Chiesa e liberazione dell’uomo. Dialogo con Pirola.

 

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From: Angelo Ruggeri

To: Giuseppe Pirola

Sent: Saturday, December 29, 2007 9:32 AM

Subject: L’escaton è nel senso tuo o no?

 

Il documento che ho ed a cui mi riferisco e che a Milano non ci siamo detti e quello in cui a partire dal problema delle radici cristiane dell’Europa, sottolineavi la diversità tra due codici di lettura: quella sbagliata del codice storiografico; e quella invece per cui le radici della chiesa non stanno nel passato storiografico della chiesa, ma nell’escaton o nel regno di dio annunciato alla comunità e affidato alla comunità cristiana da comunicare a tutti gli uomini del regno, di giustizia, carità, e quindi di pace, quindi liberazione e salvezza non solamente personale nel senso di interiore, spirituale ma comunitario comprensivo, dove l’escatologico avvenire è ad-viene al presente e non è un futuro che viene dopo il presente e non miticamente “dopo” la storia umana.

Cerco di capire se per la parte dottrinale e dogmatica dell’enciclica che rimette al centro i temi dell’escatologia, del “noi” che richiede l’esodo dal proprio “io”, contestando dall’interno il protestantesimo nel senso di una speranza che non può essere individualista ma comunitaria dove la vita vera si realizza nell’unione sostanziale con il noi popolo e in cui il fine del precetto è l’amore, dove il regno escatologico non è l’istituzione ma è la comunità (non solo culturale religiosa) escatologica che trasmette chi si trasmette a tutti nel compiersi della storia umana e dove quindi non è l’universalità ciò che conta e dove il punto di intersezione tra comunità escatologica e il mondo è la libertà, l’annuncio del regno di dio in cristo è rivolto alla libertà umana, sottoposto al giudizio ultimo non della chiesa ma di dio stesso, dicevi.

Ora cercavo di capire se va nel senso che dicevi tu, questo riporre al centro l’escatologia, e il tema della storia da parte di Ratzingher nella Spe Salvi, in modo tale da giungere ad elogiare persino “il progressismo che con Marx per la prima volta viene non dalla scienza ma da un politica scientifica che ha cercato di cambiare il mondo nel senso del bene, della salvezza e della verità dell’al di qua, indicando con esattezza come realizzare la rivoluzione e il rovesciamento della città dell’uomo” (Spe Salvi) anticipata da Marx e portata a sviluppo ultimo da Gramsci, “per cambiare la città dell’uomo” (Spe Salvi) e delle sue forme storico-istituzionali della questione sociale – tanto più aggravate dall’universalizzazione del libero mercato e del capitalismo -, anche se poi evidentemente dimentica che quella di Marx non è una ortodossia ma è. Appunto, una ortoprassia : Marx non ha scritto una dottrinetta , non è un Messia che abbia lasciato una sfilza di parabole gravide di imperativi categorici (scrive Gramsci) e quindi non detta precetti indiscutibili per le osterie o gli ordinamenti del tremila; perché “il marxismo, quello “vero e vivo” è “irriducibilmente ostile a ogni formula astratta, a ogni ricetta dottrinale (quale i menscevichi vorrebbero ridurre il marxismo con la loro dottrina rigida e libresca) Esso, diversamente da tutte le forme primitive di socialismo…non “inventa”, ma si limita a generalizzare e a organizzare le diverse forme e introduce la consapevolezza delle forme di lotta delle classi rivoluzionarie” che nascono nel processo storico” (Lenin.)

Dunque è nella processualità del movimento storico che si possono definire i nuovi ordinamenti, di cui Ratzingher dice “grandissimo nell’identificare scientificamente i rapporti e la natura della società e il modo come rivoluzionare non solo teoricamente ma anche praticamente col partito comunista il rovesciamento della città dell’uomo…ma Marx ha mancato di ideare i nuovi ordinamenti” successivi al rovesciamento Qui, pero, io identifico più che una responsabilità del Papa, quella di quei marxisti o marxiani o marziani – come usi dire tu – che hanno ridotto il marxismo ad economicismo (anzi ad economismo come lo definiva Gramsci criticandolo aspramente) occultando la teoria marxista critica dello stato e del diritto che nel proseguo dell’ortoprassia marxista Gramsci ha portato ai suoi massimi sviluppi con la teoria del partito che in effetti è una vera e propria teoria dello Stato e persino del diritto pubblico, che però Ratzingher non considera e non richiama SU QUESTO PUNTO, pur se senza nominarlo, nella Spe Salvi ha fatto almeno 15 citazioni di Gramsci (cosa per altro confermata da un prelato che ironizzando sulla “sinistra” che non conosce più Gramsci l’ha sfidata a rintracciare le numerose citazioni di Gramsci fatte nella Spe Salvi). Sicché sul “dopo aver fatto la rivoluzione”, si ferma a parlare solo del “povero Lenin” – quasi a giustificarlo – che ha fatto esattamente la rivoluzione, “ha compito il rovesciamento della città dell’uomo per il bene comune” ma si è trovato senza indicazioni per il nuovo mondo (Spe Salvi).

Insomma se la tua opinione è che tutto questo, dove non si parla del paradiso ma di una vita in dio che inizia sulla terra, ecc., supera o meno l’uomo ideologico e va nel senso dell’uomo storico, e se l’escato dell’enciclica va ed è un recupero nel senso che dicevi e se dopo aver “scomunicato” la teologia della liberazione per conto di Woytila, ora che non è più Ratzingher ma il papa, dialetizzandosi, per un verso, con Marx (e con i revisionisti francofortesi dimenticando gravemente Bloch) e, per un altro, dialettizzandosi con se stesso, non stia a voler quasi rispondere se non anche ad assumere la critica ad una chiesa istituzione e individualista e che dovrebbe viceversa contribuire a cambiare il mondo, fatta dalla teologia della liberazione.

Per altro in realtà per quelle parti viceversa citate e apoditticamente asseverate dai mass media come critica dell’illuminismo e del marxismo – spazzando via ogni possibile “reductio ad unum”, sia dei totalitarismi, cioè del comunismo al nazi-fascismo, sia del marxismo ai regimi dell’Est.

Una lezione per il revisionismo e per una filosofia “marxista”, che con teoria astratta e corporativismo teorico “fermano” e circoscrivono la teoria della storia (il marxismo) all’Ottobre e all’URSS. Per cui non attualizzano e fanno esercizi filologici su Gramsci, il teorico della storia (che l’ha studiata più di ogni altro, dopo Marx) che ha portato ai suoi ultimi e massimi sviluppi la teoria della storia. Nessuna “cosa” – vecchia o nuova –, dell’inverecondo bertinottismo epitome del serratismo pre-fascista, del verdismo Pecoraro e del nichi(li)sta Vendola senza una teoria della storia (il marxismo) e un teorico della storia come Gramsci, possono rispondere alcun che di verace o cogliere in fallo una vera teologia della storia come la “Spe salvi” e un teologo della storia come Ratzingher.Che sembra cerchino la verità nella storia, inseparabile dalla filosofia.

All’opposto di una politica che si separa da entrambe, morsa dalla tarantola di cancellare la storia, tutta la storia del 900, quindi le ragioni stesse della nascita della democrazia e dei partiti, le simbologie e le proprie radici teoriche che sono storiche e non si possono inventare, tanto che per questo tutte le forze della “sinistra” non sono ma divengono. Che divengono sempre ed eternamente un’altra “cosa”, un pole-puree elettoralistico di forze che lungo le aride pendici dei programmi di governo ha perduto la sua vocazione originaria e l’entusiasmo vigenti ed hanno ucciso non solo la speranza ma persino il desiderio. Ogni desiderio dell’uomo storico, concreto, sfruttato, dominato, che non è uomo per cause storiche da indagare e rivoluzionare. Con implicazioni che investono in pieno la subornazione ideologica c.d. “autonomia del politico”.

Un “politico” di quotidiana “buaggine”, direbbe Gramsci; una politica non più pensata scientificamente, che sa riconoscere la struttura delle storia e della società” come riconosce la Spe salvi a Marx: una politica, appunto, che oggi viene cancellata, vilipesa da tutti: e che è caduta così in basso, nella forma e nei contenuti, che una Rossanda ha parlato come un montanaro Nordista o di Gemonio: “ehi” – ha detto – “non facciamoci tanti scrupoli, è partita la “cosa” e “non facciano gli schizzinosi quelli che non sono venuti” all’occhettiana  “cosa” dell’Arcobaleno rosso-verde-gialla (da mani nei capelli).

Decisiva per il significato complessivo dell’enciclica mi pare la parte dogmatica e dottrinale. Ma il filosofo sembra vero e quindi, il tema della storia, cioè della realtà effettuale, è centrale, essendo inseparabile dalla filosofia così come lo è dalla scienza, come invece e all’opposto fanno i Tui o tellettual-in come Brecht chiamava certi intellettuali marxisti e fa la politica senza senza speranza perchè è senza un fine, tantomeno dell’uomo, incapace non solo di andare oltre il fine del movimento storico ma persino oltre il fine del governo.

 

From: Giuseppe Pirola

To: Angelo Ruggeri

Sent: Saturday, December 29, 2007

Subject: Re: L’escaton è nel senso tuo o no?

 

Pirola: “La missione della Chiesa e il Regno di Dio è la reale liberazione degli uomini da ogni male. E fin quando il processo di liberazione dell’uomo è e resta incompiuto non si può ridurre Marx a un ideologo della prima rivoluzione industriale, in quanto il marxismo pensa all’uomo e al mondo concreto non con i piedi per aria, è filosofia della prassi, ortoprassia per la reale liberazione e critica di un processo storico a cui aderisce e si rinnova seguendo i processi storico in corso” (nessuno nella c.d. “sinistra” potrebbe dire meglio, neanche chi fa della filologia marxista, o fa l’esegeta delle parole di Marx e un marxismo letterario anziché il marxismo politico sociale, cadenzato sulla critica del processo storico – e dell’economia e del diritto dello stato – a cui aderisce e applicandolo ai processi storici che sono oggi in corso – n.d.r)

 

 

Caro Angelo, comincio a rispondere chiarendo il mio punto di vista su qualche concetto:

1. l’oggetto della fede cristiana è la storia di salvezza o meglio con san Paolo di liberazione degli uomini dal peccato originale, cioè dalle condizione storiche dell’esistenza umana che fin dalle prime pagine della Bibbia sono: il lavoro nelle sue due facce di fatica necessaria per sopravvivere e distruttiva progressivamente della vita (Adamo); il rapporto uomo-donna che diventa il gioco tragico tra dominio maschile e concupiscenza femminile; e la maternità che è trasmissione della vita e perdita progressiva della propria (Eva); infine l’origine dell’uomo dalla terra ( argilla del.. vasaio+soffio divino) che diventa destino ultimo insuperabile nel processo storico, o destino di morte finale. (lavoro, differenza sessuale, morte, tre dimensioni non astratte dell’esistenza umana).

NB: I primi capitoli (2-3) della Bibbia non narrano l’origine del mondo fisico, ma l’origine della condizione umana nella sua tragicità che diventa scandalo, impossibilità di credere che l’uomo vive in un mondo creato da Dio che ama l’uomo e non da un Dio geloso della libertà umana come suggerisce il serpente. Quanto dico – e i preti nè lo dicono nè lo sanno- è dottrina approvata dall’ex Sant’ Uuffizio quando Ratzinger lo presiedeva.

2.Questa condizione umana tragica su quattro fronti è conseguenza del peccato originale o di idolatria o di un Dio contraffatto ( il dio geloso della libertà umana) che apre un problema unico, ove le due nozioni stanno o cascano insieme e cioè Dio e libertà umana il cui rapporto identificato dice quale sia il vero Dio e quale sia la vera libertà umana.

La libertà umana è il risultato di un processo storico aperto ancora oggi che è liberazione dalla condizione umana detta che prende inizio dalla promessa vittoria sul serpente del figlio della donna; lo sviluppo della storia continua con la vocazione di Abramo e dei patriarchi, la loro fede ( elezione divina e eliminazione dell’ idolatria dal popolo ebraico, che mai poi sarà idolatra, anche se casca e ricasca in essa), le gesta di liberazione del popolo ebraico d’Egitto dalla schiavitù economico- politica: facevano i mattoni; l’alleanza nel deserto tra popolo ebraico liberato da Dio e fatto suo popolo libero (senza sovrani tranne Dio), ingresso nella terra d’Israele, monarchia ebraica con tutta la storia seguente ove la caduta di re nell’idolatria porta a nuova schiavitù il popolo ebraico, finita nell’esilio babilonese e la promessa profetica del Messia Liberatore, il Messia che si compie in Cristo Gesù che estende a tutta l’umanità l’elezione divina del popolo ebraico, e annuncia il Regno escatologico o il compimento del processo di liberazione umana che coincide con la piena rivelazione di Dio finale.

NB. Papa Ratzinger finora non ha ancora chiarito, cioè non ha detto esplicitamente che: Cristo ha annunciato il regno, e ha costituito in prima battuta non la Chiesa ma la comunità cristiana cui ciascuno accede mediante i sacramenti e dunque per opera di Cristo stesso, affidandole la sua missione che la comunità deve promuovere, la liberazione degli uomini dalla condizione umana detta sopra; la gerarchia o istituzione gerarchica non è escatologica ma provvisoria e solo temporale, per guidare la comunità nell’esercizio della missione di Cristo qui in terra.

La Chiesa non annuncia sè stessa, i suoi problemi interni, non opera per la sua diffusione, non è auto- ma eteroreferenziale o aggrega gli uomini al regno, in cui Cristo libera gli uomini nel tempo della Troia umana.

Quindi aspettiamo ancora che Ratzinger dica chiaro che la missione fondamentale della Chiesa è il venire in terra del Regno di Dio, la reale liberazione degli uomini da ogni male; che l’istituzione è fenomeno secondario e quale sia il suo compito, portando avanti il processo aperto dal Concilio; infine che la proposta del regno e la risposta alla proposta sono libere, evitando la proposizione autoritativa di verità, contraria alla libertà dell’assenso. Insomma. L’ultima enciclica Spe Salvi fa passi avanti (ma Pirola dirà di piu nei seminari mensili che tenevamo come rivista, dirà che “la Spe Salvi è certamente una svolta notazione scritta nel quaderno appunti dei seminari) , ma a mio parere, segnati ancora da.. freni e titubanze. In altre parole: c’è una teologia della liberazione ( Gutierrez) da filtrare e proseguire..

Capirai perché come ben sai dal tempo in cui venni al dibattito con te e che avevi organizzato come PCI su “cattolici e comunisti” (c’erano anche Chiarante, il vaticanista dell’Unità, Santini, e Petruccioli e Mussi: questi ultimi due all’opposto di Chiarante oggi rinnegano tutto…) il dialogo serio tra cattolici (di una volta) e marxisti(di una volta) è stato possibile soprattutto quando ci siamo chiariti sulla critica di Marx alla religione, troppo in fretta e confusamente battezzata ateismo (borghese? No, vero?)

Ora i marxisti sono spariti, non sanno (anche il papa però) che l’opera di Marx è Critica del capitale, del diritto e dello stato (borghese) non è teoria generale di… perché è filosofia della prassi che libera il mondo, ortoprassia perché libera la filosofia dall’ideologia e quindi pensa il mondo concreto non con i piedi per aria (come l’uomo astratto quindi ideologico di cui abbiamo rilevato essere quello che “narrano” il Vendola e tanta “sinistra”, che è l’opposto dell’uomo concreto di Marx), cambiando i cieli dell’astrazione e la testa dell’uomo sulla terra dove né cammina ne cambia nulla.

E non sanno che è la critica di un processo storico che aderisce e si rinnova seguendo i processi storici in corso.

Niente l’eterno Marx, ha detto tutto una volta per sempre; ma appunto con Gramsci, con Bloch, ecc. (il capitalismo trasforma l’organizzazione sociale del lavoro, con la trasformazione scientifico-tecnica, che non riguarda solo la conoscenza della natura o delle risorse sfruttabili e dei mezzi e modi di produzione, ma la scienza dell’organizzazione della società, del diritto, dello Stato ecc. per conservarsi cambiando: bisogna che tutto cambi affinché nulla cambi ) che il papa tedesco (che pure ha fatto una svolta e passi in avanti con la Spe Salvi) non conosce ancora a sufficienza;

Perché anche se il Papa fa una revisione critica della passata posizione assunta dalla Chiesa nei confronti di Marx e del marxismo, fino a quando il processo storico reale di liberazione dell’uomo sulla terra è incompiuto non si può ridurre Marx a un ideologo della prima rivoluzione industriale, e bisognerà pensare alla globalizzazione economica (finché c’è spazio mondiale di sfruttamento c’è spazio di sopravvivenza del capitalismo ecc..).

Ma dove sono ormai i marxisti meglio i marxiani, con cui ho lavorato una vita? Figure esemplari di uomini tanto onesti quanto poveri per sobrietà di vita…Sono diventati tutti.. cardinali.. Sedie e non idee proprie e critiche. Il programma di destra ve lo facciamo noi, i prodi di… Prodi. Che compagnia né di Gesù, né di Marx… Ma noi non molliamo, vero? Continua a tenere duro.

Ciao e buon lavoro e buon Anno.

Giuseppe Pirola s.j. 

Chiesa e liberazione dell’uomo. Dialogo con Pirola.ultima modifica: 2011-11-05T08:22:00+01:00da iskra2010
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