Crisi capitalistica e aspetti della struttura dei partiti

 

IMG_6281+logoMOWA.jpgfoto MOWA

di Angelo Ruggeri

 

Classe

Le brevissime 

Osservazioni su alcuni aspetti della struttura dei partiti politici nei periodi di crisi”. 

“La crisi crea situazioni immediate pericolose, perché i diversi strati della popolazione non possiedono la stessa capacità di orientarsi rapidamente e di riorganizzarsi con lo stesso ritmo. La classe tradizionale dirigente, che ha un numeroso personale addestrato, muta uomini e programmi e riassorbe il controllo che le andava sfuggendo con una celerità maggiore di quanto avvenga nelle classi subalterne; fa magari dei sacrifizi, si espone a un avvenire oscuro con promesse demagogiche, ma mantiene il potere. (…) Il passaggio delle truppe di molti partiti sotto la bandiera di un partito unico (al di la e al di sopra delle diversità organizzative e di schieramento delle forze politico-sociali della borghesia, n.d.r) rappresenta la fusione di un intero gruppo sociale sotto un’unica direzione ritenuta sola capace di risolvere un problema dominante esistenziale e allontanare un pericolo mortale” (Antonio Gramsci, Quaderni dal carcere, 1932-34) 

Gramsci, riconosciuto come il più grande analista del potere dai tempi del Macchiavelli, qui (anche), si riferisce – e, come da sempre è da lui, con i necessari riferimenti storici e quindi con l’analisi della realtà effettualeal fatto che l’unità teorica e culturale della borghesia che è unità ideologica, “unifica” le diverse forze politiche e sociali della borghesia (anche) al di là e al di sopra delle diversità organizzative di tali forze, anche al di là e al di sopra della loro collocazione in diversi schieramenti di destra/sinistra: una diade che specie nei momenti di crisi e di emergenza: rappresenta la fusione di un intero gruppo sociale sotto un’unica direzione ritenuta sola capace di risolvere un problema dominante esistenziale e allontanare un pericolo mortale” (Gramsci) 

Questo nel quadro di quella analisi delle forme specifiche in cui nello stato italiano si sono tradotti, in termini istituzionali e normativi. i valori a cui si ispira l’organizzazione del potere della società capitalistica. 

Il grande intellettuale dirigente comunista, con la raffinatezza e con l’acume scarsamente utilizzato dalla prevalente cultura italiana che separa la filosofia dalla storia e la cultura giuridica da entrambe, nella sua analisi è tanto lucidamente critico dello stato inteso come governo, e quindi burocrazia, apparati, “tecnici”, ed anche polizia e gendarmeria nazionale e internazionale, e quindi dello “stato senza stato” in quanto supera lo “stato-società regolata e pluralisticamente-sociale, che riesce a cogliere magistralmente, una apparentemente sottile e in verità macroscopica differenza tra stato “liberale” c.d. “di diritto” e lo “Stato- società, di “democrazia sociale” (tipo quello emerso dalla Costituente che del resto fu Gramsci il primo a proporla e ad ispirarla) nel quale lungi dall’affermarsi un nuovo “liberalismo”. 

Crisi capitalistica e aspetti della struttura dei partitiultima modifica: 2011-11-26T08:30:00+01:00da iskra2010
Reposta per primo quest’articolo