Dens dŏlens 395 – Immorale, in RAI i condannati

di MOWA

Tutti coloro che sono incapaci di imparare si sono messi a insegnare.” [Oscar Wilde, La decadenza della menzogna]

La storia della televisione italiana, come comunicatore, ha un passato glorioso e, in alcuni casi, di insegnamento della lingua e della cultura, quindi, della propria identità.

Negli ultimi decenni (almeno 20-25 anni), però, si sono visti comparire sugli schermi televisivi – e non per motivi di cronaca ma in talk show – soggetti che hanno a loro carico almeno una condanna giudiziaria, e che hanno fatto interventi che hanno lasciato l’amaro in bocca a causa, forse, del proprio curriculum vitae personale, e che, malauguratamente, hanno sottoposto la loro visione del mondo e dell’agire quotidiano a milioni di persone.

Qui non si vuole proibire la parola a chicchessia ma ci si chiede se un organo di diffusione, tanto più pubblico, debba privilegiare chi ha imbrogliato la buona fede di qualcun altro e non, invece, il contrario. Il malcostume nasce da molto lontano, e i filtri e la censura, si sono moltiplicati scimiottando televisioni private e, in alcuni casi, di proprietà di condannati in forma definitiva e/o sospettati, addirittura, di crimini efferati con amicizie paramafiose e a danno della stessa Repubblica.

Un siffatto modo di presentare quei discutibili soggetti in forma televisiva ha generato in moltissimi telespettatori la sindrome d’impotenza o, peggio ancora, l’imitazione. In molti casi, poi, c’è il rischio che, chi viene invitato insieme a costoro (che ha pratiche disoneste), venga annoverato nel calderone del “son tutti uguali” e, quindi, non c’è speranza di miglioramento in nulla.

La voluta disintegrazione dei partiti passati che avevano base sociale rilevante (come erano il P.C.I. e buona parte della Democrazia Cristiana), da parte delle varie potenze oligarchiche, ha generato la più grande mutazione “genetica” del quadro generale valoriale del Paese italiano dove l’attore che ha subito discriminazioni o torti diventa causa di osservazione e messa sotto accusa da parte di coloro che sono gli altri attori disonesti.

Una pessima prerogativa di prospettiva politica e di vita quotidiana che ha portato, a “giustificare” le varie nefande azioni militari nello scacchiere internazionale o a rimanere disfunzionali alle leggi, alle regole, e ai Trattati internazionali… sino, addirittura, al non rispetto della Carta costituzionale.

Drammatica genesi politica voluta dalle oligarchie per trarre vantaggio e attenzione, non per la popolazione ma, solo, per pochissimi ricchi e, sempre più ricchi. Ricchi che, con la scusa del nazionalismo (oggi, sovranismo, ieri, revanscismo), si sono modellati “abiti” elettorali di autentica finzione democratica per non cedere di un millimetro la posizione depredata ai miliardi di persone e non per il bene di questa Terra. Anzi, in taluni casi, si ingegnano, all’insegna della massima gattopardesca “deve cambiare tutto perché niente cambi”, inventando, sovvenzionando, movimenti, partiti, organizzazioni e quant’altro, con il chiaro intento di non spostare un foglio che non sia per il loro enorme e spregiudicato margine di guadagno; testimone ne è il cercare di appropriarsi delle battaglie sull’ambiente che vanno dalla resilienza al ripristinare l’habitat, dalla vera produzione green (intesa come salvaguardia dell’ambiente naturale) alla “cresta” economica fatta su tale parola.

Autonomamente, la classe oppressa deve trovare il proprio indirizzo politico ripristinando quella base sociale allargata e solidale tra le varie realtà che sono quelle che mandano avanti sia lo sviluppo che il progresso con la “P” maiuscola. E questo è stato, forse, il motivo che ha stimolato le centinaia di migliaia di “sardine” a scendere in piazza e ben lontane dai brutti personaggi passati per la televisione.

Dens dŏlens 395 – Immorale, in RAI i condannatiultima modifica: 2020-01-16T07:01:32+01:00da iskra2010
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