La spada di Damocle del Bilancio in Costituzione

 

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di Angelo Ruggeri

Sovvertire  la Costituzione agli artt. 81-100-117-119, per inserire il pareggio di bilanciosignifica subordinaregli investimenti sociali e l’economicità pubblica  al mercato e all’economicità privata delle Società anonime per azione bancarie e industriali: é una speciale manna per speculatori ed investitori dei capitalismi finanziari anonimi (espressione Papale) che esercitano i poteri di vertice dei vari Paesi, tramite e senza alcuna legittimazione elettorale dei “tecnici finanziari” ed “esperti monetari” come Mario Monti

 

FINO A CHE PUNTO Può SPINGERSI IL PARADOSSO DELL’ACCANIMENTO NEOLIBIRISTA IN RISPOSTA ALLA CRISI DEL NEOLIBERISMO STESSO?

 

Se oggi, intervistata sul Fatto da sponde opposte alla nostra, pure la “liberale” Barbara Spinelli dice che le misure UE-tedesca ricordano quelle che a Versailles si imposero alla Germania, vuol dire che c’è un fondamento e che comunque non siamo i soli a pensare quanto già scritto nell’articolo Marxisti ratzingheriani? Il Trilater Monti e l’incultura tra giornalismo e politicadell’11 novembre 2011 in particolare nel  MAISCOLETTO:

LE POLITICHE ECONOMICHE E ISTITUZIONALI NEO-IPER-LIBERISTE, PUR SE SI SONO DIMOSTRATE FALLIMENTARI,  SONO LE STESSE CHE SI CONTINUA A VOLER IMPORRE SIA ALL’ITALIA, SCEGLIENDO PER QUESTO MARIO MONTI, E ALL’EUROPA INTERA, POLITICHE CHE RICORDANO QUELLE CHE DOPO LA PRIMA GUERRA MONDIALE A VERSAILLES FUORNO IMPOSTE ALLA GERMANIA ALIMENTANDO L’INSORGENZA REAZIONARIA NAZISTA E LE CONSEGUENZE CHE CONOSCIAMO”. Sappiamo come andò a finire.


Sia che sia o non sia, nei suoi tempi di attuazione, quanto abbiamo detto in “Gatta Monti ci cova”, resta certo che, da oltre due anni ad oggi, quella che si segue è la strategia volta al massacro sociale e massacro delle forme istituzioni e residue della democrazia già ridotta ad essere solo “formale” (specie da Maastricht in poi) e non più anche “sostanziale” come prevede la nostra Costituzione.                                                                                                                 La strategia che, gli stessi che hanno provocato la crisi, portano avanti con “politiche shock” e che non è solo la conferma e riprova che, storicamente, “la borghesia non sa rispondere alle crisi se non provocando crisi sempre più generalizzate, più distruttive e riducendo i mezzi necessari per prevenirle“, come ha tempestivamente osservato Marx ed è sotto i nostri occhi: – dai “rimedi” tatcheriani contro le crisi degli anni 80 e 90 che hanno portato a quella più distruttiva del 2007 ed i cui rimedi hanno ridotto i mezzi per quella attuale e per prevenire quella del 2012-2014.

 

Negli orizzonti di breve periodo delle mosche politiche del capitale e dei Papa del capitalismo finanziario, tale strategia mira ad evitare e non dare tempo a qualsiasi revisione dottrinale – come la crisi imporrebbe – della dottrina liberale e della “globalizzazione” del capitalismo finanziario industrial-bancario, LA CUI CRISI, oltre ad essere impietosa con tutto il sistema sociale e specialmente con i vari proletariati e con il ceto medio proletarizzato (da cui come in passato può venire – e usato per – una reazione reazionaria invece che di rivoluzione democratica se non si saprà dar luogo ad antitesi democraticaa-sociale e socialista), METTE A NUDO le mistificazioni teoriche politiche di tutte le lobbies di cosiddetto centrosinistra ma anche l’assurdità delle pseudo sinistre cosiddette alternative: CHE, RINUNCIANDO AI PRICIPI DEL MATERIALSIMO STORICO, HANNO ABBANDONATO LE LOTTE CONTRO L’IMPERIALISMO DEL CAPITALE FINANZIARIO, si sono accomodate nelle nicchie del potere dominante per unirsi alle rivendicazioni dei diritti civili individuali di un radicalismo che, anche quando di massa di alcuni movimenti, é succube del potere sociale dei meccanismi istituzionali ed economici trasnazionali  gestiti, appunto, dai vari “tecnici” tipo il Trilateral Monti.

 

Mirano ad evitare le politiche del c.d. turbo-capitalismo perseguite in questo “ventennio(quale fu definito il fascismo) ed, anzi, per una forte riaffermazione di ciò che ha clamorosamente fallito.

 

Di cui “la riduzione dei deficit” – veicolo comune della c.d. “politica dei redditi” cioè per il reddito dell’1% contro il 99% dei governi di sinistra e destra – ha logicamente dato luogo al prevedibile, e da pochi previsto, fallimento (come sarà di quelle attuali) delle politiche di austerità da cui oggi come un ossimoro con un ossimoro si deduce l’assoluta necessità apodittica di istituzionalizzarle e costituzionalizzarle.

 

Come,  e per l’appunto, dando un altro colpo alla Costituzione– dopo quello del Decreto “Roma capitale” – intende fare il nostro governo modificando-sovvertendo la nostra Carta negli ARTICOLI 81-100-117-119, per introdurre il principio del pareggio di bilancio che, viceversa, per volontà dei Costituenti non è stato messo nei nostri Principi Fondamentali.   

Che sarebbe, come e peggio, che costituzionalizzare la legge Finanziaria che è la prima Legge da abolire,se non a chiacchiera ma davvero si vuole una politica non subordinata all’economia degli interessi corporativi privati, bensì finalizzata all’interesse generale con una economicità pubblica(che risponde al principio inderogabile del “debbo farlo e quindi reperisco obbligatoriamente le risorse necessarie per le funzioni pubbliche e sociali) che èl’opposto dell’economicità privata (faccio solo se ho le risorse – e un profitto, altrimenti non faccio nulla).

 

In tal modo il governo del Trilateral e del Presidente, non solo non tiene conto neanche di quello che diceva persino il Governatore di Bankitalia Baffi: “conta il come ci si indebita se si va in deficit perché si fanno investimenti sociali, economici, strutturali, ecc. è persino un bene, perché  questi poi pagheranno anche il debito“, specie per questo, con accuse dimostratesi false e mettere al suo posto Calvi, che è stato “fatto fuori”,con una calunnia inventata da poteri occulti e oscuri che contempraneamente sull’altra sponda del Tevere vedevano K. Woityla prendere il posto di PAPA LUCIANI CHE AVEVA OSATO ENTRARE IN CONFLITTO CON MARCINKUS E LA GESTIONE DELLA FINANZA VATICANA. ARRIVANDO Papa Luciani A DIRE CHE UN VESCOVO (e forse chiunque si dica cattolico) NON PUO’ E NON DEVE GESTIRE UNA BANCA.

Il che getta quanto meno ombra e sospetto sull’afflato della CEI di Bagnasco  col governo Monti-Passera (benedetto da Barzini il c.d. “banchieri di Dio”, che decise Lui al tempo di Ruini, che Prodi sarebbe stato il candidato del centrosinistra) cioè proprio due capi-esponenti dei capitalismi finanziari anonimi che il Papa ha denunciato come mai nessuno prima di lui. Gatta ci cova anche qui, nel caso a favore delle Compagnie degli affari altrimenti dette delle Opere ed in particolare di quelle di C.L.  “liberata” dall’argine di un Cardinal Tettamanzi.

   

Sempre in tal modo, soprattutto non si storicizza il debito italiano che negli anni ‘80 servì per la corruzione e le clientele ma che negli anni 70 fu dovuto, giustamente, per investimenti sociali volti a risarcire (almeno in parte) gli strati sociali più deboli e i lavoratori che erano stati espropriati della ricchezza che gli spettava e da essi stessi prodotta.                                                                      Ed e’ per BLOCCARE E PORRE TERMINE AI RISARCIMENTI ED INVESTIMENTI SOCIALI degli anni 70 CHE FU INTRODOTTA LA FINANZIARIA: non a caso istituita alla fine dei settanta, nel gennaio del 1979 (col collaborazionismo di Napolitano) per porre un tetto preventivo agli investimenti nelle funzioni pubbliche economiche e sociali obbligatorie e della spesa sociale, con la quale Legge Finanziaria si affossò la prima e unica riforma democratica amministrativa dello stato italiano, cioè la Riforma Sanitaria che, appena approvata (dicembre 78), la finanziaria privò dei fondi necessari per attuarla e cambiare, come prevedeva, il sistema ospedalocentrico,  vigente dalla riforma ospedaliera dell’ottocento  e che così vige ancora oggi.

 

La beatificazione costituzionale dell’equilibrio di bilancio – a parte della scelta anticostituzionale del governo- oltre a subordinare gli investimenti sociali ed in ogni campo all’economia privata di mercato e’ una speciale manna per speculatori ed investitori delle società anonime per azione, i quali non avranno da temere più le esitazioni o interrogazioni parlamentari in merito alla possibilità di rivedere il Bilancio di fronte alle crisi, dato la spada di Damocle calerà automaticamente sulle spese sociali ed economiche quella di investimento.

 

Nel mentre si afferma pomposamente che “se non si affrontano con vigore il deficit e il debito si metterebbe in discussione la nostra capacità di preservare un regime solido di protezione sociale e di libertà degli eletti di determinare la politica nazionale autonomamente dai mercati“, DA QUI SI deduce e si ARRIVA A CONCEPIRE LA DISTRUZIONE DELLA SPESA SOCIALE E A NEGARE OGNI POSSIBILITA’ DI SCELTA AUTONOMA – per le necessità nazionali di vario ordine – DELLE DI LEGGI DI FINANZA PUBBLICA.                                                         

In quanto il quadro in cui si potrà agire viene ad essere rigorosamente non solo limitato e determinato da leggi organiche di finanza pubblica (previste dal Patto per l’Euro) che fissano obiettivi imperativi di equilibrio da conseguire entro un certo periodo (il 2013 dice il ventriloquo di sarkomerkel, Mario Monti) ma viene persino fissato nella Costituzione, per una eterna sudditanza delle politiche di sviluppo a quelle di bilancio recessive e di smantellamento di ogni sicurezza sociale(già minima com’è in un sistema capitalistico) e per di più dicendo di farlo “per salvaguardare il nostro modello sociale”.

 

E’ in tale logica di smantellamento graduale e programmato che si inserisce anche l’annunciata e c.d. “riforma delle pensioni” NONOSTANTE CHE IL SISTEMA PENSIONISTICO ITALIANO “E’ FRA I PIU SOSTENIBILI IN EUROPA” E CHE L’ETA’ DI USCITA E’ SUPERIORE A QUELLA PREVISTA IN FRANCIA E IN GERMANIA. Già pronta dice il ministro Fornero: secondo le sue idee da sempre sostenute, non già solo di un aumento dell’età pensionabile ma – come abbiamo ieri scritto  UNA GENERALIZZAZIONE DEL SISTEMA DI CALCOLO CONTRIBUTIVO, che riduce drasticamente la copertura pensionistica per favorire il RICORSO ALLE ASSICURAZIONI PIRVATE.

Ed in più  una revisione delle aliquote previdenziali: invece di diminuire – o fingendo di farlo in minima misura – quelle dei lavoratori dipendenti (33% del salario lordo) portando tutti gli altri alla loro percentuale (oggi del 20-21% per i lavoratori autonomi e 27,7% per i parasubordinati). 

Indi intervenendo sul MERCATO DEL LAVORO, che fino alla seconda metà anni ‘80 era inscindibile dall’economia, perché non esiste la possibilità di una politica per l’occupazione e il lavoro separabile dall’economia, ma, da quando il mercato del lavoro viene inteso come cosa a sé, separato dalla politica economica – per cui persino le pagine di giornale che erano “lavoro ed economia” sono diventate pagine diverse dove, da una parte si parla di lavoro, e dall’altra giornalisticamente – le politiche del mercato del lavoro sono state rese e sono solo un residuo subordinato dell’economia che produce conseguenze e guasti ad opera di privati, la cui riparazione viene lasciata a sindacati e al pubblico, che, con pezze inefficaci, “aggiustano” in modo del tutto subordinato un mercato del lavoro  determinato da ciò che vogliono il potere determinante delle imprese capitalistiche, senza alcuna vera possibilità di risolvere la situazione: tanto che è andata peggiorando drammaticamente con la molteplicità di lavori e giungla di contratti dei lavoratori bianchi e colorati ricattati e supersfruttati come ben si sa. Ed è in tal quadro che il governo Monti-Passera INTENDE RIFARSI ALLA FLEXSECURITY (di Ichino detto la mosca cocchiera del capitale) ISPIRATA al MODELLO DANESE: IL PAESE CHE NEL MONDO HA IL MAGGIOR NUMERO DI SUICIDI DI LAVORATORI, di cui abbiamo detto precedentemente.

La spada di Damocle del Bilancio in Costituzioneultima modifica: 2011-12-11T08:21:00+01:00da iskra2010
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