Da opposti estremismi e provocatori all’abbattimento del proporzionale

  

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di Angelo Ruggeri

La strategia della tensione, della provocazione e della violenza delle c.d. “moltitudini”, ha tra i suoi padri ed abitudinari quelli come i nietzschiani del Veneto, specialmente di Padova, patria delle moltituddini di avanguardisti fascisti, avanguardia operaia e autonomia operaia dei “teorici” Toninegriani e Casariniani, che mettono Nietzsche (per non dire Evola) al primo posto nelle loro biblioteche (come in quella allestita a Roma dagli Indignati).

I provocatori degli, solo apparentemente, “opposti estremismi” ed “opposti terrorismi”, più che complici, sono stati i protagonisti attivi della “strategia” volta a “demolire” la Repubblica della Costituzione di democrazia sociale più avanzata del mondo, complici e protagonisti della strategia guidata da forze occulte e palesi, nazionali e internazionali, impegnate, con ogni mezzo legale e illegale, ad affossare la Repubblica e la Costituzione nata dalla Resistenza, mirando alla c.d. “Seconda Repubblica ” ispirata da Licio Gelli ed edificata col contributo di Occhetto, Napolitano, D’Alema, Amato, Bossi, Ciampi, Prodi, Andreatta, Veltroni, Bersani, Cofferati, Fassino, Epifani, Cervetti, demoproletari e gruppetari vari, e chi più ne ha più ne metta.

Autocriticamente, compiendo “una cesura rispetto a tutto l’antiberlinguerismo di ieri e di oggi”, Mario Tronti (al quale non abbiamo fatto mancare critiche dure e che al tempo ci disse di concordare con la scelta di Occhetto) ha scritto: “non sarà il coro dei pentiti, degli atei devoti, dei borghesi laici, dei padroni illuminati a cancellare la storia del grande novecento. Anzi, è venuto il momento di chiudere il dopo ‘89….” riproponendo “la categoria berlingueriana della diversità che è una categoria politica”, tornando a parlare dei comunisti e “di chi sono stati realmente i comunisti”, come quando, “una volta trapassato questo tempo stupido, l’umanità tornerà ad essere grata ai comunisti, per averci provato, e per non aver accettato tutto” (M.Tronti, Non si può accettare – di non parlare più di socialismo e di comunismo, ndr -, CRS-Ediesse)

Condividiamo l’odierna politica che fa e disfa i partiti senza radici storiche e teoriche, questa politica e questa pseudo sinistra “post-PCI” che, distanziandosi dal gramscismo-togliattiano e dal berlingueriano-togliattismo, critica il passato e rende farsa il presente, non cessa mai di angustiare, dovrebbe meglio e spesso tematizzare e contemplare “la storia del grande novecento” e anche di quanti, per anni (come anche Togliatti e Berlinguer), furono parti della vita e dell’anima (smarrita) del Paese e della “sinistra”, per cogliere il senso diacronico e non solo sincronico del suo “presente” e dei processi in atto. Per evitare di disperdere nell’oblio della storia i limiti del senso del linguaggio solo verboso dei movimenti fine a se stessi, che contribuiscono a chiudere sopra di noi, come su una bara, la sclerosi delle parole puramente verbose dell’odierna politica, che, disperdendo il senso della storia propria e del Paese, disperde i concetti (che, o sono storici o non sono) nel vuoto delle parole con cui il nostro stesso senso si forma ma tende a disgregarsi e disperdersi soprattutto se si perde il senso del processo storico, fino a che non resta più nulla ma soltanto una desolata solitudine del presente, senza passato e quindi anche senza futuro.

Per capire, ad esempio, perché un intero popolo seguì il feretro di Togliatti – proprio come 20 anni dopo quello di Enrico Berlinguer – e la ragione per cui già prima, nel ’49, il popolo insorse quando attentarono alla sua vita, occorre tenere presente, anzi, soprattutto oggi, non dimenticare mai e rifletteresull’attualità dell’analisi togliattiana, sulla sua peculiare analisi sia sul fascismo e la società italiana che sul centrosinistra (analisi attualissima che vale per l’oggi e non solo per ieri, occultata e volutamente esclusa da ogni dibattito dei post Pci). Peculiare e togliattiana riflessione sullo spessore reazionario della società italiana (che riemerge sempre, anche oggi).

Perchè? Perchè è una riflessione sulla reale storia di un Paese, l’Italia, che già una volta affossò il suffragio proporzionale e col maggioritario introdotto nel 1923 – come esattamente 70 anni dopo nel 1993 – portò al “premierato” introdotto dal mussolinismo nel 1925 e al regime.

E’ TALE RIFLESSIONE SULLA STORIA REALE DELL’ITALIA, SULLA NATURA DEL FASCISMO (INTESA NON COME UNA SEMPLICE PARENTESI) E SULLA SUA VITTORIA IN ITALIA E IN GERMANIA, QUELLA CHE ISPIRO’ I COSTITUENTI E CHE, già PRIMA, PORTO’ AD INTRODURRE DA SUBITO, nel 1945, IL SISTEMA PROPORZIONALE INTEGRALE, E A MODELLARE SU DI ESSO IL SISTEMA SOCIALE E IL SISTEMA POLITICO SANCITO DALLA COSTITUZIONE, FACENDO DEL PROPORZIONALE LA TRAVE PORTANTE DEI GRANDI BASTIONI DELLA DEMOCRAZIA ITALIANA:BASTIONI INDISPENSABILI ALLORA E SOPRATUTTO PER IL FUTURO, PER ARGINARE LO STORICO SPESSORE REAZIONARIO DELLA SOCIETA’ITALIANA da cui E’ SCATURITA LA DEGENERAZIONE DELL’AUTORITARISMO MAGGIORITARIO PRIMA E DEL TOTALITARISMO POI.

TOTALITARISMO FASCISTA CHE NON RIGUARDA SOLO IL PASSATO, PERCHE’ LUNGI DALL’ESSERE UNA PARENTESI nella storia d’Italia, RISPONDEVA ALLE PROFONDE PULSIONI E ALLE, NON ANCORA OGGI SUPERATE, CONTRADDIZIONI, ARRETRATEZZE, INGIUSTIZIE E MODI DI FORMAZIONE DELL’ITALIA UNITARIA E DEI SUOI SUCCESSIVI SVILUPPI.

SOLO NEL FUOCO DELLA LOTTA ANTIFASCISTA E DELLA RESISTENZA SI TROVARONO LE BASI PER UNA RIFONDAZIONE DELL’UNITA’ D’ITALIA E PER LA FONDAZIONE, PER LA PRIMA VOLTA IN ITALIA, DELLA DEMOCRAZIA.  DOBBIAMO DIRE GRAZIE A TALI GRANDI BASTIONI CHE, PER 50 ANNI, HANNO RETTO QUELLA CHE E’ STATA GIUSTAMENTE DEFINITA LA DEMOCRAZIA SOCIALE PROGRESSIVA E DI MASSA PIU AVANZATA DEL MONDO,BASTIONI IN GRADO DI OPPORSI AI MOVIMENTI REAZIONARI DI MASSA -capaci anche di ottenere “consenso”- quale era il fascismo e quali sono QUELLI CHE OGGI RISORGONO IN EUROPA a causa di quel che è stato definito il DEFICIT DI DEMOCRAZIA IN EUROPA” E IN ITALIA PER AVER ABBATTUTO IL SISTEMA SOCIALE E POLITICO EDIFICATO SUL PRINCIPIO SECONDO CUI OGNUNO DEVE CONTARE PROPORZIONALMENTE AI VOTI CHE RICEVE, SENZA CANCELLARE NEANCHE UN SOLO VOTO, IN NOME DEL PLURALISMO SOCIALE POLITICO CHE SOLO IL PROPORZIONALE PURO GARANTISCE, SENZA IL QUALE NON SI PUO AVERE QUELLA DEMOCRAZIA VERA CHE RECLAMANO I C.D. INDIGNATI, SENZA SAPERE, E QUINDI RIVENDICARE, CHE LA CHIAVE DI VOLTA DI QUELLO CHE CHIEDONO STA NEL RIEDIFICARE IL PROPORZIONALE, TRAVE PORTANTE DEI BASTIONI DELLA DEMOCRAZIA ITALIANA ABBATTUTI COL CONCORSO DI PROVOCATORI E DI FINTAMENTE OPPOSTI ESTREMISMI E TERRORISMI.

Così lo spessore reazionario della società italiana è riemerso nell’ultimo ventennio, proprio perché anche dalla pseudo “sinistra” e sedicente comunista, sono stati “picconati” come si continua a fare, gli ARGINI eretti per incanalare le spinte reazionarie, cioè

i GRANDI BASTIONI DELLA DEMOCRAZIA ITALIANA:

  • il sistema proporzionale(puro, ovviamente) il solo che garantisce il pluralismo sociale e non solo politico;
  • il sistema politico-sociale-istituzionale della Costituzione per una democrazia “politica-economica-sociale”, non solo “formale” ma “sostanziale”.

Una Costituzione che, ad iniziare dal proporzionale integrale, va rilanciata e non già “modificata”,per riprendere e continuare nel processo di democratizzazione avviato con la Resistenza e il Patto tra i grandi partiti di massache, con la Costituzione, edificarono un modello che è una versione istituzionale della strategia sociale dell’antifascismo anticapitalista, fuori dagli schemi della “liberal-democrazia” dei sistemi istituzionali ed economici occidentali. 

 

 

Da opposti estremismi e provocatori all’abbattimento del proporzionaleultima modifica: 2011-11-11T09:00:00+01:00da iskra2010
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