Monti e Friedman: le crisi più sono gravi meglio è.

 

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di Angelo Ruggeri

“Non dobbiamo sorprenderci che l’Europa abbia bisogno di crisi, di gravi crisi per fare passi avanti, perché quanto più la crisi, reale o percepita, è grave quanto più la si rende e la mantiene tale, tanto più permette di cambiare portando avanti i diktat e la macelleria sociale della shock economy liberista” (Mario Monti-Jean Monet-Milton Friedman).


L’Italia di Monti-Napolitano tra i poteri invisibili del Bilderberg group e della Trilateral che è una specie di massoneria ultraliberista statunitense, europea e nipponica ispirata da David Rockefeller ed Henry Kissinger“.


“Gli uomini accettano il cambiamento soltanto nella necessità e vedono la necessità soltanto nella crisi”. Jean Monet (uno dei padri dell’Europa, promotore della CEE del carbone e dell’acciaio e del “Comitato d’azione” per gli Stati Uniti d’Europa, banchiere USA, ex consigliere di Roosevelt fautore del programma di economia di guerra “Victory Program”).


Soltanto una crisireale o percepita produce vero cambiamento. Quando quella crisi si verifica, le azioni intraprese dipendono dalle idee che circolano. Questa è la nostra funzione principale: sviluppare alternative alle politiche esistenti, mantenerle in vita e disponibili finché il politicamente impossibile (con la crisi) diventa il politicamente inevitabile. (…) Quando la crisi colpisce è fondamentale agire in fretta, imporre un mutamento rapido ed irreversibile prima che la società tormentata dalla crisi torni a rifugiarsi nella tirannia dello status quo”.Milton Friedman (il maggiore esponente della scuola radicale liberista dei Chicago boys le cui ricette sono state applicate per la prima volta nel Cile del golpista Pinochet e poi da Reagan e Thatcher, padre del dogma economico del “blocco storico” atlantico veicolato dal complesso euroamericano, citato da Naomi KleinShock economy, Rizzoli, 2007).


“Non dobbiamo sorprenderci che l’Europa abbia bisogno di crisi, di gravi crisi per fare passi avanti. I passi avanti dell’Europa sono, per definizione, cessioni di parti della sovranità nazionale ad un livello comunitario. E’ chiaro che il potere politico ma anche il senso di appartenenza dei cittadini ad una collettività nazionale possono essere pronti a queste cessioni solo quando il costo politico e psicologico del non farle diventa superiore al costo del farle perché c’è una crisi in atto visibile e conclamata (..) così che, quando una crisi sparisce, rimane un sedimento, perché si sono messi in opera istituzioni, leggi etc., per cui non è pienamente reversibile” MARIO MONTI (Intervento al convegno della Luiss Guido Carli – l’università privata della Confindustria da cui provengono diversi ministri dell’attuale governo -, consulente della banca d’affari Goldman Sachs e della Coca Cola, presidente europeo della Trilateral dei poteri invisibili e membro dell’altrettanto potere invisibile del Bilderberg Group dei 130 – dei 147 – potenti del mondo che decidono sui destino del mondo, ex commissario alla concorrenza della UE e autore del rapporto “una nuova strategia per il mercato unico” – maggio 2010 – che lo ha fatto salire nelle preferenze per la candidatura di capo del governo italiano dopo opportune manovre e mesi di voti quotidiani dei mercati contro l’Italia). 


Citazioni riprese dalla rivista “Indipendenza” che aiutano anche a marcare la natura del governo Monti, guidato – come ha scritto Cultura Cattolica – da un mondialista liberista. E ad avvallare almeno due cose.


  1. La ricomparsa sulla scena politica della ottocentesca SOCIETA’ ADAMO SMITH (di cui tra gli altri fanno parte Alberto Alesina allievo e mentore di Monti, Franco Debenedetti del PD, il potente quirinalizio Antonio Maccanico, Piero Ostellino, Alessandro Penati, Antonio Martino, Franco Morganti, ecc.) CHE FU IL CENTRO DI RACCOLTA DEI POTENTI INTERESSI BANCARI, INDUSTRIALI ed AGRARI FAVOREVOLI ALLA CONTINUAZIONE DELLA POLITICA LIBERISTA che sosteneva e aveva come principale alleato e suo portavoce politico la “Sinistra” ottocentesca, “sinistra parlamentarista” che comprendeva la “sinistra radicale” sostenitrice dei diritti individuali come quella di oggi.La SOCIETA’ ADAMO SMITH che, per bocca del suo presidente Alessandro De Nicola, si è ripresentata elogiando e promuovendo col massimo dei voti il governo Monti-Passera “CHE E’ STATO CAPACE DI TASSARE BEN BENE GLI ITALIANI IN SOLI 17 GIORNI” (importante è fare in fretta come dice Friedman, per rendere irreversibile quel che si sta facendo prima che la gente capisca, n.d.r). “ORA, PERO’, FACCIA ALTRETTTANTO BENE ED IN FRETTA CON LE LIBERALIZZAZIONI E LE PRIVATIZZAZIONI DI TUTTO(Alessandro De Nicola, Accumulazione, rendita, Teologia della liberazione e Teologia del capitale).


L’obiettivo che si propongono non è combattere la crisi ma distruggere i Paesi e la democrazia. Non è un ‘governo’ ma un ‘golpe’”.Il programma è – dice la stessa BILDERBERG GROUP, club segreto di Monti: “Distruggere i Paesi per arrivare ad un governo mondiale di non eletti, puntando su un approccio tecnico e la minore consapevolezza dell’opinione pubblica in generale”.


Cosa accomuna, infatti, le tre strutture dei poteri invisibili come la Goldman Sachs, il Bilderberg e la Trilateral intercontinentale capitalistica (di cui Monti è il presidente europeo) e di cui fa parte anche il cattolico vicepresidente ENRICO LETTA? Risposta: “…non avere più Paesi ma regioni della terra… zone di influenza di pochi grandi gruppi di interesse di ricchi e potenti, con UN GOVERNO MONDIALE SELEZIONATO ANZICHE’ ELETTO E UNA RELIGIONE UNIVERSALE. PER ESSERE SICURI DI RAGGIUNGERE QUESTI OBIETTIVI, I BILDERBERG SI CONCENTRANO SU DI UN APPROCCIO MAGGIORMENTE TECNICO E SU UNA MINORE CONSAPEVOLEZZA DA PARTE DEL PUBBLICO IN GENERALE”(New York Times 1977 riportato da Cultura Cattolica).


E’ sempre piu evidente che oggi si usa la crisi e la Grecia, così come negli anni ‘90 si usò l’Argentina e Tangentopoli: una replica della manovra – ma più in grande e su più ampia scala nazionale, sovranazional-mondiale – con cui nel ‘92, lo scandalo “milanese”, nella fase segnata dal protagonismo leghista, altro non era che l’emersione di una degenerazione a livello di imprese che, demagogicamente, si volle restringere al “sistema politico”: termine col quale in realtà, come oggi dietro la crisi, voleva celare L’ATTACCO MIRATO ALLA DEMOCRAZIA, intesa nel suo attuale significato minimo di regime della dialettica libera tra le parti sociali e politiche(Angelo Ruggeri<mailto:angelo-ruggeri@alice.it>Monday, December 05, 2011 “Chiodo contro chiodo. Non è un governo: è un ‘golpe’. Anche i maiali piangono, specie quelli del BILDERBERG GROUP di Monti”).


Oltre all’appartenza al Bilderberg – scrive Gianfranco Amato su Cultura Cattolica – la seconda prova dell’indole mondialista del nostro esimio professor Monti, risiede nel fatto che egli faccia anche parte della Trilateral Commission, anzi, per essere precisi, ricopre la carica di Presidente per l’Europa nel triennio 2010-2012. Chi ha l’avventura di accedere al sito ufficiale di quella organizzazione, troverà, infatti, una lettera di presentazione sottoscritta da Mario Monti, quale European Chair, da Joseph S. Nye Jr., quale North American Chair, e da Yotaro Kobayashi, quale Pacific Asian Chair, con tanto di fotografia.


Ufficialmente si tratta di un think-tank fondato nel 1973 da David Rockefeller con forte impronta mondialista. Il Professor Piergiorgio Odifreddi (lontanissimo per idee da chi scrive) ha invece liquidato il prestigioso pensatoio internazionale definendolo, su Repubblica (9.11.2011), una specie di massoneria ultraliberista statunitense, europea e nipponica ispirata da David Rockefeller e Henry Kissinger.

Monti e Friedman: le crisi più sono gravi meglio è.ultima modifica: 2012-02-10T09:00:00+01:00da iskra2010
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