Dire riprovevole è poco quanto qui sotto riportato…
Dice bene l’articolista quando sottolinea che è “una voce fuori dal coro” perché, fortunatamente, non tutta la CGIL è così.
Bisogna dire, anche, che molte “mutazioni genetiche” questa organizzazione le ha avute negli ultimi 20 anni e, sicuramente, ne avrà ancora visto il quadro dirigente che si promuove, molte volte, con logiche da “poltrona” più che per tutelare il mondo del lavoro.
La nostra incondizionata solidarietà alla compagna che ha un doppio problema: quello della salute e quello del licenziamento.
Seguiremo, quanto possibile, questo caso perché è sintomatico del grado di civilizzazione di questa organizzazione.
MOWA
Un’impiegata con un tumore ha perso l’impiego, quindi le è stato negato l’indennizzo. “Da una parte i vertici si battono per difendere l’articolo 18 dall’altra lo utilizzano contro gli stessi lavoratori e i loro dipendenti”
di GIOVANNI DI BENEDETTO
TRANI – La voce fuori dal coro arriva da Andria, dauna ex dipendente della Cgil licenziata ad aprile del 2010 per “assenza ingiustificata“ durante un periodo di malattia. “Da una parte i vertici si battono per difendere l’articolo 18”, commenta amaramente Anna Maria Dalò, 51 anni, ora disoccupata, “dall’altra lo utilizzano contro gli stessi lavoratori e i loro dipendenti”. La donna ha anche scritto una lettera al segretario generale della Cgil Susanna Camusso spiegando di voler portare fino in fondo la sua “battaglia politica, pubblica e giudiziaria”.
suo posto ora c’è Luigi Antonucci) e che la Dalò fosse reintegrata.
Intanto la dipendente aveva denunciato il sindacato per stalking, mobbing e diffamazione e chiesto di essere trasferita altrove. Nonostante fosse stata reintegrata, la signora si dimise non volendo più tornare nello stesso posto dal quale era stata allontanata. Adesso ha chiesto gli arretrati “perché ero sottopagata ma dalla Cgil mi sono sentita rispondere che dovevo farlo prima, quando ero ancora loro dipendente, e dunque tutelata, anche dall’articolo 18. Adesso no, perché i crediti sono prescritti”. La Dalò si chiede “come potrà la Cgil, dopo quanto accaduto a me, usare e strumentalizzare l’articolo 18 dello statuto dei lavoratori?”. Dal sindacato preferiscono evitare commenti, “aspettiamo solo”, dicono dalla Cgil Bat, “che si esprima il giudice del lavoro”.