Dens dŏlens 229 – Cenni sulla democrazia togliattiana

di MOWA

Togliatti nell’esilio di Mosca disse: “Se noi un giorno torneremo nei nostri paesi – una vera e propria consegna per i comunisti italiani ma anche del mondo – bisognerà fin dall’inizio avere la consapevolezza di una cosa: lotta per il socialismo significa lotta per una maggiore democrazia: se noi comunisti non saremo i democratici più conseguenti, saremo superati dalla storia”.

Infatti, nella sua visione analitica, Togliatti, per superare la solitudine dell’uomo nella moderna società capitalistica, prospettava il socialismo come “sviluppo estremo della democrazia”.

Detto ciò, bisogna precisare che Togliatti si richiamava alla grande utopia marxiana della società comunista, come a “una società nella quale l’uomo non è più solo, e l’umanità diventa davvero una unità vivente, tramite lo sviluppo molteplice delle persone e di tutti gli uomini, la loro continua partecipazione a una opera comune…”.

Non era una novità che Togliatti non considerasse il marxismo, assolutamente, una ortodossia tanto da usare, spessissimo, il termine di “maieutica” per indicare che in quella marxiana la soluzione “teorica” era migliore ed in grado di aiutare a trovare un’analisi più consona alla realtà circostante.

Questa premessa per dire che l’attacco portato avanti dal duetto (lacchè) politico Renzi-Boschi, in ogni dove, all’attuale Costituzione italiana conduce verso un lento allontanamento del popolo dalla sovranità attraverso una democrazia compiuta.

Si compie, così, con le attuali personalità politiche in campo (nessuno escluso), quello che il grande capitale cercava di realizzare da tempo, ovverosia, annichilire i partiti, i sindacati, i vari movimenti democratici di massa ed ogni altra forma di società civile che avesse contribuito alla realizzazione o al mantenimento degli articoli dell’attuale Costituzione italiana.

In un concetto di evocazione gramsciana: “la conquista delle case matte”.

Tutto ciò, per mettere sotto accusa vecchi e nuovi dirigenti sia politici che sindacali di non aver compreso per tempo la necessità epocale della tutela dell’attuale Costituzione italiana onde evitare di incorrere in un salto nel buio degli autoritarismi cammuffati da risparmi economici o riduzioni di personale di rappresentanza sociale.

E pensare che nel Memoriale di Yalta, Palmiro Togliatti, anticipava che, se i partiti politici (PCI compreso) avessero abbandonato i principi ed i valori della Costituzione, non sarebbero stati “democratici conseguenti” e sarebbero diventati gli affossatori della Repubblica democratica.

I “comunisti” odierni, se avessero usato più teoria marxiana (in misura “maieutica”) avrebbero potuto comprendere subito che le motivazioni effettive del disegno di legge costituzionale, non erano altro che una esigenza espressa in un report (del 28 maggio 2013) della banca d’affari JP Morgan, che sollecitava gli Stati a disfarsi delle Costituzioni del secondo dopoguerra, perché fondate su concezioni “socialiste […] inadatte a favorire la maggiore integrazione dell’area europea”.

Ecco alcuni validi motivi per ripristinare valori e principi dell’attuale Costituzione italiana ma, anche, per la ricomposizione di un PCI sulle stesse basi partendo dal rispetto del centralismo democratico come prassi politica di rispetto reciproco.

Dens dŏlens 229 – Cenni sulla democrazia togliattianaultima modifica: 2016-09-09T10:34:07+02:00da iskra2010
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