Il capitalismo anarco-brigatista nuoce gravemente alla salute

Sezioni comuniste Gramsci-Berlinguer

per la ricostruzione del P.C.I.

 

 

Dagli anni Ottanta ad oggi l’Italia ha subito miriadi di cambiamenti o meglio deformazioni culturali e politiche, che hanno mutato i valori antifascisti fondanti della nostra Costituzione: EGUAGLIANZA, PACE, ISTRUZIONE, LAVORO E SALUTE PUBBLICA.

A metà degli anni ’80, i tagli al Welfare e dunque la riduzione drastica al Sistema sociale, che aveva come obiettivo la garanzia della fruizione dei servizi ritenuti indispensabili per tutti i cittadini, avviene come conseguenza di quel golpe strisciante, contro la Repubblica italiana nata dalla Resistenza antifascista, che si è realizzato attraverso la strategia della tensione messa in essere dagli Usa e dalla Nato e poi conclusasi con la “trattativa tra Stato e mafia” che ha sgretolato i partiti di massa e realizzato la Seconda Repubblica.

Il NON rispetto dei principi e degli articoli costituzionali italiani, lo sdoganamento dei disvalori del nazifascismo nei governi italiani ed europei ha permesso tutta la politica delle privatizzazioni. Gli anni Ottanta danno il via ai processi di aziendalizzazione, ovvero l’affermarsi in Europa – nello specifico dal 1979, anno in cui la Thatcher diventa primo ministro in Inghilterra e negli Usa, in seguito all’elezione di Reagan – di una concezione darwiniana dello Stato, dove la gestione delle politiche pubbliche deve essere subordinata alla logica del mercato. Si ha dunque una “managerializzazione” del settore pubblico, che porta a una trasformazione globale della mentalità e della prassi collettiva. Un esempio può offrircelo il mondo della Sanità: fino a quel momento completamente pubblica, gratuita e aperta a tutti, inizia a subire tagli ingiustificati ma soprattutto vengono introdotti regolamenti incostituzionali, quali il pagamento del “ticket ospedaliero” e la riduzione sempre più drastica dei servizi offerti. Il Decreto Legislativo 229/99 del governo D’Alema ha introdotto la logica capitalistica del profitto nei servizi con l’aziendalizzazione delle USL (Unità Sanitarie Locali) trasformate infatti in ASL (Aziende Sanitarie Locali) passando dalle 659 USL del ‘92 alle 145 ASL nel 2011, una riduzione che ha favorito l’espansione del settore privato della Sanità e ci ha sottratto quei presidi di cui l’emergenza attuale sta dimostrando l’assoluta necessità.

Proprio queste riforme reazionarie e puramente procapitaliste, applicate in tutti i settori dello Stato, hanno fatto sì che l’Italia si sia indebolita e omologata alle volontà dei massocapitalisti senza avere, come durante la Prima Repubblica, una proposta politica alternativa come quella offerta dal Partito Comunista Italiano (attualmente nel nostro Parlamento ci sono solo formazioni filocapitaliste, la stessa situazione è poi riprodotta nel Parlamento europeo).

La mancanza oggi di tale soggetto politico operante a sostegno della classe operaia e dei ceti popolari è il frutto del lavorio svolto dalla articolatissima politica anticomunista iniziata dagli Usa e dalla Gran Bretagna durante la seconda guerra mondiale con il recupero dei nazifascisti in funzione anti P.C.I. collocati in tutti i comparti dello Stato, che ha portato al diffondersi di una controllatissima cultura individualista anarco-brigatista, grazie ad una costante disinformazione e un capillare revisionismo storico, così che i proletari e le masse popolari non riescono a comprendere quali processi politici devono mettere in campo per smettere di essere solo carne da macello dei massocapitalisti globali.

Gli pseudo partiti di Sinistra fino ad ora esistenti ed esistiti (da Rifondazione Comunista al Pd, per arrivare fino al Manifesto, Potere al Popolo e ai vari Pc esistenti) sono l’evidente politica del dividi et impera che i massocapitalisti esercitano tra le masse e sono nel contempo coloro che tacciono sul loro ruolo svolto nel rapimento del presidente della Dc, Aldo Moro, un crimine a favore della Nato e degli Usa. Tutte formazioni che hanno fatto, assieme a tutti i media e partiti occidentali, la loro fortuna politica grazie alla “critica” al P.C.I. di Gramsci, Togliatti, Longo e Berlinguer, e ora al Comunismo della Repubblica cinese.

I comunisti cinesi invece, che dal nostro stupido revisionismo storico non si fanno imbambolare, in soli 70 anni hanno costruito una realtà sociale democratica e sviluppata, in cui i cittadini si rispecchiano poiché vi partecipano attivamente. Quello che facevamo noi trent’anni fa, loro lo fanno ancora: dal riunirsi in sezioni sul territorio alle cellule operaie nelle fabbriche, l’organizzazione della società coinvolge tutti o almeno la maggioranza. Basti pensare a come hanno e stanno affrontando la questione del Corona Virus rispetto a come lo sta facendo l’Italia e l’Europa intera.

I comunisti cinesi – un combinato di scienza, efficienza organizzativa e partecipazione attiva alla politica – in una settimana costruiscono un ospedale in grado di seguire 10mila pazienti, noi, che tagliamo sulla Sanità pubblica da più di 30 anni, chiediamo ai nostri cittadini già contribuenti attivi, di donare soldi al San Raffaele (struttura privata) per aumentare i posti in terapia intensiva.

A noi proletari di questo paese, il non avere un’organizzazione politica attiva sul territorio dalla Val d’Aosta alla Sicilia ci impedisce di avere nostri rappresentanti nelle istituzioni e ad essere pronti a certe emergenze ma di risultare invece, confusi, ignoranti e in balia delle proposte mediatiche dei nostri avversari.

Lo Stato Italiano avrebbe l’obbligo costituzionale di investire socialmente sull’Istruzione, la Sanità, la Ricerca e il Lavoro permettendo così il miglioramento della vita collettiva e l’applicazione reale della Costituzione, investimenti che invece lasciati al sistema massocapitalista vengono dirottati su armi e guerre. Ma quale formazione politica oggi seduta in Parlamento ha la necessaria autonomia dai massocapitalisti per decidere di dare battaglia su questi temi?

Quindi, per riprenderci il controllo politico sull’Economia, sul Lavoro, sull’Istruzione, sulla Sanità, sulla Pace, bisogna imparare dalla Storia che ci insegna che non si può essere comunisti da soli, ma aggregarsi per ricreare le condizioni per la ricostruzione, attraverso la nascita delle Sezioni comuniste Gramsci-Berlinguer su tutto il territorio nazionale di quell’unica forza politica, il P.C.I., che ha permesso all’Italia di diventare la quarta potenza del mondo, senza fare guerre ma creando cooperazione e solidarietà tra i popoli. Questo è il vero progresso.

Per raggiungere questo obiettivo occorre però liberarsi da quel virus massocapitalista che è l’anticomunismo viscerale che ha prodotto, tra i vari disastri, quell’estremismo di sinistra che ha veicolato false flag e creato le condizioni dell’attuale frammentazione della sinistra, tanto utile ai padroni.

Come comunisti, alla luce dell’attuale crisi epidemica, ribadiamo che solo una completa riforma del sistema sanitario nazionale con la totale nazionalizzazione e socializzazione del comparto sanitario privato e delle industrie farmaceutiche, può garantire una corretta applicazione della Costituzione.

Stesso discorso lo facciamo per quanto riguarda i settori fondamentali dell’economia: energia, trasporti, territorio, ricerca, istruzione, strade, difesa, giustizia, banche.

Questa politica deve essere fatta anche nel resto d’Europa. I massocapitalisti non hanno interesse a liberare il continente europeo dal giogo imperialista statunitense, anzi lavorano come Lagarde per impedire la nascita di un’Europa proletaria e pacifica.

Questa lotta di Liberazione la possono svolgere solo i comunisti d’Europa se riprendono in mano lo spirito internazionalista contenuto nelle tesi sull’Eurocomunismo.

Il capitalismo anarco-brigatista nuoce gravemente alla saluteultima modifica: 2020-03-21T07:07:06+01:00da iskra2010
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