Religione e politica e stati briganti.

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di Angelo Ruggeri

Prendendo spunto da una nuova, recente e attuale, considerazione di Benedetto XVI sullo stato e sul diritto, senza dimenticare quel che diceva Padre Pirola sul Papa, su Ruini, sulla missione della chiesa in terra e su:l’opera di Marx è critica del capitale, del diritto e dello stato (borghese) non è teoria generale di… perché è filosofia della prassi che libera il mondo, è ortoprassia perchè libera la filosofia dall’ideologia e quindi pensa il mondo concreto non con i piedi per aria…”: non è l’uomo astratto e quindi ideologico, è quello stesso che abbiamo rilevato essere quello a cui si riferisce che meglio traspare dalla astratta narrazione di Vendola e di tanta sinistra, ma che è l’opposto dell’uomo concreto di Marx.


 

In questa fase e congiuntura politico-economica-sociale, sembra diventare emblematica l’abissale distanza culturale tra chi ha perso il senso della storia come i “politici” e chi invece, avendolo mantenuto, dalla Spe Salvi apice dell’elaborazione culturale del Paese, ha via via confermato questo apice con le successive encicliche e discorsi e dato un veritiero senso interpretativo del mondo attuale che viene confermato anche dalla realtà dei fatti di questi giorni.

Infatti, dopo le molteplice cose dette in precedenza e che ho richiamate in precedenti articoli, è stato ancora Papa Ratzingher, durante il recente viaggio in Germania, a ricordare e a dire: “Togli il diritto e allora cosa distingue uno stato da una banda di briganti?”.

Verità confermata dagli stati dell’imperialsimo di primo livello e c.d. “post-coloniale” che, calpestando ormai da anni il diritto internazionale e lo stesso mandato dell’ONU per la Libia, foglia di fico “umanitaria” usata per coprire le vergogne dei propri crimini di guerra commessi nel nome di una “difesa del popolo” dai crimini di quello che è stato un, anche con loro, collaborativo imperialismo di secondo livello (quale quello di Gheddafi), hanno confermato di essere “briganti” tra i “briganti”: facitori di un potere repressivo fondato sul primato della forza che disvela e ribadisce nel tempo, il rilancio di una violenza autolegittimantesi di Stati “briganti”, come nelle fasi storiche “premoderne”, quando si era persino lungi dal concepire l’idea stessa di sottoporre il potere al diritto, sia internazionale che nazionale.

Tengo ben presente che nelle riunioni del comitato scientifico della rivista “Fenomenologia e società” e nello scambio epistolario che ho avuto con Lui, Padre Pirola era piu critico di me nel sottolineare “si” la svolta impressa da Papa Ratzingher con la Spe Salvi, ma anche che dovesse fare altri passi in avanti. Della Spe Salvi, sottolineavo:

“Ora che non è più Ratzingher ma il Papa, è come se stesse dialettizzando con sé stesso che ha “scomunicato” per conto di Woityla la teologia della liberazione, per recuperare o rispondere con una teologia della storia qualcosa di quella della “liberazione” e che non voleva essere individuale; volesse oltre che a Lutero rispondere o assumere la questione di una religione troppo individualista, quindi dell’escatologia e di una collettività che presuppone l’esodo dal proprio spirito. Per altro richiamandomi alla mente “lo spirito che ha già condannato chi vagabonda eternamente nella propria pelle” facendo tramontare “il sole generale” (Marx). Ma questo è un di più”.

E Pirola rispondeva…: “Papa Ratzinger finora non ha ancora chiarito, cioè non ha detto esplicitamente che: Cristo ha annunciato il regno, e ha costituito in prima battuta non la Chiesa ma la comunità cristiana cui ciascuno accede mediante i sacramenti e dunque per opera di Cristo stesso, affidandole la sua missione che la comunità deve promuovere, la liberazione degli uomini dalla condizione umana detta sopra; la gerarchia o istituzione gerarchica non è escatologica ma provvisoria e solo temporale, per guidare la comunità nell’esercizio della missione di Cristo qui in terra.”

Trovo un segno dei tempi (tristi) e dell’insegnamento della storia e della cultura degli ultimi 500 anni, nel fatto che nel succedersi di questi ultimi anni, nelle elaborazioni e prese di posizioni che si susseguono ad intervalli regolari da parte di questo Papa, si trovino sempre nuove conferme del fatto che, a fronte della crescente insignificanza culturale e politica dei “politici“, vada, viceversa e contemporaneamente, crescendo la significanza culturale della religione, nella misura in cui si esprime nella visione del mondo e quindi “politica” (anche perché se non è “cultura” non è “politica”) di Papa Ratzingher che pur tra i contrasti dialettici interni segnati dalla rivoluzione di Papa Roncalli e del Concilio Vaticano II, in più e ripetute occasioni si dimostra capace di dare un veritiero senso interpretativo a ciò che accade, pur non avendo la fortuna di trovare un interlocutore come quello che ai tempi di Roncalli era il PCI, che subito, immediatamente, sapeva dialettizzarsi e corrispondere in modo culturalmente all’altezza delle elaborazioni e delle questioni poste ad es. dalla “Pacem in terris”, a cui corrispose il famoso discorso su Il destino delluomo svolto da Togliatti, non a caso, a Bergamo-città tra le più cattoliche e patria di Papa Roncalli. 

L’enciclica introduceva la distinzione, di grande significato politico, tra le “dottrine filosofiche” e i movimenti sociali e politici da esse derivate. Tali movimenti, agendo in situazioni storiche che si evolvono, non possono astrarsi da esse e possono andare soggetti a mutamenti anche profondi. Stimolato dalla riflessione giovannea sull’Uomo, Togliatti corrispondeva, recependo in tale discorso che l’incontro col mondo cattolico non era più soltanto per difendere la pace e la democrazia, ma per una lotta contro “la solitudine dell’uomo moderno, che anche quando può disporre di tutti i beni della terra, pure non riesce più a comunicare con gli altri uomini, si sente chiuso in un carcere dal quale non può uscire”. L’immagine che Togliatti prospettava era quindi ben lontana da quella del “socialismo reale”. Si rifaceva alla grande utopia marxiana, quella che aveva affascinato tanti cattolici, assieme a quelle idealità universalistiche quali apparivano nell’internazionalismo del PCI e nella Resistenza, di fronte alla tragedia determinata dall’approdo dei nazionalismi al fascismo evocati entrambi dalle classi borghesi ed economicamente dominanti. Era l’immagine di una società nella quale “l’uomo non è più solo, e l’umanità diventa davvero un’umanità vivente, col molteplice sviluppo della persona e di tutti gli uomini e la loro continua organica partecipazione a un’opera comune“. 

Va come va in un epoca di permanenti guerre “umanitarie” interimperialistiche sia per l’interposta persona di imperialisti di secondo livello che quelli di primo livello hanno deciso di eliminare ( da Saddam a Gheddafi, passando per Bin Laden e quant’altri) ponendo loro il sasso in bocca, sia quelle per procura, quali le oltre 100 guerre in corso nel mondo, post-coloniali programmate dalle stesse postcoloniali potenze imperialistiche occidentali che lontane dal proprio territorio agiscono, con complotti, servizi segreti, e guerre eterodirette per acquisire militarmente posizioni di dominio economico e politico come è appunto la natura dell’imperialismo del capitalismo finanziario, nel mentre si misurano tra loro con spietate guerre interimperialistiche economica e monetaria.

Il tutto nel cono d’ombra (un eufemismo) in cui sono stati posti e calpestati il diritto internazionale, la sovranità dei popoli, la nostra democrazia sociale e la sovranità popolare, avocata a sé da apparati nazionali e da apparati sovranazionali che ricordano, ma in peggio e di molto, quelli dell’URSS di Breznev (lì almeno passavano al vaglio del voto interno al Partito, nella Ue neanche questo: hanno persino votato per acclamazione il Trattato di c.d. Costituzione UE: neanche nell’URSS e solo nel fascismo non c’era neanche la forma formale della votazione). Mi è venuto in mano in questi giorni un volantino titolato FERMARE L’EVERSIONE E DENUNCIARE IL RITORNO ALL’AVENTINISMO, che scrissi per il Comitato Antifascista per il rilancio della Costituzione, di quando cioè: 

“da una fase di “golpe strisciante” annunciato dalla concegenza tra craxismo, leghismo e cossighismo si sta passando ad una fase di vero e proprio autortarismo che prelude alla delegittimazione della democrazia su tutti i terreni…grazie alla complicità determinante del Pds in tutte le sue componenti che rivendica quella che chiamano “l’onda tellurica” da loro creata con la Bolognina … donde la creazione di una fase “prefascista” che prelude ad un REGIME”, quale poi hanno chiamato e chiamano quello di Berlusconi.” 

Insomma va come va, tra prefascismo (il fascismo non è stata una parentesi come pensa chi crede che coincida – solamente – col mussolinismo) e ritorno agli “aventinismi”, perdita di senso della storia, insignificanza culturale della politica, sostituzione dei partiti (dove andava superato il centralismo e il verticismo democratizzandoli) con le corporazioni di interessi privati come base dello stato, ecc.. Tutto difficile da accettare per chi come, anche tu e noi, hanno vissuto fasi di espansione culturale della politica e crescita della democrazia sociale, oltre che dell’economia e della pregnanza di una sovranità popolare che contava nella misura proporzionale di ciascuno (anche se oggi, quel periodo, profittando della dimenticanza alimentata dall’attuale incultura politica, lo fanno passare e lo ricordano come fosse esclusivamente “solo” terrorismo: certo che l’idea degli opposti terrorismi l’hanno pensata proprio bene e il “golpe di via Fani” come recita il titolo del libro, è stato un capolavoro. Ma il peggio sia stato l’aver saputo e capito per tempo quel che sarebbe progressivamente avvenuto ed è stato e viene quotidianamente squadernato, senza essere però riusciti o aver potuto convincere e farlo capire per opporre un bastione popolare e democratico piu ampio al degrado, alla deriva democratica e sociale derivata da una rovesciamento storico e culturale totale da parte degli epigoni del cattolicesimo sociale di Dosseti e di Togliatti-Berlinguer e PCI travi portanti della fondazione e difesa della Costituzione. Ma come diceva e ci dicevamo con Padre Pirola: “noi non molliamo”. angelo ruggeri 

Religione e politica e stati briganti.ultima modifica: 2011-11-07T09:00:00+01:00da iskra2010
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