di MOWA
No, così non va!
Negli articoli sottostanti si comprenderà l’urgenza di prendere le distanze da chi vuole annientare l’unica classe sociale che può cambiare le sorti del paese.
Non si possono, difatti, sostenere tesi che avvalorano il reddito sociale garantito e, nel contempo, fare azioni sindacali in USB che chiede tutt’altro: garanzie politico-sociali verso un’occupazione stabile; difatti, nell’ultimo congresso di Montesilvano venivano sintetizzate con: “Per il diritto al lavoro senza aggettivi, stabile con garanzie contrattuali, salariali e normative. Una battaglia sociale di ampio respiro che rimetta il lavoro al centro dell’attenzione e del’interesse sociale…. Per un orario di lavoro certo e sicuro con la sua riduzione a parità di salario e contrattualmente garantito”. [1]
Vorremmo, infatti, chiedere a Vasapollo: “Quale dignità potrà nascere dalla sua proposta di “reddito sociale garantito” (che odora di laburistico fabianesimo e non di comunismo) visto che allontana dal processo produttivo l’unica classe sociale in grado di fare cambiamenti radicali nel paese?”
… Senza scomodare i classici come Marx, Lenin o Gramsci allontanare dal processo produttivo i reali artefici delle ricchezze è come curare un tumore con l’aspirina.
Questa proposta rassomiglia molto alle “offerte” fuorvianti confindustrial-democristiane (fatte tramite la CISL) degli anni scorsi, con la cogestione dell’impresa che accollavano tutti gli oneri (carichi di lavoro, flessibilità, licenziamenti ecc.) ai lavoratori e gli onori (soldi) agli imprenditori.
Sono proposte da Grillo che è un miliardario (in lire) e non da lavoratori…
Il “nostro” Vasapollo, nel tentativo di smentire sul sito di USB, conferma le tesi dette da Huffington Post …ed allora da che parte si schiera?
Il tentativo di “medicare” l’acuta osservazione di Huffington Post fa cadere la prima parte del nome lasciandoci la parte figurativa più comprensibile: “Persona ingenua, credulona, che si lascia raggirare con molta facilità”.
