Scandalo Cermec: le indagini sull’assessore Picchi e le prime reazioni della politica

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Mentre per ora i partiti di maggioranza tacciono sul coinvolgimento dell’assessore all’ambiente Valter Picchi nell’inchiesta della Procura di Massa, emergono le prime domande sulle conseguenze politiche di questa vicenda. Rifondazione Comunista: “Ci auguriamo che sia fatta una attenta e oggettiva valutazione da parte del partito dell’assessore e da lui stesso circa l’opportunità di continuare ad assolvere il ruolo di amministratore in un contesto che lo vede coinvolto proprio per il ruolo che riveste”

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Potrebbe avere delle conseguenze anche politiche la presenza del nome dell’assessore provinciale Valter Picchi tra gli indagati nell’ambito dell’inchiesta sullo scandalo della gestione di Cermec, società pubblica di smaltimento rifiuti, dei comuni di Massa, Carrara e dell’ente Provincia, ed ErreErre, società di riciclo dei rifiuti controllata per il 51% da Cermec e per il 49% dalla Delca di Lugnano in provincia di Pisa.

All’esponente della giunta Pieroni verrebbe contestato di aver partecipato alla presunta associazione a delinquere finalizzata alla truffa. L’assessore secondo le ricostruzioni degli inquirenti avrebbe favorito la ErreErre bloccando il conferimento dei rifiuti provenienti da Cermec nell’impianto di Peccioli. Con questo atto avrebbe – è ancora la tesi dei pm – favorito l’immediato rilascio dell’autorizzazione all’esercizio di ErreErre (per scongiurare l’emergenza rifiuti). Sarebbe inoltre intervenuto su dirigenti della Regione e sull’assessore regionale all’Ambiente Annarita Bramerini per ottenere maggiori contributi a ErreErre.

Accuse subito respinte dallo stesso Picchi dichiaratosi “stupefatto e “indignato”: “Nella vicenda in questione ho sempre agito nell’esclusivo interesse pubblico e della pubblica amministrazione che ho l’onore di rappresentare, senza mai avere di mira il raggiungimento di interessi privati miei o di altri. Non appena avrò avuto modo di esaminare gli atti d’indagine, e capito quindi che cosa in realtà mi viene rimproverato, è mia ferma intenzione chiedere alla magistratura inquirente di essere ascoltato, augurandomi così di chiarire al più presto la mia posizione”.

E se per ora il Pd pisano e lo stesso presidente della Provincia, così come le altre forze politiche della maggioranza in provincia da Sel all’IdV tacciono su quanto sta accadendo, a prendere la parola è Rifondazione Comunista che sul caso specifico ribadisce la propria “posizione di assoluto rispetto della magistratura e delle garanzie delle persone soggette ad indagini”.

“Ci auguriamo, però – spiegano dal Prc in una nota – che sia fatta una attenta e oggettiva valutazione da parte del partito dell’assessore Picchi e da lui stesso circa l’opportunità di continuare ad assolvere il ruolo di amministratore in un contesto che lo vede coinvolto proprio per il ruolo che riveste”.

Ma da parte di Rifondazione si sviluppa un ragionamento più complessivo in cui ci ricostruisce in un quadro composto da diversi episodi: “Negli ultimi tempi anche nei nostri territori si rincorrono segnali preoccupanti sulla tenuta della correttezza degli adempimenti amministrativi se non addirittura sul rispetto delle norme e della legalità. Le recenti notizie sul coinvolgimento dell’assessore provinciale all’ambiente nell’inchiesta giudiziaria della procura di Massa sulla vicenda Cermec, seppur la più preoccupante, giunge in un periodo in cui anche altre questioni si sono aperte e che in tutti i casi hanno evidenziato, se non altro, una non completa applicazione delle normative o frettolose dimenticanze”.

E ancora: “Come non ricordare, infatti, la vicenda dei magazzini gestiti da un consorzio a Montopoli Val d’Arno, degli impianti fotovoltaici a S. Miniato che proprio nei giorni scorsi è culminata nell’annullamento degli atti autorizzativi, oppure la stessa vicenda di alcuni terreni su cui dovrebbe sorgere il nuovo centro Ikea o il contenzioso che si annuncia anche in sede giudiziaria sul pirogassificatore di Castelfranco, solo per citare gli episodi più rilevanti”.

Per il Prc in tutti questi episodi si intravedono “alcuni preoccupanti elementi comuni: uno sbilanciamento a favore delle esigenze dei soggetti imprenditoriali privati e il coinvolgimento di questi in iniziative strettamente connesse ai beni comuni, siano essi il lavoro, la gestione dei rifiuti, le fonti di energia rinnovabile, l’uso del territorio di proprietà, almeno originariamente, pubblica. Questo secondo aspetto, oltre a quelli legati alla effettiva economicità ed alla macroscopica volontà popolare espressa nell’ultimo quesito referendario, dovrebbero sollecitare le forze politiche di maggioranza che governano questi territori a considerare sotto altra luce scelte pregresse o in divenire sulla bontà delle privatizzazioni e sul coinvolgimento di soggetti privati nella gestione dei beni comuni”.

Rifondazione Comunista ribadisce così la propria posizione riguardo ad una “gestione interamente pubblica di beni e servizi che solo in questo modo potrebbe essere assoggettata ad un vero controllo democratico anche in termini di legalità”.

E l’ultimo appello viene così rivolto proprio alla stessa Provincia: “Parlando di legalità sarà opportuno che l’amministrazione provinciale stessa in ragione dell’ottimo lavoro che sta svolgendo nelle iniziative contro le organizzazioni mafiose e criminali si affretti a monitorare anche sui nostri territori episodi che se pure non direttamente interessati da iniziative giudiziarie, possano tuttavia preludere ad un allentamento della maglie che impediscono pericolose infiltrazioni”.

Scandalo Cermec: le indagini sull’assessore Picchi e le prime reazioni della politicaultima modifica: 2012-01-08T11:00:00+01:00da iskra2010
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