Il potere di iniziativa tra democrazia e autoritarismo

100_2452+logoMOWA.jpgfoto MOWA

di Angelo Ruggeri

 

L’ideologia delle governabilità che punta sul primato del governo, sul parlamento e sulla società, che è stata introdotta  dando centralità al governo col maggioritario e le riforme istituzionali volte al rafforzamento dei vertici dello stato, tende, per sua natura, ad affermare un potere sempre meno sottoposto al diritto. Per questo anche in Italia, si alzano strali contro le sentenze dei giudici, e, recentemente, contro una giudice di Milano che, invece, con grande scienza, si è permessa di applicare il diritto e di assolvere per mancanza di prove. 

Reprint articolo dopo l’approvazione del Trattato di c.d. “Costituzione europea” (pubblicato su la Prealpina) 

In quattro gatti e col telefonino: anche questo è potere? 


Angelo Ruggeri (Centro Nazionale Il Lavoratore) 

Impressiona vedere quanto ogni cultura si dimostri o impreparata o disorientata di fronte all’unilateralità dominante di un potere che, nelle vesti di forza militare, porta la guerra ben al di là dei propri confini, riproponendo il primato di una violenza che tende ad autolegittimarsi, trascinando il mondo verso forme di potere repressivo e “senza legge”: come nelle fasi storiche premoderne, quando si era lungi dall’idea di sottoporre il potere al diritto. Per questo, anche in Italia, si alzano strali contro le sentenze dei giudici, ed ora contro una giudice di Milano che, invece, con grande scienza, si è permessa di applicare il diritto a fronte di “politici” senza scienza ed intellettuali senza coscienza che portano ad arretrare dal diritto costituzionale democratico e dal diritto internazionale. Tutto ciò è indignante. 

C’è persino chi esulta per aver vinto “la partita” in elezioni suppletive col 31% di votanti, e chi, per aver approvato, in 4 gatti e tutti col telefonino nell’orecchio, il Trattato intergovernativo che si autoproclama “Costituzione Europea”.

È un testo che il prestigioso Le Monde Diplomatique ha definito un “Colpo di stato ideologico in Europa”, perché “innalza il liberismo economico a costituzione…, aggira la questione sociale e il suffragio universale, impone una ideologia ufficiale”. Insomma, un “fondamendalismo”. A questo punto aggiungiamo che, se è tale, allora trattasi di un “colpo di stato continuato”, in atto da 40 anni, da quando i governi dei vari stati usano recarsi in un “centro super-verticistico”, un “vertice dei vertici” di governo e di stato europei, per assumere decisioni extra parlamentari ed extra costituzionali dicendo farisaicamente di non essere loro a prenderle ma una cosiddetta  “Comunità europea”, fuori dal controllo democratico e popolare, che occulta i governi nazionali e lì dipanano un c.d. “diritto comunitario” che si pone in modo  parallelo ed estraneo, sia al proprio  diritto costituzionale, che al tradizionale diritto internazionale vigente. 

È in tali strame del diritto interno ed internazionale che il ministro Castelli considera “abnorme” la sentenza di un giudice, a prescindere quindi dal diritto stesso che dà bassi alla giudice (si vedano ad es. le risoluzioni ONU che abbiamo citato in “Terrorismo e potere”, Prealpina, 14/12/01).

Il fatto è che, ormai, si pensa che anche un giudice, più che al diritto democratico o internazionale debba riferirsi “all’indirizzo politico” del governo, base della famigerata e c.d. “costituzione materiale” che rovescia quella “scritta”. È il potere di “iniziativa” del governo che non esita ad affermare addirittura che in sé riassume tutto il potere politico e, quindi, tutta la “politica” e tutto il “potere”. 

E’ questa l’idea dominante con cui si perviene, ovunque, a fare dei governi, delle variabili indipendenti dalla società e dal diritto che la regola, finendo per omologare, nei momenti di crisi o di emergenza, i regimi di tipo “democratico” coi regimi autoritari e reazionari; finanche con varie basi tipo Guantanamo, con migliaia di carcerati, senza capi d’accusa ne processi sia in Usa che in Inghilterra, ecc. 

Questa è l’idea che ora domina anche in Italia, perché con il “maggioritario”, le “riforme istituzionali” e la c.d. “costituzione” UE si delegittima la nostra Costituzione che, prima e unica al mondo, dà invece il potere d’iniziativa al Parlamento e persino al singolo parlamentare, e non solo al “governo”.

Ma se con tale idea si arriva a mistificare, con tale grossolanità,  la c.d. “divisione dei poteri” perché il potere “esecutivo”, in verità, è sempre il potere dominante delle istituzioni statali di ogni forma di governo, si svela il falso ideologico di chi sovrappone la “libertà” con “libertà dei mercati” e “stato di diritto” nel cui nome si porta la guerra nel mondo e si costringe a votare in Irak, senza campagna elettorale e per candidati segreti fino alla vigilia, come nel Vietnam degli anni 60. 

Falso perché si rovescia la sovranità popolare in sovranità dell’esecutivo. Il governo diventa come il “comandate in capo” Usa. E tutto e tutti debbono adeguarsi al suo potere d’indirizzo di cui si legittima o l’esclusiva, nei regime autoritari, o la preminenza relativa o assoluta, nei regimi di democrazia formale. Si dice infatti “autoritario” solo quello in cui l’esecutivo ha l’esclusiva: come nella c.d. “costituzione europea” che, quindi, è corretto assimilare ad un regime reazionario: una specie di Politburo.  Per cui anche Cossutta ha votato a favore. 

Il potere di iniziativa tra democrazia e autoritarismoultima modifica: 2012-01-10T08:30:00+01:00da iskra2010
Reposta per primo quest’articolo