foto MOWA
Nota di Alice
10 settembre 2011
Infine, dopo l’approvazione della manovra molte volte mutata, dall’Iperuranio è arrivato l’o.k..
“Il Paese è in pericolo” ha detto Emma Marcegaglia a Chianciano, sul palco della festa dell’Udc. “L’esecutivo sia credibile o tragga le conseguenze” ha aggiunto.
Speriamo che Confindustria faccia seguire all’intimazione iniziative coerenti perché, per il momento, Berlusconi afferma e ripete che nessun tecnico avrebbe potuto fare meglio di lui, suggerendo implicitamente che le cose impossibili non si possono fare, per definizione.
Che il Paese sia “in pericolo” è un dato di fatto. Il problema è se il pericolo è soltanto endogeno-economico o anche esogeno-politico.
Il lato africano del Mediterraneo è stato investito e dal “vento della libertà”. E se il lato europeo del Mediterraneo (Spagna, Italia e Grecia) stesse per essere sconvolto dal vento dei debiti?
Quale scenario sarebbe quello in cui l’euro non fosse più moneta di un’economia continentale e moneta-arbitra di una parte degli scambi internazionali?
La prospettiva atterrisce perché per la storia, come per il mercato, vale la regola secondo cui c’è chi la fa e chi la subisce.