Insider sulle Torri… prima puntata – La vera storia dell’11 settembre 2001

INSIDER SULLE TORRI GEMELLE

Cia ed Fbi “attivi” nella strage delle Twin Towers. Non solo non hanno indagato, ma sono stati protagonisti dell’insider trading di azioni delle due compagnie aeeree Usa. Lo documenta il j’accuse di Imposimato appena approdato alla Corte dell’Aja.

di Ferdinando Imposimato [ 15/02/2012]

Cia e Fbi conoscevano il giorno preciso dell’attacco alle Torri Gemelle. Nell’indagine sull’11 settembre la prudenza e’ d’obbligo; occorre evitare di passare da una verita’ intrisa di menzogne o da assenza di verita’, a una verita’ scarsamente dimostrata, specie quando la ricerca storica richiede anche l’aiuto della scienza per accertare la dinamica degli eventi riguardo al crollo delle tre torri e alla successione dei fatti dell’11 settembre. Ma occorre anche evitare l’errore opposto, quello di pretendere prove matematiche, assolute, granitiche, per dimostrare un fatto. La verita’ storica non e’ semplice, non e’ schematica, e non e’ sempre logica. Lo hanno dimostrato con grande acume i testimoni che abbiamo sentito in quattro giorni densi e fruttuosi a Toronto, in Canada, alla Ryerson University nei primi giorni di settembre 2011. Esistono verita’ incredibli secondo la logica comune, ma non per questo meno reali. La verita’ non e’ facile, perche’ la realta’, la vita, gli uomini e i loro disegni non sono semplici. Non tenere conto della complessita’ della vita puo’ solo significare rifiuto della verita’.
Certo non possiamo contentarci delle opinioni o dei teoremi astratti. Ma non possiamo chiudere gli occhi di fronte a una verita’ che contraddice e demolisce completamente quella ufficiale, che ci e’ stata consegnata dalle autorita’ statunitensi. La verita’ emersa a Toronto si basa sulle audizioni (hearings) che si integrano perfettamente con le ricerche fatte da altri investigatori attraverso indagini giornalistiche o storiche, di cui pure bisogna tenere conto, in aggiunta a quelle importanti dei testimoni sentiti. Occorre mettere i fatti e le analisi dei testimoni in rapporto con altri avvenimenti storicamente provati, cercando di coglierme i nessi.
Le ricerche accurate di storici di ogni continente, che hanno raccolto dati obiettivi e veritieri, le dichiarazioni di testimoni diretti, le inchieste di coraggiosi giornalisti sui segnali ignorati e sul grave ed eloquente fenomeno dell’insider trading commesso alla vigilia dell’11 settembre, le relazioni di leali servitori della legge che segnalarono il pericolo incombente dell’attacco, i documenti acquisiti, hanno portato, se non alla certezza assoluta, ad una verita’ molto probabile. Una verita’ che consente di guardare oltre i depistaggi, i silenzi, le omerta’ usati spesso per coprire la ragion di Stato, che e’ ragione dell’antistato. In nome della pretesa ragion di Stato, sull’11 settembre si e’ impedita la verita’ storica.

LE PROVE
Dall’analisi delle transazioni finanziarie eseguite prima del 9 settembre 2001 si ricavano indicazioni in possesso della Cia e dell’Fbi sul momento preciso in cui sarebbe stato attuato l’attacco. Una dimostrazione scientifica dell’insider trading, negata dalla Commissione sull’11 settembre, viene dal professore americano Paul Zarembka, docente di economia politica all’Universita’ di New York, testimone ed esperto al Toronto Hearings. Zarembka ha riferito alla giuria che subito dopo l’11 settembre molte pubblicazioni indicarono la probabilita’ di “insider trading” commesso prima dell’attacco alle Torri, mettendo in evidenza le opzioni di acquisto che c’erano state delle azioni di United Airlines e American Airlines, le due linee dei quattro aerei usati quel giorno. L’insider trading e’ un delitto che consiste nell’abuso di informazioni privilegiate ed e’ punito con uno specifico decreto legge del 1998.
La Commissione del Congresso Usa sul disastro nego’ di avere trovato alcuna prova dell’insider trading. Il giudizio negativo si basava su un’indagine della SEC, Commissione per la produzione e lo scambio. E su un’altra indagine dell’Fbi. Entrambe erano piene di menzogne spudorate. Il professor Zarembka scrisse (“The hidden History”, New York 2008) che nel 2001 e nel 2006, due diversi articoli pubblicati da giornali specializzati fornirono le prove, usando procedure econometriche, di alte probabilita’ di insider trading con molte opzioni di acquisto delle azioni American Airlines e United Airlines.
Tre professori dell’Universita’ di Zurigo giunsero ad analoghe conclusioni con dati molto piu’ ampi. Quindi la Commissione sull’11 settembre disse bugie per coprire i responsabili. Basterebbe trovare gli autori dell’abuso per risalire a coloro che sapevano dell’attacco. E questo si poteva e si doveva fare. Con una perizia tecnica contabile affidata ad esperti imparziali e capaci. Il coraggioso giornalista statunitense Michael Ruppert fu colui che per primo indago’ sull’insider e accerto’ che tre giorni lavorativi prima dell’11 settembre 2001 le azioni della United Airlines furono vendute allo scoperto in gran quantita’ da investitori sconosciuti (Ruppert, “The wilderness publications”, 9 ottobre 2001).
Secondo il San Francisco Chronicle gli investitori dovevano incassare 2 milioni e mezzo di dollari di profitti realizzati dalla vendita, prima dell’attacco, delle azioni (Nafeez Mosadeqq Ahmed, “Guerra alla verita’”, editore Fazi). Era evidente che gli anonimi investitori fossero a conoscenza degli attacchi. Ma oltre a quelle della United, vi furono anche le transazioni di azioni dell’American Airlines, l’altra compagnia usata dai terroristi. Non solo, ci furono anche le vendite delle azioni di altre societa’ che avevano la sede al World Trade Center.
L’Istituto israeliano “Herziliyah” scrisse che tra il 6 e il 7 settembre (giovedi’ e venerdi’ prima dell’attacco), furono acquistate 4.744 opzioni su United Airlines, di cui almeno 4000 vennero comprate da persone che conoscevano in anticipo gli attacchi, guadagnando quasi 5 milioni di dollari. Il 10 settembre, lunedi’, furono acquistate alla borsa di Chicago 4516 opzioni American Airlines, con un profitto di 4 milioni di dollari. Anche la Merryl Lynch, con sede vicino alle Twin Towers, fece registrare l’acquisto di 12.215 opzioni nei 4 giorni lavorativi prima dell’attacco. Con un profitto di 5 milioni e mezzo di dollari.
Ernest Welteke, presidente della Banca Centrale tedesca, disse che certamente c’era un gruppo di speculatori che sapeva dell’attacco (New York Times, 28 settembre 2001). Il Time di Londra del 18 settembre 2001 fece analoga considerazione.
Secondo Michael Ruppert, ex agente della Squadra antidroga di Los Angeles, «la Cia non smenti’ ma confermo’ di avere usato il software Promis per controllare la compravendita delle azioni in tutto il mondo». Il giornalista Tom Flocco riferi’ che Tom Crispell, portavoce della Cia, nego’ che la Cia stesse controllando gli scambi. Ruppert replico’ che «Cia, Mossad e altre agenzie di intelligence tengono sotto controllo il mercato azionario in tempo reale utilizzando Promis, e cio’ per avvisare i servizi nazionali in caso di attacchi del genere». E aggiunse che «il controllo della Cia sulle transazioni finanziarie e’ una delle funzioni primarie dell’intelligence americana, in virtu’ degli stretti legami con Wall street, al punto che il vice presidente della Borsa di New York e’ un consigliere generale della Cia in pensione e ha ricevuto l’incarico di seguire tutti i mercati finanziari del mondo, cercando transazioni anomale, insider trading, speculazioni e azioni di terrorismo».
Secondo Ruppert, la prova che stava per avvenire un attacco erano gli scambi stessi e la vendita allo scoperto di azioni American Airlines, United Airlines, Merryl Lynch e Morgan Stanley. A colpire Ruppert fu il fatto che il ribasso riguardava quasi completamente le due linee aeree.
Il giornalista Kyle Hence, fondatore dell’Osservatore sull’11 settembre di Washington, dice: «I documenti ritrovati a Ground zero e le osservazioni di persone competenti dicono una cosa spaventosa. Ancora piu’ spaventosi i motivi per cui le autorita’ hanno fermato il tentativo di identificare e perseguire i responsabili e neutralizzare la rete finanziaria che ha agevolato il piu’ ignobile dei crimini».
Il presidente Welteke, alla fine di settembre 2001, disse che uno studio della Banca centrale tedesca indicava chiaramente l’esistenza di un insider trading legato al terrorismo, non solo per le linee aeree e le compagnie di assicurazione, ma anche per il petrolio.
In base ai dati in loro possesso, la Cia e l’Fbi avrebbero potuto e dovuto, gia’ dal venerdi’ 7 settembre, render noto che la due compagine aeree, oltre allo stesso World Trade Center, erano obiettivi potenziali del terrorismo. Ma non fecero nulla (Usa to day, ottobre 2001).

LE ;OPZIONI ;DI ;BUSSY
La cosa sconvolgente e’ che «la Cia avrebbe effettuato contrattazioni relative alle azioni via Promis prima degli attacchi dell’11 settembre». Lo ha rivelato a Tom Flocco il portavoce del dipartimento del Tesoro Robert Nichols: «Questo e’ un tema che attiene al conflitto di interessi». L’Indipendent di Londra, il 10 ottobre, scrisse: «Con imbarazzo degli investigatori e’ emerso che la societa’ che ha acquistato molte opzioni di vendita della United Airlines e’ stata diretta fino al 1998 da Bussy Krongard, ora direttore esecutivo della Cia». Krongard entro’ nella Cia nel 1998 come consigliere del direttore George Tenet. Poi nel marzo 2001 Krongard venne promosso direttore esecutivo dal presidente George W. Bush. Significativamente il portavoce della Cia si e’ astenuto dal commentare, quando il giornalista Flocco gli ha chiesto se il dipartimento del Tesoro o l’Fbi avessero interrogato Krongard in merito ai controlli sui mercati finanziari svolti dalla Cia mediante Promis.
Un’altra persona che tento’ di vendere le azioni per 300.000 dollari il 10 settembre 2001, senza riuscirci, fu il consulente finanziario Amir Ibrahim Elgindy. Cio’ fece sulla base delle “informazioni governative riservate” reperite grazie a rapporti privilegiati con agenti dell’Fbi che sapevano dell’attacco dell’11 settembre.
Il Wall Street Journal riferi’ che fenomeni di insider si verificarono con la approvazione del Governo americano: e scrisse che alle indagini in corso da parte della Security and Exchange Commission si affianco’ l’Fbi. L’inchiesta riguardava una transazione di 5 miliardi di dollari. Senonche’ le indagini abortirono, secondo il San Francisco Chronicle. In seguito, stando alla ricostruzione del Los Angels Times del 18 ottobre 2001, Denis Lornel tento’ di sminuire il significato di questa transazione, di fronte a un comitato del congresso.
Ed e’ grave che non siano stati identificati gli investitori occulti, autori dell’insider. Essi, se sono funzionari della pubblica amministrazione (Cia, Fbi o altri servizi) devono rispondere non solo di questo grave reato, ma anche di partecipazione alla strage dell’11 settembre. Quid Juris? A questo punto occorre una riflessione sulle responsabilita’. Quella dell’insider trading e’ una prova forte del fatto che molti dell’Amministrazione a stelle e strisce sapevano dell’attacco e della data. Anzitutto i mandanti dell’insider, cioe’ quelli che si servirono di prestanome per lucrare guadagni sul sangue di tremila morti. I mandanti occulti potrebbero essere individuati agevolmente dall’Fbi, ma non si vuole farlo. E questo offende migliaia di vittime in attesa di giustizia.
E’ bene ribadire che secondo le norme vigenti in tutti gli ordinamenti giuridici, esiste l’obbligo degli agenti di polizia o dei servizi segreti, se informati del pericolo, di prevenire e contrastare il delitto, prima durante e dopo che sia commesso. Lo si deduce anche dal codice penale Usa, secondo cui «risponde del delitto, come l’autore principale, anche chi causa il delitto». Ora, se l’autore dell’insider e’ un privato, non ha l’obbligo di impedire l’evento. Ma se e’ un agente dei servizi, ha questo obbligo giuridico, oltre che morale. Appare dunque grave che non si faccia tutto il possibile per individuare gli infedeli servitori dello Stato, che hanno, con il loro comportamento omissivo, causato migliaia di morti, consentendo una vergognosa speculazione su quei cadaveri. Essi sono colpevoli piu’ dei terroristi, perche’ hanno tradito la fiducia dello Stato e della popolazione.
Esiste una base scientifica fondata sull’analisi del professor Zarembka e su altre prove. Dobbiamo percio’ chiedere alla Corte penale internazionale una perizia tecnico contabile che confermi o meno l’insider trading e stabilisca chi sia stato a fornire – dall’interno dell’Amministrazione o da altra fonte – le notizie circa l’imminente crollo delle azioni di American e di United Airlines, sulla base delle investigazioni e dei dati gia’ acquisiti da Zarembka, da Rupert e da altri soggetti.

tratto da: http://www.lavocedellevoci.it/inchieste1.php?id=494

Insider sulle Torri… prima puntata – La vera storia dell’11 settembre 2001ultima modifica: 2012-03-08T08:53:00+01:00da iskra2010
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