IL MIO RICORSO CGIL

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Pubblichiamo queste 2 lettere indirizzate da due lavoratori della Polizia Municipale di Milano al Presidente della Commissione di Garanzia Nazionale della CGIL i quali affermano sarcasticamente come le regole interne a questa sigla sindacale non valgano per tutti… anzi!
Tanto diverse queste regole che alcuni di quei 5 vigili, tutti delegati sindacali, sono stati sospesi per alcuni mesi dall’iscrizione alla CGIL nonostante il ricorso in atto e, quindi, per le regole statutarie, non formulabile sino a conclusione dell’istruttoria. Si rammenta che il dissenso alla CGIL per gli iscritti non è condannato dallo Statuto.
Sarà un caso tutto questo e che si svolga nella FP CGIL meneghina dove presiede come segretaria una delle persone nel Collegio dei Delegati della Società Umanitaria (fondata dal massone Moisè Loira): Marzia Oggiano? 
Così casuale che tra quei 5 delegati (tutti comunisti) ve ne sia uno, in particolare, che studia e condanna i poteri occulti come la massoneria?! 
La redazione

“Caro Compagno Fabrizio Fratini
                                          Cari Compagni tutti,
                                                                componenti del Comitato di Garanzia Nord Ovest

 

Ti scrivo, e Vi scrivo, queste poche righe perché dal giorno in cui ho ritirato presso l’ufficio postale una raccomandata, per la quale ho firmato regolare ricevuta di avvenuta notifica, non riesco a darmi risposta sul contenuto della stessa.

Sarà colpa della mia ignoranza per quanto riguarda il “sindacalese”; saranno i tempi che non ci danno più certezze, nemmeno in relazione ad uno statuto che, per definizione, dovrebbe essere l’architrave di una qualsiasi organizzazione, a maggior ragione della CGIL.

Qualche mese fa, insieme ad altri quattro compagni, ho presentato ricorso avverso una decisione presa dal Comitato di Garanzia Regionale Lombardia in merito al caso Funzione Pubblica Milano; il ricorso non entrava nel merito della decisione ma si soffermava al metodo.

Rimproveravamo il fatto che, così come recitano l’art. 21 del precedente regolamento dei Comitati di Garanzia e l’art. 19 del nuovo regolamento “il Presidente avrà cura di dare comunicazione scritta, a mezzo lettera raccomandata con avviso di ricevimento ai soggetti sottoposti ad istruttoria, dell’avvio del procedimento specificando gli addebiti, gli elementi contenuti nell’esposto ed il nominativo dell’istruttore” abbiamo sicuramente saputo il nominativo dell’istruttore ma nulla ci era pervenuto a mezzo raccomandata con ricevuta di ritorno e, ancor più grave, nessuno ci ha spiegato gli addebiti e gli elementi contenuti nell’esposto.

La Tua raccomandata, che non ha riferimenti e/o protocolli, cita testualmente che “…in relazione al Vostro ricorso, in considerazione del ricevimento parziale e frammentato della documentazione utile, non è stato consentito a questo organismo di completare l’attività nei tempi previsti dallo Statuto e dal Regolamento.”

Scusa ancora l’ignoranza ma a quale documentazione parziale e frammentata ti riferisci?

Perdona la presunzione nel volermi sostituire ad un Presidente Comitato di Garanzia, non ne sarei all’altezza, ma una sola documentazione, in relazione alla lettera raccomandata con avviso di ricevimento, avresti dovuto ricevere: una cartolina con apposta la firma di chi ha ricevuto tale documento.

Delle due l’una: o questo avviso di ricevimento C’È ed allora siamo dei cialtroni che abbiamo fatto perdere del tempo (anche parecchio!) all’intero Comitato ed è giusto confermare il provvedimento di sospensione o questo avviso di ricevimento NON C’È ed allora altri (i 4 accusatori) sono quelli che hanno fatto perdere tempo (anche parecchio!) non solo al Comitato ma all’Organizzazione tutta, ed a loro andrebbe chiesto il conto.

Non avete avuto coraggio.

Mi rendo conto che è difficile ammettere ed accettare la seconda ipotesi ma, all’interno di un’Organizzazione che fa della tutela dei diritti la propria parola d’ordine, sarebbe stata una bella ventata di democrazia. Del resto, come cita testualmente l’artt. 27 del Regolamento Nazionale Comitati di Garanzia (“apertura procedimento nomina e compiti istruttore”“…l’istruttore richiederà il fascicolo…” e “…al termine delle indagini l’istruttore deposita al Presidente una relazione scritta motivata con la quale richiede l’archiviazione del procedimento o la conferma del giudizio, propone le sanzioni disciplinari…”; capisci anche Tu la gravità di un giudizio fondato su documentazione “parziale e frammentata”.

Ma non il Tuo giudizio bensì quello del Comitato di Garanzia.

L’art. 30 del citato Regolamento Ti dava la possibilità di sanare una situazione “antipatica”: la sospensione di 4 delegati ed il biasimo di 1 delegato sulla base di documentazione “parziale e frammentata” ma hai preferito lavartene le mani e demandare il tutto ad un ipotetico ricorso al Comitato di Garanzia Nazionale.

Scusa ancora l’ignoranza ma: un ricorso avverso quale decisione se nelle Tue tre (3) righe non c’è traccia di alcun motivo per presentare ricorso?   

Faccio ricorso alla “parzialità e frammentarietà” dei documenti?

O faccio ricorso all’impossibilità di completare l’attività nei tempi previsti.

Scusa ancora ma quanto tempo ci vuole per verificare l’esistenza di una (o cinque) cartolina di ricevuta per una (o 5) raccomandata?

La Tua posizione, permettimi, “pilatesca” mi lascia ora nell’angustia situazione di non sapere se, a questo punto, è partito il provvedimento di sospensione o se tale provvedimento è ancora sospeso perché saprai meglio di me che il ricorso presentato al Comitato da Te presieduto ha sospeso il provvedimento del Comitato di Garanzia Regionale ma ora, questa Tua  decisione, non mi permette certo di capire; andrebbe tradotta o interpretata, come sempre in questo nostro martoriato paese, ma che fosse una decisione della CGIL questo non me lo sarei mai aspettato.

 

E meno male che la CGIL tutela i diritti altrimenti………..

Gianfranco Manera  

— ooo —                                                          

 

“Caro Fratini, ho ricevuto qualche giorno fa la tua risposta al ricorso da me presentato in data 29 novembre 2010.
Riporta la data del 19 luglio 2011 ed è stata correttamente inviata oltre ai 5 compagni sotto inchiesta (tra i quali anche il sottoscritto), ai nostri accusatori e cioè 3 colleghi vigili (Sciamanna Corrado, Tedone Nicola e Merisio Sergio) e alla pensionata ex vigilessa Baccalini Anita.
Innanzittutto volevo ringraziarti per il prezioso lavoro svolto da te e dalla tua Commissione.
Ho apprezzato lo sforzo e la ferma volontà vi voler definire una questione che sin dall’inizio appariva assai discutibile.
Te la riassumo brevemente.
5 compagni, tra i quali il sottoscritto, aderenti alla “CGIL che vogliamo”, avevano subito pesanti sospensioni disciplinari per aver espresso un legittimo dissenso davanti ad un’assemblea di lavoratori della Polizia Locale di Milano in data 22 aprile 2010. 
Giova precisare che la posizione da loro espressa ( identica a quella di tutte le altre sigle sindacali, tranne la CGIL) raccolse nel previsto referendum il 97% dei consensi, mentre la CGIL solo il 3%.
La commissione di garanzia regionale, chiamata in causa da alcuni esponenti della maggioranza CGIL ( gli accusatori sopracitati), si espresse senza rispettare i vincoli previsti dal nostro Statuto.
Non venne rispettata alcuna garanzia nei confronti degli accusati (che per tali motivi non si presentarono) e che vennero condannati in contumacia.
La tua commissione è stata da noi interpellata, semplicemente perchè ritenevamo che gravi vizi di forma caratterizzavano il percorso istruttorio della commissione regionale.
Primo fra tutti quali fossero le accuse e quale il fatto in discussione.
Il fatto e solo quello, è citato per la prima volta nella lettera della commissione regionale del 25 ottobre 2010, dove mi si comunica di essere stato sospeso per 8 mesi.
Alla commissione interregionale da te presieduta si chiedeva se fossero state garantite tutte le prerogative previste dallo Statuto, prima fra tutte il diritto alla difesa.
Mi rendo conto che sia stato un compito laborioso e difficile stabilire se vi erano gravi vizi di forma tali da inficiare la nostra sospensione, ma il risultato è all’altezza delle nostre aspettative.
Noi ritenevamo, prove alla mano, di aver subito una grave discriminazione, non separabile dalla precisa volontà di criminalizzare un dissenso legato alla scelta congressuale.
Tu, dopo tutti i necessari approfondimenti ( incluse le nostre audizioni), hai stabilito con la tua commissione quanto riporto testualmente:
In relazione al vs ricorso, in considerazione del ricevimento parziale e frammentato della documentazione utile, non è stato consentito a questo organismo di completare l’attività nei tempi previsti dallo Statuto e dal Regolamento.
Si ricorda che l’art.24 del regolamento disciplina il ricorso al Comitato di Garanzia nazionale.”       Fraterni saluti 
Giova precisare che il mio ricorso è stato da te ricevuto il 3 dicembre 2010 e la tua risposta è datata 14 luglio 2011.(?!)
Davvero non è accettabile che dopo 7 mesi, una Commissione preposta a ciò, non sia in grado di esprimersi nel merito.
Non avete deciso nulla. Come puoi accettare simili fallimenti? O i motivi sono altri e inconfessabili? 
Perchè mi viene in mente Ponzio Pilato che se ne lavò le mani?
Voglio congedarmi ringraziandoti ancora per la pazienza e la meticolosità con la quale tu e la tua Commissione avete esaminato il ns ricorso.
Ho anche apprezzato la tua lettera ufficiale inviatami in fotocopia, senza un numero di protocollo e senza la tua firma.
Forse uno scherzo? Oppure denota la sciatteria con cui si lavora in CGIL?
Caro Fratini, ne sai qualcosa?
Ma un’altra domanda sorge spontanea e ti chiedo di rispondermi, vista la tua esperienza..
In assenza di un mio ricorso alla Commissione Nazionale di Garanzia ( ancora un altro…), è confermata la mia sospensione?
Essendo un componente del direttivo FP di Milano, sarò ancora convocato oppure mi attendono altri mesi di penitenza?
So che sono particolari di poca importanza, perchè basterà eseguire le indicazioni che mi arriveranno dalla segretaria generale Marzia Oggiano, per esser certi di non sbagliare.. ma forse anche questo non è vero.
Purtroppo Marzia Oggiano, ( potrà sembrare paradossale visto il ruolo che ricopre) ha già dimostrato di conoscere poco Statuto e regolamenti interni e non vorrei commettesse altri errori gravi.
Per favore, contattala e parlatevi come conviene tra importanti figure istituzionali. Sono certo che saprete intendervi. 
Io resto in attesa di conoscere l’esito del vs colloquio. Sarete in grado di prendere una decisione? So quanto sia difficile…  
A Fabrizio Fratini voglio esprimere tutte le mie preoccupazioni sul futuro della “CGIL che vogliamo”.
Un’esperienza che ha suscitato grandi speranze e che adesso sta raccogliendo amarezza e forti risentimenti da parte di tutti i compagni onesti che hanno sostenuto la battaglia congressuale.
Ti invio un allegato sul POLTRONISMO ( l’ho redatto con tanta rabbia in corpo, ma anche tanta consapevolezza) che ritengo sia ormai valore consolidato anche nella “CGIL che vogliamo”.
La tua risposta al ns ricorso credo sia nel solco di questa logica aberrante che non può concedere sconti a nessuno.
Piano piano tutto il dissenso interno verrà emarginato o espulso e rimarranno in CGIL i burocrati.
Se ne sta accorgendo la FIOM, se ne stanno rendendo conto molti delegati puliti che se ne vanno insieme a molti iscritti, in compenso i burocrati della “CGIL che vogliamo” si limitano ad esprimere preoccupazione, ma senza mollare nessuna posizione di potere..
Peccato che saranno i lavoratori a pagare il conto più pesante…..”
                                                                                Distinti  saluti 
                                                                                          DANILO  TOSARELLI

 

Il poltronismo è la disponibilità ad ogni compromesso pur di mantenere una poltrona.

E’ un difetto molto diffuso tra chi fa politica e/o sindacato di professione. E’ un difetto che crea gravi danni a chi si pretende di voler rappresentare e grandi vantaggi per se stessi.

Quella poltrona consente privilegi, agi, frequentazioni difficilmente riproducibili sul posto di lavoro.

Quella poltrona rappresenta uno status a cui non si è disposti a rinunciare.

Purtroppo è quasi sempre  in antitesi con un valore che ritengo importantissimo in un individuo e che si chiama COERENZA.

Credo che questo grave difetto sia oggi molto diffuso e sia un morbo molto difficile da estirpare.

Estirpare questo morbo significherebbe ridare un senso etico alla politica, ma anche alla rappresentanza.

Qualunque processo di vera moralizzazione non può prescindere dall’affrontare e risolvere con regole certe questa devianza sempre più inarrestabile. 

Il poltronismo è purtroppo presente anche nella CGIL che Vogliamo.

La costituzione dell’area a macchia di leopardo sul territorio nazionale non può avere altre spiegazioni.

Si tenta di sistemare il più possibile funzionari e dirigenti sindacali che a seguito dell’esito congressuale hanno perso la loro poltrona. E’ poco onesto negarlo ed è persino ridicolo il tentativo di voler dare a tutto ciò una valenza politico sindacale.

L’ultima lettera di Podda svela il segreto di Pulcinella

IL MIO RICORSO CGILultima modifica: 2011-08-02T00:55:00+02:00da iskra2010
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