Alcune riflessioni sulla vicenda Osama/Obama

 

LIBRE <http://www.libreidee.org/>
associazione di idee

Giulietto Chiesa: la vera fine di Osama, morto da anni

Chiesa Giulietto.jpg


Scritto il 02/5/11

La foto di Osama Bin Laden “morto” è solo una patacca, miserabile e macabra: un puerile fotomontaggio che risale addirittura al 2006, trapelato già allora dai network dell’intelligence e pubblicamente smascherato. La verità? Lo “sceicco del terrore” sarebbe morto da anni, mentre la sua rete terroristica, Al Qaeda – famigerata e fantomatica – avrebbe cessato di esistere almeno dal 2002, se non prima. Pertanto, quella che è andata in scena il 2 maggio 2011 in tutto il mondo non sarebbe che l’ennesima puntata di una clamorosa fiction. Lo afferma Giulietto Chiesa, che con bestseller come “La guerra infinita” e il documentario “Zero” è stato il primo, in Italia, a smontare la versione ufficiale sull’11 Settembre e sul “terrorismo islamico” di marca afghana.

 

Osama bin Laden.jpg

Osama bin Laden

Pur ammettendo la doverosa necessità di attendere conferme e riscontri che ancora mancano, rispondendo alla mail di un lettore sul sito “Megachip”, Giulietto Chiesa conferma: è vero, abbiamo letteralmente «visto crearsi la notizia» della morte di Osama Bin Laden. E, almeno in prima battuta, se la sono “bevuta” tutti: non solo gli italiani, ma anche i «paludati» americani, i tedeschi, gli inglesi. Che non hanno esitato a mostrare al mondo intero «una falsa fotografia» di Bin Laden, ottenuta “taroccando” una celebre foto di lui in vita: l’immagine sotto accusa, scrive Chiesa, «era già stata dimostrata falsa nel 2006, mi pare, quando emerse per la prima volta dai meandri di qualche servizio segreto». Appendice comica: una giornalista italiana ha notato, nel fotogramma, «l’occhio che Osama aveva perduto», confondendo Bin Laden con il Mullah Omar.

E nessuno che, finora, si sia soffermato sulle modalità di uccisione dell’Osama che figura nell’immagine esibita: si è parlato di “un colpo di pistola alla testa”? «Non so da dove sia venuta la notizia – premette Chiesa – ma se fosse venuta da una fonte ufficiale, mi sarei chiesto subito: perché ucciderlo? Non era meglio tenerlo in vita e mostrare al mondo il trofeo?». Un conto, infatti, è uccidere un ricercato in uno scontro a fuoco: può succedere. «Ma ammazzarlo a freddo non quadra». Eppure, «tutti zitti ad accettare tutto quello che viene da Washington». Ovvero, dalle stesse fonti secondo cui il cadavere sarebbe stato “sepolto in mare”, e per giunta “secondo il rito islamico”: che non prevede affatto – anzi, vieta – la sepoltura in mare.
Tutte voci da prendere con le pinze, avverte Giulietto Chiesa: «Se non ci fanno vedere il cadavere io starei molto, molto attento ad accreditare qualsiasi virgola successiva, qualsiasi testimonianza, qualsiasi prova. Inclusa, ovviamente quella del Dna». Motivo? Presto detto: le autorità americane dopo l’11 Settembre fornirono prontamente il Dna di passeggeri e “terroristi” coinvolti nell’attentato al Pentagono: «Basta chiedersi quanto costa la parcella di un collegio di analisti del Dna, specie se si tratta di medici militari, e il problema è risolto», commenta Chiesa, sarcastico. Come dire: l’unica vera “prova” sarebbe l’esibizione del cadavere. Che invece, almeno per il momento, sembra sia scomparso. In mare? Mistero.

 

 

Bhutto Benazir.jpg

Benazir Bhutto

Per niente misteriose, invece, le notizie ormai datate sulla morte di Bin Laden: ne parlò la defunta Benazir Bhutto in una intervista ad Al-Jazeera, tuttora visibile sul sito web della televisione araba. Problema: la Bhutto è stata assassinata in un attentato nel 2007, dopo aver denunciato come«dittatore» il presidente pachistano Pervez Musharraf, alleato di ferro di George W. Bush nella “guerra al terrorismo”: è noto che l’Isi, il servizio segreto del Pakistan – addestrato dalla Cia – ha svolto un ruolo determinante nelle retrovie afghane, dall’omicidio del leader Ahmad Shah Massoud in poi, fino ai più recenti attentati attribuiti a gruppi “islamici”. Anche il vedovo di Benazir Bhutto, l’attuale presidente pachistano Zardari, dichiarò che, secondo le sue informazioni, Osama Bin Laden era «morto da tempo».

«Due dichiarazioni di non poco conto», osserva Giulietto Chiesa, sulla vera fine di Bin Laden: che risalirebbe quantomeno a prima del 2007. Per non parlare di Al Qaeda, il temutissimo network di Osama: secondo quanto ammesso da Alain Chouet, ex capo dell’antiterrorismo francese, in una audizione ufficiale al Senato di Parigi, Al Qaeda «non esiste più dal 2002»

 

 

 

Chouet Alain.jpg

Alain Chouet

E comunque, anche quando esisteva, per Chouet era composta «da non più di una quarantina di elementi»ai quali non era comunque possibile attribuire«tutti gli attentati che le furono assegnati». Nonostante ciò, dice Chiesa, prepariamoci pure a sorbirci «il florilegio di scemenze su Al Qaeda “decapitata”».

Tutto falso: nessuna decapitazione, «sempre che sia davvero esistito qualcosa di simile a ciò che la Grande Fabbrica dei Sogni e della Menzogne ci ha venduto in questi anni», aggiunge Giulietto Chiesa, convinto che la sigla Al Qaeda sia stata essenzialmente un alibi per giustificare la “guerra infinita”, contruppe occidentali dislocate in aree vitali, petrolifere o comunque strategiche, contese da Cina e Russia. Ma l’opinione pubblica, si sa, preferisce credere agli «asini che volano»: basta che lo dica la televisione, come insegna il saggio “La società dello spettacolo” di Guy Debord.

Ma perché “far morire” Bin Laden proprio ora, se lo stesso Obama ha dichiarato che il super-ricercato era stato localizzato già dallo scorso agosto? «Troppe sono le ipotesi in campo, tutte ugualmente attendibili, e inattendibili», ammette Giulietto Chiesa, che propende per la chiave di lettura elettoralistica: un colpo di scena a favore della traballante presidenza Obama. «Non so se lo rieleggeranno, ma è certo che le sue sorti politiche erano in forse. La campagna elettorale per la sua rielezione è cominciata oggi: sotto il segno giubilante di “Obama il vendicatore dell’America”. Questa è una spiegazione possibile. Delle altre avremo occasioni di parlare» (info: www.megachip.info <http://www.megachip.info/> ).

Articoli collegati

 

 

 

 

Tag: 11 settembre <http://www.libreidee.org/tag/11-settembre/> , Al Qaeda <http://www.libreidee.org/tag/al-qaeda/> , Alain Chouet <http://www.libreidee.org/tag/alain-chouet/> , Ali Zardari <http://www.libreidee.org/tag/ali-zardari/> , Barack Obama <http://www.libreidee.org/tag/barack-obama/> , Benazir Bhutto <http://www.libreidee.org/tag/benazir-bhutto/> , disinformazione <http://www.libreidee.org/tag/disinformazione/> , Giulietto Chiesa <http://www.libreidee.org/tag/giulietto-chiesa/> , Megachip <http://www.libreidee.org/tag/megachip/> , Osama Bin Laden <http://www.libreidee.org/tag/osama-bin-laden/> , Pakistan <http://www.libreidee.org/tag/pakistan/> , servizi segreti <http://www.libreidee.org/tag/servizi-segreti/> , terrorismo <http://www.libreidee.org/tag/terrorismo/

—————————————————————————————-
di Massimo Mazzucco – luogocomune.net.

E’ morto un uomo che non è mai esistito. 
Intendiamoci, un signore di nome Osama bin Laden su questa terra è esistito, per un certo  periodo di tempo, ma la sua vita reale non ha avuto nulla a che fare con quello che crede la gente. Il vero Osama bin Laden, di professione  sceicco, si è dedicato negli anni ’80 all’organizzazione della militanza islamica contro l’invasione russa in Afghanistan. Per fare questo ha avuto l’appoggio, concreto e programmato, della CIA, che gli ha fornito  non soltanto “armi e munizioni”, ma anche gli stessi uomini importati  dai paesi arabi – i cosiddetti Mujaheddin – per combattere al suo  fianco.
Da questa figura tridimensionale, già di per se  sfuggevole ed ambigua, è nato il personaggio a due dimensioni ad uso  strettamente mediatico, che tutti conoscono come Osama bin Laden.  Naturalmente, per poter gestire con disinvoltura il personaggio a due  dimensioni, è stato necessario uccidere quello reale. Risale alla  primavera del 2002 un articolo, in lingua pakistana, che riportava la  notizia della morte dello sceicco saudita. Anche Benazir Bhutto ne diede  – in modo apparentemente involontario – la conferma. Ma questa notizia  fu naturalmente ignorata dai mediamainstream, che potevano così  iniziare ad allevare il loro prezioso pargolo bi-dimensionale, che gli  avrebbe fruttato centinaia di titoloni a nove colonne nel corso di quasi un decennio.

Sulla inconsistenza – ridicolaggine, anzi – di  questo personaggio fittizio non ci dilungheremo di certo. Abbiamo già  abbondantemente smentito la sua reale esistenza più volte, e lo abbiamo  fatto in modo a nostro parere del tutto esaustivo.

Nè peraltro  dobbiamo sforzarci più di tanto per dimostrare che anche questa notizia  della sua uccisione non sia che un’ennesima, patetica messinscena: non solo la foto “ufficiale” del cadavere – messa in circolazione, a  quanto pare, dalle autorità pakistane – è un falso plateale, ma anche se  esistesse una foto genuina del cadavere di bin Laden nulla potrebbe  garantire che sia stata scattata ieri, e non otto anni fa.

Di  fatto erano nove anni che non vedevamo più una immagine credibile di bin Laden da vivo, e questo dovrebbe bastare a risolvere la questione sulla  vera data della sua morte. 

Ci resta ora da valutare perchè sia  stato scelto proprio questo momento per dare questa (falsa)  notizia-bomba alle agenzie di tutto il mondo.

Per prima cosa,  salta all’occhio un dettaglio molto interessante: tutti sanno infatti  che sia buona regola dare le “brutte notizie” (scandali presidenziali,  crolli in borsa, ecc.) il venerdì sera, in modo da approfittare del  week-end – notoriamente “morto”, da un punto di vista mediatico – per  attenuarne in qualche modo gli effetti negativi. Appare invece curioso  che la notizia della morte di bin Laden sia comparsa sulle testate di  tutti i giornali del mondo proprio il lunedì mattina, quasi si volesse  ottenere l’effetto contrario: usare tutta la settimana per avere il  massimo rimbombo su questa notizia, andando a coprirne eventualmente di  altre meno accattivanti.

Si chiama “Wag the Dog” – dal titolo del  famoso film – ed è un trucco che è stato usato spesso di recente dai  presidenti americani (il più famoso di tutti è il caso di Clinton, che  decise di far bombardare un impianto chimico in Sudan – creando una grande eco mediatica – proprio nel momento in cui stava per esplodere lo  scandalo Lewinsky). 

Ebbene, forse non tutti sanno che la scorsa  settimana il presidente Obama ha rilasciato il suo “vero“ certificato  di nascita. Lo ha fatto nel tentativo di placare una volta per tutte le  polemiche sul suo reale luogo di nascita, che molti sostengono non  essere stato quello delle Hawaii. Peccato per lui che il “vero“  certificato di nascita sia risultato essere un falso clamoroso. Ci hanno  messo dai 14 ai 18 minuti, gli esperti di Photoshop, per cogliere in  quel documento una serie di manipolazioni talmente evidenti da non  lasciare nessuna speranza a chi voglia sostenere che sia autentico.  

Finora  i media americani avevano finto di ignorare quello che in Intenet già  tutti sanno, e cioè appunto che il certificato sia falso, ma sembra  evidente che prima o poi qualcuno della destra avrebbe raccolto queste  informazioni, e la Fox non avrebbe certo risparmiato il presidente da  una figuraccia planetaria.

Figuraccia che gli costerebbe di certo la rielezione.

A questo si aggiunga il fatto che proprio la settimana scorsa il Pakistan  ha apertamente invitato il governo dell’Afghanistan ad abbandonare la  sua alleanza con gli Stati Uniti e ad appoggiarsi invece, come già  stanno facendo loro, al nascente impero cinese.

Quale occasione  migliore, si potrebbe pensare, perché la Casa Bianca tirasse fuori  questo splendido asso nella manica? Ora che Osama non c’è più, infatti,  cadranno molte delle motivazioni che trattengono i soldati americani in  Afghanistan (non era per questo che ci eravamo andati, dopotutto?), e  questo potrebbe evitare che il governo afghano arrivi all’esasperazione e  scelga davvero di passare dalla parte dei cinesi.

Resta infine  una considerazione da fare: il popolo americano in prima fila, ed in  qualche modo anche buona parte del resto del mondo, sono stati presi in  giro per ben tre volte con la stessa invenzione: sono stati presi in  giro quando gli è stato detto che fosse Osama il responsabile degli  attacchi dell’11 settembre. Sono stati presi in giro quando gli è stato  detto che eravamo in Afghanistan per cercare di catturarlo, e sono stati  presi in giro ora che gli hanno detto che è stato ucciso soltanto ieri.  

D’altronde, come dicono i saggi, “vulgus vult decipi”. Ergo decipiatur.

Fonte: http://www.luogocomune.net/site/modules/news/article.php?storyid=3739.

 

Alcune riflessioni sulla vicenda Osama/Obamaultima modifica: 2011-05-05T01:30:00+02:00da iskra2010
Reposta per primo quest’articolo

Lascia un commento