Parafrasando Napolitano su Loris D’Ambrosio: CHI HA “UCCISO” BERLINGUER


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Da Angelo Ruggeri

Mattinale.Mentre  la guerra civile di Siria sembra fungere, somigliare e fare le veci della guerra civile di Spagna che servì come esercitazione e prova in vista ed in preparazione del secondo grande conflitto mondiale.

 

Se davvero si intende sostenere che qualcuno ha “ucciso” D’Ambrosio, allora davvero qualcun altro ha “ucciso” Berlinguer, colpito da ictus dopo essere stato messo alla gogna… e per anni, sia dall’interno del PCI che dai giornali, ancor di più nei mesi prima di morire.

Che sia vero che il lupo perde il pelo ma non il vizio ?

Il qui sotto ed allegato “I tre segretari del PCI” di Andrea Montella, aiuta a capire perché quel che Napolitano dice per D’Ambrosio non lo disse anche per Berlinguer.

Perchè Napolitano, quando Berlinguer fu colpito da ictus, non espresse il suoatroce rammarico per la campagna violenta e irresponsabile, di insinuazioni e escogitazioni ingiuriose a cui è stato pubblicamente esposto”  Enrico Berlinguer ?

Berlinguer morì colpito da ictus dopo essere stato esposto ad una campagna di attacchi violenti, sia dentro che e fuori il partito e sui mass media, tutti schierati contro di lui irriso e ingiuriato,  prima e già per essere andato ai cancelli della Fiat, poi, per aver denunciato la questione morale come occupazione dello stato da parte dei partiti, di quello craxiano e dei suo alleati laici e democristiani, per aver denunciato – come già Gramsci – la “costituzione materiale” come golpe contro la Costituzione scritta e vigente. Edancora: per aver la mobilità delle masse contro il “taglio della scala mobile” ed essersi quindi schierato contro il governo Craxi “amico” di Napolitano.

Berlinguer , su tutto questo ed altro, dentro e fuori il partito, subì non solo una opposizione politica “feroce” ma attacchi ingiuriosi alla sua persona, e pubblicamente da una stampa tutta, o quasi, schierata a favore di Napolitano, oltre che di Craxi e del suo “partito prussiano” e governo “decisionista” (ai tempi di Mussolini, il “decisionismo”, tanto caro ai cultori della governabilità – ovviamente dall’alto e quindi autoritaria – veniva declinato in “fascismo).

Tutti attacchi portati contro Berlinguer  “SENZA ALCUN RISPETTO PER LA SUA STORIA E LA SUA SENSIBILITA’ DI POLITICO INTEMERATO, CHE HA FATTO ONORE ALLA POLITICA E AL PAESE” come gli hanno ben riconosciuto tutti gli italiani, il Paese e le masse, anche quelle non di area comunista, già prima della morte ,e, dopo, con i funerali,paragonabili soltanto a quelli di “quel giorno indimenticabile di fine Agosto, in cui una folla immensa e senza precedenti e “quale nemmeno i funerali di un Papa o di un reale ha mai ricevuto” (Donat Cattin), “seguì la bara di Togliatti e “lungo il percorso, una folla altrettanto immensa, lo salutava, chi piangendo, chi col segno della croce, chi col pungo alzato, come un Padre della Patria, sapendo che era morto un padre della democrazia e della Repubblica” (Giorgio Bocca).

Attaccato e messo alla gogna, e infine, in vista della campagna elettorale europea, gli dissero e gli fecero capire, che in tale campagna elettorale l’avrebbero lasciato solo, che doveva “arrangiarsi” e “farsela da solo” e “se poi va  male…”, faremo i conti.

E Berlinguer si fece tutta la campagna europea, senza soste,costretto ad un tour de force  forsennato, continuo, con comizi ogni giorno e ogni giorno in province diverse;  costretto ad andare a parlare personalmente più o meno in tutte le Piazze del Nord del Sud e del Centro Italia e Province d’Italia.

Tanto che mentre con  Salvatore D’Albergo e la sua radiolina, nei corridoi della CGIL Lombardia, stavamo ascoltando la notizia dell’ictus, dicemmo all’unisono: lo hanno “UCCISO”. Considerando quel che sapevamo e il Berlinguer col volto violaceo e congestionato che avevamo visto alle Botteghe Oscure dopo le riunioni, sapendo degli attacchi che subiva da tempo, e del tentativo di fare andare male le elezioni europee  per dargliene la colpa, scaricandogli sulle spalle la colpa e tutta la responsabilità in caso di un risultato elettorale negativo.

Napolitano non disse per Berlinguer le stesse parole dettate per D’Ambrosio, che non sono affatto solo di cordoglio ma insinuanti, come se in questo caso la morte debba essere intesa come un categoria politica, insinuanti una colpa e una responsabilità più o meno diretta o indiretta per gli attacchi subiti, come non disse invece per degli attacchi a cui prima della morte, fu esposto Berlinguer anche pubblicamente e ancor più dentro il PCI , dai “miglioristi” dello stesso Napolitano. 

Un crescendo di attacchi operato dalle due destre (quella filo sovietica di Cossutta e quella filo americana di Napolitano, alleatesi contro Berlingueril comunista più pericoloso del mondo” – disse Kissinger – per gli americani ma anche per i “sovietici” e l’URSS), quanto più aumentava la stima, il consenso del Paese e il sostegno a Berlinguer saliva dal basso: non solo dalla base comunista ma dai vari consigli e organismi delle democrazia di base organizzata nel territorio, nelle fabbriche, nelle città del paese, e che per la prima volta avrebbe portato il PCI a superare i voti della DC e persino a fare del PCI il Partito più votato di tutta l’Europa, con più milioni di voti e più votato di qualsiasi altro partito di ogni altro Paese europeo.

Attacchi alla persona e alla politica  antisistema e di lotta di Berlinguer,  anche da parte del vertice CGIL e da Lama e Trentin (con la sola eccezione di Garavini) e da Cofferati. Gli stessi che poi operarono per sabotare il referendum contro “la legge” che tagliava la scala mobilee lanciato da Berlinguer prima di morire.

Gli stessi che congiurano per evitare tale referendum e che non fecero campagna per il SI’all’abrogazione di tale legge. Un SI’ contro cui, da una lato, erano schierati i vertici di tutte le organizzazioni sociali, politiche, istituzionali del Paese, rappresentanti di oltre il 90 % degli italiani, ma ciò nonostante e quindi contro tutti questi vertici – compresi quelli di Cgil e di molte federazioni del PCI –  il SI’ ottenne il 47, 5 % di consensi.

Il SI’ non passò solo e proprio perchè il NO vinse proprionell’Emiliadella nuova borghesia di sinistra, capofila dell’aziendalismo nella sanità ben prima della Lombradia e del federalismo ben primadella lega; borghesia che di lì a poco avrebbe determinato la soppressione del PCI usando “la cassaforte del partito che deteneva”; borghesia delleCoop” imprese capitalistiche dominanti nella Federazione Pci di Bologna, come altre, e in Regioni, Province e Comuni – come oggi col PD e Ernani destinatario di un avviso di garanzia come Formigoni e Vendola – in maggior parte governate dalla destra “amendoliana e napolitaniana “ del PCI.

Bologna e l’Emilia, come la Federazione di destra di Milano,  dove udivamo noi stessi i dirigenti “napolitaniani e miglioristi”  (e dove i vari Cervetti, Quercioli, Corbani, ecc, stampavano il filocraxiano  “Il Moderno” finanziato anche dalla Finivest di Berlusconi), scatenarsi in insulti personali di ogni genere contro Berlinguer, arrivando a definirlo con disprezzo “il nostro Komeini” (a significare quel che poi scrisse Lama in un suo libro, dicendo che Berlinguer “non è democratico” perchè “ascolta” e recepisce il parere e la volontà di lavoratori e ceti popolari “invece che la mia” – (sic!)

Colpito da ictus,  ed è stata la terza morte per ictus di un segretario del PCI (due sono un indizio tre sono una prova, usa dire), dopo una  “campagna violenta e irresponsabile, di insinuazioni e escogitazioni ingiuriose a cui è stato pubblicamente esposto” per anni e specie nell’ultimo anno di vita in cui Berlinguer, appunto, lo vedevamo uscire dalle riunioni della segreteria e anche della direzione col volto congestionato, violaceo, col “sangue alla testa”,  ma portò a fare del PCI il primo partito d’Italia e dell’Europa.

Eppure dall’interno (aiutati dall’esterno), dopo la sua morte,  congiurarono per distruggere il PCI, sia dicendo che non si sarebbe mai andati al governo e sopratutto mistificando che “si sarebbe perso tanti voti” se non cambiavamo il nome (voti che, viceversa,  cambiandolo il nome e non solo, in PDS-DS-PD fuorono persi e per sempre a iosa, senza mai più riuscire a raggiungere percentuali anche solo vicine a quelle del PCI da solo, neanche fondendosi con i demo-cristiani ed ex socialisti).

Dicendo che serviva cambiare il nome (ovviamente non solo) di Partito comunista, in Partito democratico di sinistra (forse credevano che la democrazia può essere anche di destra, e non hanno mai saputo o creduto che esiste la democrazia sostanziale e non solo formale, la democrazia sociale e non solo politica di cui hanno allora solo ciucciato per decenni in quanto il PCI si BATTEVA PER LA DEMOCRAZIA – il Pci in cui hanno vissuto e guadagnato per decenni – si batteva per la democrazia sociale e sostanziale e quindi per la Costituzione che la sancisce e in cui nemmeno in essa ha mai creduto un ceto di arrivisti che esclusivamente per cupidigia di potere hanno portato a termine il percorso che intrapreso dopo la morte di Togliatti, dall’ala di Amendola, Napoletano, Maccaluso, ecc., proseguito dal filo craxismo anti PCI di Gramsci-Togliatti-Longo-Berlinguer è sfociato nel pidiessismo tra morte e manovre sotto traccia ad opera del napolitanismo che in egual modo, sotto traccia, ad opera dal “Colle” come al tempo dall’interno del PCI.

Che sia vero veramente che il lupo perde il pelo ma non il vizio?

 

Parafrasando Napolitano su Loris D’Ambrosio: CHI HA “UCCISO” BERLINGUERultima modifica: 2012-09-10T08:20:00+02:00da iskra2010
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