Grillo è felice, ma qualcuno è preoccupato.

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Liberazione, voci di sostegno. 

Ora mi tolgono anche la voce.

di Haidi Gaggio Giuliani

La mia si è consumata in dieci anni di viaggi, incontri, iniziative, dibattiti. Ma conta poco, da sola: la voce quotidiana, condivisa, è il mio giornale. Ed ora mi tolgono anche quello. Poche pagine, ormai, ma danno fastidio: denunciano, pungono, meglio toglierle di mezzo. E per farlo non usano più taniche di benzina e olio di ricino, che diamine! il sistema è più elegante: basta tagliare i fondi, cancellare posti di lavoro… Dove scriveranno i miei giornalisti, i miei compagni e le mie compagne? Dicono che è per il nostro bene, che dobbiamo fare sacrifici per salvare il paese, o meglio per salvare le banche. Dove potrò ritrovare la mia voce? In una banca? Conta niente, da sola, la mia voce. E non mi aiutano i mille fogli e foglietti che girano su carta o via internet, spesso confusi e contrapposti; non mi bastano; non sono quelli che mi rendono partecipe della società in cui vivo. Se ho diritto di cittadinanza ho diritto ad avere la mia voce pubblica, ho diritto di trovare in edicola il mio giornale. Altrimenti posso anche strappare una carta d’identità in cui non mi riconosco più. 

E’ come se mi mancasse la voce

di Patrizia Moretti, mamma di Federico Aldrovandi

Apprendo con sconforto la notizia che dal 1° gennaio “Liberazione” sospenderà le pubblicazioni.

Fu sulle pagine di Liberazione che la storia di mio figlio Federico, cominciò a trovare adeguatamente spazio. La nostra lotta per la verità è cominciata anche da lì, da quei giornalisti che con coraggio decisero di rendere pubblica la notizia dell’omicidio di mio figlio, e di approfondirla.

Lo stesso coraggio con cui hanno raccontato e raccontano le altre storie di barbarie, drammaticamente simili alla mia. La storia di Stefano Cucchi, Giuseppe Uva, Michele Ferrulli e dei tanti altri i cui familiari ogni giorno portano avanti battaglie durissime, per stabilire la verità.

Scrivo queste righe per esprimere la mia solidarietà a tutta la redazione del quotidiano “Liberazione”, con la speranza che sia solo un momento transitorio, una piccola battuta d’arresto prima di ricominciare ancora più agguerriti.

Vi abbraccio tutti.

 

Dopo Berlusconi, ci aspettano altre grandi sfide, ed è importante che ci siate

Ci tengo a fare sentire la mia vicinanza e quella di tutta action ai compagni/e di liberazione in lotta. Mi piace molto il “titolo” della vostra lotta, non solo perchè noi facciamo dell’occupare la nostra caratteristica decisiva, ma perchè è la prova che occorre riappropriarsi delle cose che ci tolgono e sintonizzarsi con tutto il mondo.
Noi siamo una realtà di base, un movimento di lotta di senza casa e precari.Di soggetti invisibili che ottengono sostegno e visibilità grazie a strumenti preziosi come liberazione.Per questo, action non vi da solo solidarietà, ma si sente parte della lotta per tenere in piedi gli strumenti della cooperazione e del conflitto,contro la rendita e la corruzione. Dopo Berlusconi, ci aspettano altre grandi sfide, ed è importante che liberazione ci sia. Forza compagni/e”


Bartolo Mancuso Action diritti in movimento

USB esprime la massima solidarietà ai lavoratori di Liberazione ed al giornale

stesso per la grave situazione determinatasi a seguito dei provvedimenti del governo sul tema dell’editoria. Se un giornale rischia di chiudere è un fatto grave per la democrazia e la libera informazione. Se poi a rischio è un giornale che da sempre è schierato a fianco dei lavoratori, allora la questione diventa ancor più rilevante perché insieme all’informazione si attacca il movimento dei lavoratori. 


Fabrizio Tomaselli e Pierpaolo Leonardi per la Confederazione USB

Da anni conduciamo una battaglia per difendere i nidi Le nostre sono lotte a difesa di un servizio trattato male, un servizio che meriterebbe ben più che tagli, esternalizzazioni, precariato . Ci occupiamo di bambini piccoli, il nostro è un delicato lavoro di cura ed è stato molto difficile in questi anni far sentire la nostra voce, lo sarebbe stato ancora di più se non ci fosse stato un giornale come liberazione che, senza pregiudizi, ha scelto spesso di parlare di noi. Chiudere Liberazione significa togliere spazio anche a noi, significa toglier voce a battaglie di civiltà come la nostra. Per questo non possiamo che essere con loro e sostenere la loro lotta.

Le educatrici USB dei nidi 

Esprimo a Liberazione la mia solidarietà e la mia stima insieme alla gratitudine per le battaglie di informazione civile contro la frode sociale che si sta compiendo nel nostro Paese nei confronti degli inquilini, dei disoccupati, dei precari, dei pensionati e del ceto subalterno in generale.


Marco PitzenSicet (Sindacato Inquilini Casa e Territorio) Milano

CHIUSURA LIBERAZIONE: PITTELLA, PLURALITA’ INFORMAZIONE E’ SERVIZIO PUBBLICO DA GARANTIRE

Il vicepresidente vicario del Parlamento europeo, Gianni Pittella, ha inviato un messaggio di solidarietà ai lavoratori del giornale Liberazione, per il quale e’ stata annunciata la cessazione delle pubblicazioni dovuta all’insostenibile situazione finanziaria che si e’ creata con la preannunciata conferma della cancellazione retroattiva del finanziamento pubblico per i giornali cooperativi, di idee e di partito decisa dal governo Berlusconi.
”Mi auguro che la decisione, scellerata e del tutto in linea con le ideologie e gli interessi che esprimeva, presa dal precedente esecutivo non sia avallata dall’attuale governo: non si deve cadere nella trappola demagogica e reazionaria di annichilire il pluralismo informativo nel nostro paese, riconosciuto, tutelato e promosso nella nostra Costituzione, in nome in questo caso di un malinteso rigore finanziario – sottolinea Pittella – confermo la mia stima e il mio appoggio al difficilissimo sforzo di risanamento e di riforma in cui il governo Monti è impegnato, ma e’ dovere dello Stato repubblicano assicurare le risorse necessarie all’esercizio del diritto-dovere democratico di pubblicizzare idee e informazioni provenienti da una pluralità di fonti di riconosciuto valore, come per qualsiasi altro servizio di primaria, pubblica’ utilita”.
”Auguro a tutti i giornali che si trovano in questo momento ancora una volta nella prospettiva di essere abbandonati alle logiche di mercato, come fossero produttori di un bene di consumo qualsiasi, di vedere presto pubblicamente riconosciuta e ribadita la loro insostituibile funzione sociale e democratica” conclude l’europarlamentare.

L’Istituto ISPRA è una luce nel buio: festeggia con altre 75 assunzioni e dichiara solidarietà a Liberazione.

Li abbiamo seguiti per due anni, prima in piazza, poi sul tetto. Denunciavano il loro precariato, i tagli alla ricerca, la paura di restare senza lavoro. Quando hanno occupato il tetto dell’istituto ci sono rimasti per cinquanta giorni. Un’occupazione solidale, vissuta tra turni, incontri con le istituzioni, visite, maltempo e un Natale da condividere tra freddo difficoltà e speranze. Sono i lavoratori dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale).
Ai tempi hanno dovuto attendere il 21 gennaio 2010 per concludere questa lotta e scendere con un protocollo di intesa che per le feste di quest’anno ha portato risultati decisamente importanti.
Quali? Il 2011 dell’ISPRA si chiude con altre 75 assunzioni all’istituto, numero consistente e che permette di raggiungere il 450, cifra totale di assunzioni fatte in questi due anni.
“Non riesco ancora a crederci – ammette Monica Targusi, ricercatrice. – Ieri ho pianto dall’emozione, ricordando questo lungo percorso di lotta, dalle piazze al tetto. Ma ancora non me ne rendo conto del tutto. Accanto a questo forte risultato proprio oggi mi sembra doveroso ringraziare la stampa che ci ha sostenuto e seguito durante l’intera battaglia. In modo particolare vorrei ricordare Liberazione che so aver dichiarato la sospensione delle pubblicazioni da gennaio. Alle realtà come questa, che danno voce alle lotte dei cittadini va tutto il nostro sostegno e la nostra solidarietà. Liberazione, penso di poter parlare a nome di tutti, ha il nostro sostegno. Non deve chiudere!”.
“A determinare il risultato grandioso di 450 assunzioni e in un momento così difficile anche incoraggiante è stato di certo l’impegno dei lavoratori accompagnati dalla pressione delle lotte sostenute da USB – afferma Claudio Argentini, dell’USB PI Ricerca -. Allora costrinsero il ministro dell’ambiente, Stefania Prestigiacomo, a concedere una deroga straordinaria ad assumere, che prosegue ancora oggi”.
Il 30 dicembre quindi ISPRA assumerà dalle graduatorie dei concorsi conclusi negli ultimi due anni altri 75 lavoratori. Le lotte e la vigilanza, c’è da specificare, non sono terminate, ma dopo queste assunzioni il precariato ISPRA è ridotto al 10% dell’organico contro il 40% del passato. Ci sono ancora molti precari anziani ai primi posti delle graduatorie, per cui bisogna lottare.
Oltretutto, sebbene l’ente abbia prorogato quasi tutti i contratti in essere, c’è la possibilità che 12 lavoratori restino a casa, e invece vanno assolutamente salvaguardati.
Il sindacalista USB prosegue ricordando che “anche altri in questi giorni accamperanno diritti sulla vittoria, ma la realtà, come sanno bene i lavoratori interessati, è che furono loro stessi, da soli con USB, a condurre in porto quella lotta. Nei prossimi mesi l’obiettivo è di portare a termine il protocollo fino ad ottenere la fine del precariato in ISPRA. Ma già oggi, in questo periodo in cui banche e banchieri piegano beni comuni come la ricerca pubblica ai meri interessi economici – conclude Argentini – per questi lavoratori precari la scelta di lottare con USB e’ stata vincente.” 
Possiamo testimoniare che Liberazione è stato uno dei giornali che ci hanno seguito maggiormente nei due mesi trascorsi sul tetto dell’ISPRA, e già questo basterebbe a rendercelo simpatico e a sperare e chiedere con forza che continui ad esistere. Ma il fatto è che quanto successo con noi succede ogni giorno con tanti altri, Liberazione è uno dei pochi giornali che negli ultimi decenni hanno dato ampio spazio alle lotte, alle rivendicazioni dei lavoratori, alle loro sconfitte e alle loro vittorie. In una società che finalmente sembra tornare consapevole dell’esistenza del lavoro e dei poveri, dopo decenni di illusioni sulla fine della storia, media come Liberazione, ma anche Il Manifesto. L’Unità e tanti altri a rischio, secondo noi sono fondamentali per accrescere la consapevolezza dei cittadini riguardo a questi problemi drammatici.
Noi quindi chiediamo con forza che Liberazione continui ad esistere, anche per non peggiorare ulteriormente il quadro della libertà di stampa nel nostro paese e per non creare nuovi disoccupati in un settore in grande crisi come l’editoria, dove abbiamo visto coi nostri occhi come spesso siano i precari ad occuparsi delle vertenze e degli argomenti più importanti.
Tanti dei cronisti che si sono occupati di noi, infatti, erano giovani e meno giovani, tutti sottopagati, con contratti ridicoli e che spesso non percepivano da tanto gli stipendi: una situazione ancora più drammatica di altre, visto che i loro stessi giornali non parlano di loro, o comunque molto meno di quanto facciano con i precari della ricerca o della scuola, e per questo stanno formando coordinamenti di precari, come Errori di stampa qui a Roma e tanti altri, con cui abbiamo spesso solidarizzato nel corso delle tante manifestazioni che ci hanno visto in prima fila.

I precari (ed ex precari) USB ISPRA

in data:29/12/2011

Grillo è felice, ma qualcuno è preoccupato.ultima modifica: 2011-12-30T19:54:00+01:00da iskra2010
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