletari sono le popolazioni dei paesi poveri mentre nei paesi del cosiddetto primo mondo come l’Italia la stragrande maggioranza dei proletari hanno come unico sogno quello borghese o gia si sentono e si comportano come borghesi pur senza esserlo). Questa volta senza sporcarsi troppo le mani con guerre o malattie provocate come avvenne e avviene ma lasciando alla Natura il compito di “pulizia del mondo “. D’altra parte questo non è altro che quanto progettato dal FMI, dalla Banca Mondiale, dalla Trilaterale, che in diversi documenti più o meno riservati si auspica una riduzione della popolazione mondiale di un terzo (equivalente a 2 miliardi di persone) per contenere in una quota necessaria e controllabile la fame e la schiavitù in una ottica futura dove saranno meno necessarie al benessere delle elette caste, allo sviluppo del nuovo modello capitalista, all’avvento della Nuova Era!

Purtroppo devo constatare che questo “atteggiamento neoliberista “ o cieco egoismo è ormai acquisito dalla maggioranza della popolazione e quindi delle forze politiche sia di maggioranza che di opposizione dei paesi cosiddetti sviluppati, forze che ormai si distinguono solo sul come realizzare il progetto neoliberista e che solo piccole frange sempre più isolate e senza diritto di rappresentanza pongono in discussione.

Infatti pare a tutti normale in queste popolazioni, a parte qualche rigurgito di coscienza da parte dei più “progressisti”, che si spenda più per dimagrire che per il cibo stesso, più per lo stare in forma che per la spesa sociale verso chi muore di fame o è senza casa, dove la ricerca scientifica investe più nella soluzione di patologie tipiche dell’essere borghese ( problemi dell’erezione, patologie da stress, psicofarmaci, patologie legate all’obesità e all’opulenza) che colpiscono una minoranza della popolazione mondiale ma con grande capacità di spesa piuttosto che risolvere le stragi per malattie che avvengono continuamente nei paesi cosiddetti poveri, così come si ritiene irrinunciabile lo sviluppo secondo il modello capitalista facendo finta di non vederne il costo.

In questa prospettiva l’ accettazione da parte dei paesi in via di sviluppo del modello imposto dai paesi ricchi equivarrebbe ad un suicidio di massa , dove solo pochi prescelti saranno eletti a pari , come i cosiddetti “famiglio”durante il periodo della schiavitù legalmente esercitata negli USA. Pertanto ritengo che l’unica via di salvezza per queste popolazioni senza speranza ma solo con illusioni , per la classe proletaria in un’ ottica globalizzata, sia l’occupazione forzata delle terre sicure , la redistribuzione forzata delle ricchezze essenziali dei “paesi ricchi”, armati di ciò che possiedono: machete, coltelli da cucina, zappe, picconi, bastoni, pietre. Ma soprattutto con l’arma più poderosa che hanno: il loro numero, la loro rabbia e la coscienza. La coscienza di essere già morti, la rabbia nel sapere che i propri figli già orfani saranno altrettanto morti o schiavi. Non può avere paura della morte chi è già morto e come disse il subcomandante Marcos “è meglio morire da vivi lottando che vivere da morti accettando la propria miserabile condizione”, meglio concimare con i propri cadaveri il seme della rivoluzione, liberarsi dalle paure che ci rende schiavi rimandandole al mittente. Altresì l’unica via di soluzione per noi, paesi sviluppati economicamente ma purtroppo culturalmente lesionati, può essere solo buttarsi alle spalle l’attaccamento alla roba, prima di venirne soffocati, come nella novella de Verga, abbandonare la paura di perderla o meglio di condividerla, e avviare rapidamente una rivoluzione socialista partendo da ogni quartiere per arrivare in tutti i paesi, proponendo così un modello di serenità invece di un modello di violenza che ipocritamente chiamiamo “democrazia borghese”. Scrivo queste righe con la coscienza di chi sa, nell’attuale contesto culturale, di essere preso per pazzo, sovversivo o terrorista; ma anche con la coscienza che altri nel passato e nel presente considerati pazzi, sovversivi o terrroristi, hanno contribuito a dare momenti di riscatto all’umanità seppur brevi. D’atra parte l’intellettuale in senso marxista, colui che possiede gli strumenti di analisi e conoscenza quindi potenzialmente molti di noi, se non è pazzo, sovversivo o terrorista, non è.

 

In memoria di Pier Paolo Pasolini e in omaggio a tutti coloro che ancora ci credono.

Del riscaldamento globale e le prospettive per il mondoultima modifica: 2011-09-03T00:29:00+02:00da iskra2010
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