PER NON PAGARE LA CRISI

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Circolo Prc “A. Tognetti” via Pietrasantina, 105 – Pisa

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 “Meno male che la popolazione non capisce il nostro sistema bancario e monetario, perché se lo capisse, credo che prima di domani scoppierebbe una rivoluzione”.    Henry Ford 

Il nuovo governo Monti – da nessuno votato ma sostenuto da Napolitano, dalla Chiesa, da tutti i partiti e dalla finta opposizione leghista – è nato su ricetta della Trilaterale che governa la Banca Centrale Europea, con lo scopo di alimentare una politica recessiva pilotando lo scontro globale tra capitalisti, ma nel contempo approfitta delle paure sorte con la crisi per distruggere le conquiste sociali dei lavoratori, e avere così le mani libere per ridisegnare il futuro dell’intera Europa.

Per realizzare tali obiettivi Monti ha varato una manovra “lacrime e sangue” per le classi più deboli: tagli a pensioni, agli stipendi, allo stato sociale, ai diritti costituzionali sul lavoro, reintroduzione dell’Ici sulla prima casa, ecc. Hanno bisogno di soldi per la loro guerra economica interna.

Una manovra recessiva mascherata dai media compiacenti come una necessità che peggiorerà la condizione generale della nostra popolazione, e alimenterà risposte corporative nazifasciste come quelle della Lega. Questa operazione consente ai capitalisti al vertice della Trilaterale e della BCE di rapinare i soldi versati dai lavoratori con le tasse e trasferirli direttamente nelle loro tasche. Come faranno? Con la scusa del debito si prenderanno i fondi dell’INPS – 27 miliardi di euro di attivo – e ciò che rimane delle Partecipazioni statali, dei beni del Demanio, i beni artistici, la scuola, l’università, i centri di ricerca, le case di tutti coloro che non potranno pagare i mutui e le piccole imprese produttive ma indebitate.

Per questa ragione nella manovra non hanno toccato i grandi patrimoni, che dovranno, rubando, diventare ancora più grandi.

La crisi non può essere risolta nell’ambito di un sistema economico capitalistico e all’interno dei suoi risvolti monetari. La crisi è il portato della logica della concorrenza e dello sfruttamento dei lavoratori, i due fattori base del capitalismo e di ogni periodica crisi.

La produzione è funzionale alla competizione tra capitalisti e non ai bisogni delle persone. Per questa ragione i capitalisti danno un salario ai lavoratori, che ha un valore inferiore alla ricchezza da loro prodotta in una giornata, corrispondente al valore dei lavoratori nel mercato. L’uomo trasformato in una merce: pagato 100 euro ma che ha prodotto per 100.000, i capitalisti gli rubano 99.900. E se l’ammontare dei salari e degli stipendi dei lavoratori non è in grado di acquistare quel surplus prodotto, il sistema capitalistico entra in crisi di sovrapproduzione.

In questo sistema il denaro, infatti, ha una funzione se esistono in corrispondenza beni di cui esso è un tramite, beni concreti e servizi che hanno un valore grazie al fatto che in essi è incorporato il lavoro umano. Ma se la moneta circolante supera il valore dei beni materiali esistenti ciò significa che quel denaro in più non ha valore reale… e se i partiti di una nazione accettano che quel surplus monetario diventi debito di uno Stato allora le banche centrali incorporeranno la forza dello Stato grazie all’espropriazione dei beni sociali e di quelli dei singoli cittadini.

Le “avide” mani dei capitalisti inoltre speculano sui debiti pubblici (italiano e greco) acquistando titoli a forti interessi (ad alto spread: differenziale). Italia e Grecia, hanno perso sovranità e le Costituzioni, sono state di commissariate rispettivamente da Monti e  Papademos, due “insigni rappresentanti” della Commissione Trilaterale – fondata da BANCHIERI e MASSONI (David Rockfeller) con lo scopo di instaurare UN NUOVO ORDINE MONDIALE basato sulla grande finanza – . Questo sta avvenendo in ultima analisi!

Il capitalismo vuol vivere di rendita, investe non tanto per allargare la produzione quanto per aumentare i capitali: il capitalismo è “putrescente”. Le banche centrali sono diventate un freno allo sviluppo: esose come gli usurai, la loro utilità sociale è diventata inversamente proporzionale alla loro grandezza, infatti stanno tagliando fuori dal circuito del credito nazionale le piccole imprese.

 “Fin dalla nascita le grandi banche agghindate di denominazioni nazionali non sono state altro che società di speculatori privati che si affiancavano ai governi e, grazie ai privilegi ottenuti, erano in grado di anticipare loro denaro. Quindi l’accumularsi del debito pubblico non ha misura più infallibile del progressivo salire delle azioni di queste banche, il cui pieno sviluppo risale alla fondazione della Banca d’Inghilterra (1694). La banca d’Inghilterra cominciò col prestare il suo denaro al Governo all’otto per cento; contemporaneamente era autorizzata dal Parlamento a battere moneta con lo stesso capitale, tornando a prestarlo un’altra volta al pubblico in forma di banconote. Non ci volle molto tempo perchè questa moneta di credito fabbricata dalla Banca d’Inghilterra stessa diventasse la moneta nella quale la Banca faceva prestiti allo Stato e pagava per conto dello Stato gli interessi del debito pubblico. Non bastava però che la Banca desse una mano per aver restituito di più con l’altra, ma, proprio mentre riceveva, rimaneva creditrice perpetua della Nazione fino all’ultimo centesimo che aveva dato.

Mentre le sue banconote hanno credito unicamente per il fatto di essere garantite dallo Stato, essa si fa pagare dallo Stato e quindi dal pubblico, sulla forma di interessi sui prestiti, per il potere che lo Stato le conferisce di convertire questi stessi biglietti di carta in denaro e darli poi in prestito allo Stato!”. Karl Marx – Il Capitale, Libro I

NO ALLA GRANDE TRUFFA DELLA GRANDE FINANZA!

PER NON PAGARE LA CRISI:

RICOSTRUZIONE DEL PARTITO COMUNISTA E DELL’INTERNAZIONALE PROLETARIA

RILANCIARE LA COSTITUZIONE DEL 1948

ABOLIRE IL SISTEMA ELETTORALE MAGGIORITARIO

REINTRODURRE IL PROPORZIONALE PURO

PROGRAMMAZIONE ECONOMICA

NAZIONALIZZAZIONE E SOCIALIZZAZIONE DELLE BANCHE E DELLE MULTINAZIONALI COME LA FIAT

PER NON PAGARE LA CRISIultima modifica: 2011-12-11T11:36:00+01:00da iskra2010
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