Dens dŏlens 293 – Dove sono le differenze tra nazifascismo e terrorismo?

di MOWA

Crescono le simpatie delle persone per i movimenti della destra. Simpatie dovute, sicuramente, all’aumento di un disagio sociale che li ha portati alla esacerbazione degli animi, con la conseguente chiusura della ragionevolezza delle menti verso sé stessi e verso gli altri.

Un miscuglio di situazioni negative della nostra società, determinate da uno squilibrio dei rapporti politico-economici tra le classi, che sapienti maestri della psicosociologia hanno utilizzato e fatto diventare un elemento da non enfatizzare, esaltando, invece, come vero miracolo, nell’opinione pubblica, altri paradigmi che solo la destra è in grado e capace di risolvere e purificare (come una catarsi), dal disastro sociale in cui ci troviamo.

Valutazioni politiche che rompono quel patto di stabilità della società civile travalicando “il buon senso” nell’esaltazione fanatizzata con soluzioni drastiche del periodo storico negativo attuale.

Una destra che si è spinta a deificare le soluzioni sociali negative con frasi ad effetto come “prima gli italiani”, o altre stupidaggini nazionalistiche del genere, facendo passare (volutamente!) in sordina la vera causa che ha portato sempre più evidenti disparità economiche: differenza tra le classi (oppressi ed oppressori).

In questo mix di fanatica stupidità, la destra (e ben calcolata dai suoi ricchi supporter economici) ha spostato l’asse d’attenzione dal risolvere collettivamente questi problemi e superare l’ostacolo della povertà determinato, prevalentemente, dalla concorrenza tra gli oppressi (che sono i lavoratori di ogni nazionalità), all’accentuazione del fenomeno creando altre barriere (identitarie?) oltre a quelle nazionali, annebbiando, ulteriormente, l’orizzonte di salvezza della specie umana.

Una brutta premessa che la Storia ci ha già consegnato come nei periodi pre-bellici, dove ognuno odia tutto e tutti, dove il valore umano scende al gradino più basso delle considerazioni tanto da farne supplizievoli torture ed esperimenti… sino alla morte.

Tutto ciò, però, non arriva per involontaria e disgraziata casualità ma per determinata volontà di qualcuno che non vorrebbe perdere il suo élitario dominio e, perciò, assolda mercenari con il compito di reclutare nuovi fanatizzati per costruire altri percorsi adatti alla conservazione dei privilegi sin lì carpiti agli oppressi.

Ecco, allora, comparire sulla scena politica destabilizzatori sociali con parole d’ordine demagogiche che si rivolgono alla pancia delle persone per impedire la coesione tra sfruttati che, invece, avrebbero bisogno di ben altri orizzonti ed aspettative ben superiori a quelle sin lì enunciate da costoro.

Nelle file dei destabilizzatori sociali si possono trovare persone fanatizzate che si credono dei salvatori della “patria” mentre, invece, sono degli autentici sostenitori di posizioni terroristiche come lo furono i nazisti che si resero protagonisti di truci e disumani episodi come mercenari di altrui interessi.

Un problema serio che la nostra Costituzione, nata dalla Resistenza al nazi-fascismo, ha preso in considerazione e per cui ha ben scritto norme fondamentali per prevenire un ritorno delle dittature, norme che dovrebbe imporre ai suoi concittadini di rispettare e far rispettare nelle sue più importanti sedi istituzionali quotidianamente e non come fatto emergenziale come, purtroppo, stiamo vivendo ora per ignavia, sottovalutazione o, peggio ancora, complicità.

Una gradualità del disfacimento sociale, che porta all’errore del falso mito dell’ordine, che parte dalle istituzioni con l’inapplicazione delle regole come, ad es., su quanto stabilito dalla Corte Costituzionale sulla legge elettorale che dovrebbe dare modo di ripristinare la considerazione del cittadino sulle scelte del proprio Paese, sino ad arrivare alla chiusura delle sedi che si rifanno all’ideologia della sopraffazione umana in quanto, inequivocabilmente, fuori dai paradigmi democratici (persino liberali).

Solo, allora, forse, si potrà dire di aver scongiurato il terribile pericolo che vediamo all’orizzonte.

Un pericolo come quello che seppero affrontare con la dovuta serietà i partigiani per debellare una dittatura che era salita al potere, ricordiamolo, con il voto di persone (come oggi) esasperate e malamente informate e condizionate da prezzolati cattivi maestri” al servizio dell’oligarchia.

Dens dŏlens 293 – Dove sono le differenze tra nazifascismo e terrorismo?ultima modifica: 2018-02-28T06:33:11+01:00da iskra2010
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