Mauro Giuseppe Sergio Pantaleo Giuliani (Bisceglie 27/7/1781 – Napoli 7-8/5/1829)

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di Massimo Montella *

Chi non ha, almeno una volta, provato a toccare le corde di una chitarra e immedesimarsi in Segovia? Forse pochi sanno che l’elevazione della chitarra a strumento non più utilizzato solo per le serenate o nelle feste danzanti o nelle osterie, ma con un ruolo ben preciso e definito, non più di solo accompagnamento quindi, ma anche ben più importante di solista fu per opera di questo illustre pugliese Mauro Giuliani.“Giuliani il Paganini della chitarra” così veniva definito da una rivista londinese, in una città che non visitò mai, The Giulianiad qualche anno dopo la sua morte, ma procediamo con ordine. La madre quarantunenne diede alla luce il quinto figlio, cosa insolita per allora, e l’anno dopo si trasferì a Barletta città con un fiorente commercio di grano col Regno di Napoli. La famiglia, discretamente agiata, potè dare istruzione musicale a Mauro ed al fratello maggiore Nicola grazie al promesso sposo della sorella maggiore, un napoletano violoncellista e chitarrista di nome Gaetano Stefano Raffaele Lucci. Incoraggiato sia dal fatto che Nicola  era diventato Maestro di Cappella a S:Pietroburgo e forse perché in Italia era divenuta terra di melodramma e poco incline alla musica strumentale, lasciò dopo vent’anni a Barletta lasciò moglie coi due figli e si trasferì nell’autunno del 1806 a Vienna con le migliori intenzioni.  La scelta si rivelò azzeccatissima in quel momento Vienna era capitale della musica e la fortuna subito arrise al giovane musicista pugliese inserendolo negli ambienti danarosi e importanti della città. A soli due anni dal suo arrivo, nell’aprile del 1808, eseguì il suo Concerto n.1 per chitarra e orchestra op.30 in la maggiore al Burgtheater dividendo la scena con il grande Beethoven che talvolta amava andare ai suoi concerti ed ebbe toni di apprezzamento per lui. Era così ben considerato e introdotto negli ambienti importanti, grazie anche al suo “savoir faire”, che il suo Metodo per chitarra fu pagato nel 1812 da Domenico Artaria per pubblicarlo ben 600 fiorini, cifra che Beethoven riuscì ad ottenere solo 12 anni dopo da Sclesinger per la Nona Sinfonia. Ebbe allievi e dedicatari delle sue opere illustri come tre arciduchi d’Asburgo e la moglie di Napoleone Maria Luigia d’Asburgo, Imperatrice dei Francesi, Duchessa di Parma e Piacenza che lo nominò Virtuoso Onorario di Camera e forse anche Cavaliere del Giglio. Ma il successo bisogna saperlo gestire altrimenti travolge e così capitò al nostro Mauro che ebbe molte amanti, figli illegittimi, si separò dalla moglie, si riempì di debiti e dovette scappare frettolosamente da Vienna nell’estate del 1819 per tornare in Italia: a Roma prima e a Napoli dopo e non furono anni facili i primi del rientro. Dovette operare dei profondi cambiamenti nel suo modo di suonare e scrivere la musica adattandola al mondo dell’opera essendo l’Italia prerisorgimentale ancora isolata dal punto di vista culturale da quell’Europa tanto vivace e dinamica che Mauro amava. Nacquero così le Rossiniane e i sei Pot-pourris ispirati a Rossini da cui ebbe gli spartiti, essendone diventato amico a Roma insieme a Nicolò Paganini nell’inverno del 1821 e pare che formassero un leggendario “Triumvirato musicale”.Ormai malato e in solitudine la morte lo colse in povertà a Napoli nella notte tra il 7 e l’8 maggio 1829  Andate sul link http://www.youtube.com/watch?v=koAmforNr0s&feature=related per poter apprezzare la semplicità e l’eleganza nonché il virtuosismo raggiunto nel concerto n.1 già citato, il 3° movimento Allegretto alla polacca. Suonato dal bravo Armin Egger con la Taipei Century Symphony Orchestra.

* Consigliere di Ecopolis

Mauro Giuseppe Sergio Pantaleo Giuliani (Bisceglie 27/7/1781 – Napoli 7-8/5/1829)ultima modifica: 2012-01-22T09:00:00+01:00da iskra2010
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